Numero 3 del 2008
Otto marzo da 100 anni: 1908 - 2008
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la necessità di invertire la rotta e
quindi di non assistere più all'utiliz-
zo della figura femminile quasi
esclusivamente stereotipata. Qual è
il vostro importante contributo?
La nostra ottica - riassunta nel pa-
yoff "Comunicazione di un certo genere"
- è quella di applicare, nello svolgimen-
to del nostro lavoro, un'attenzione sem-
pre costante alla dimensione di genere e
alla rappresentazione del maschile e del
femminile nei diversi linguaggi, formati
e media in cui si articola la comunica-
zione. Inoltre la specificità del nostro
percorso sta anche nell'attenzione alla
relazione e all'ascolto, tra noi e con le
persone con cui entriamo in contatto nel
nostro lavoro (clienti, fornitori, collabo-
ratrici e collaboratori), nella sperimen-
tazione di modalità gestionali che ci
rappresentino, nella creazione di reti
con altre realtà produttive, culturali e
creative di donne.
Comunicattive, oltre ad essere un
progetto lavorativo, è in qualche modo
anche un progetto di vita.
Quindi si può dire che avete fatto
sintesi di alcuni dei valori importan-
ti che auspichiamo nella vita di tutti
i giorni. Ma c'è anche l'aspetto im-
prenditoriale che da solo comporta
notevoli criticità. Come l'avete af-
frontato?
Non è stato certo facile intraprende-
re un percorso imprenditoriale e nessu-
na di noi aveva mai immaginato di far-
lo. Abbiamo avuto bisogno di tempo
per costruirlo, per acquisire le compe-
tenze necessarie, per mettere alla prova
la nostra motivazione e la capacità di
lavorare bene in gruppo.
In qualche modo questa scelta nasce
anche dalla voglia di trovare un'alter-
nativa alla precarietà lavorativa ed esi-
stenziale cui sembra che i giovani, e so-
prattutto le giovani donne, siano con-
dannati. Costruire un percorso profes-
sionale autonomo e collettivo tra donne
significa per noi sperimentare un modo
per autodeterminare e gestire la flessibi-
lità, tentando di realizzare una espe-
rienza gratificante dal punto di vista
professionale ed esistenziale. Pensiamo
che il lavoro debba essere uno dei luoghi
in cui si esprime la nostra creatività e
curiosità e siamo convinte che i nostri
interessi e la nostra ricerca personale ar-
ricchiscano e completino le competenze
culturali, professionali e tecniche acqui-
site nell'ambito del nostro percorso for-
mativo.
Dalla sua nascita Comunicattive ha
realizzato progetti molto eterogenei, la-
vorando per aziende e realtà di natura
commerciale, fondazioni ed enti cultu-
rali, soggetti pubblici e associazioni, en-
ti di formazione e gallerie d'arte.
L'agenzia ha inoltre collaborato con
numerose realtà femminili e/o miste del
territorio per la realizzazione di iniziati-
ve culturali, quali ad esempio la rasse-
gna estiva LaManifattura (www.lama-
nifattura. com) e ha ideato e realizzato
la mostra di artiste contemporanee Art
for Art's Shake (www.artforartshake.
com), giunta nel 2008 alla sua terza
edizione.
In collaborazione con Elisa Coco
Gentile dottoressa, sono torinese e mi
sono laureata 3 anni fa in Scienze della
Comunicazione.
Subito dopo la laurea, grazie ad una
conoscente, ho cominciato uno stage in
una società di PR di Milano, nella quale
ho affiancato la responsabile dell'ufficio
stampa con una retribuzione (misera) di ¤
500 al mese.
Dopo lo stage sono stata confermata
con un contratto di collaborazione a pro-
getto, al quale sono seguiti vari rinnovi, e corrispondente aumento della
retribuzione a circa ¤ 1.000 mensili.
Da un anno circa, mi sono state affidate sempre più responsabilità e
ho potuto ampliare le mie conoscenze e la mia esperienza. Anche il com-
penso di conseguenza è aumentato, ed oggi ricevo circa 1.500.
Il lavoro di per sé è molto stimolante e la mia condizione di "pendola-
re" non mi è mai pesata, anche perché il successo delle mie attività è ben
ricompensato dai complimenti che ricevo e che rappresentano una bella
soddisfazione.
Le molte ore che dedico, oltre il mio orario, per seguire i progetti di
clienti fra cui la preparazione di eventi, la redazione di comunicati e la
necessaria presenza alle manifestazioni, aumentano e non sono retribui-
te. Ora mi vorrebbero assumere, per regolarizzare il rapporto di lavoro e
perché riconoscono che "sono una persona valida" … lo stipendio netto
che andrei a percepire è di 1.100.
Ma come? Dopo 3 anni in cui sono sempre stata "responsabile", "effi-
cace nelle relazioni", "competente" ecc., non merito neanche di essere as-
sunta con lo stipendio che percepisco attualmente? Consideriamo che la
cifra che prendo adesso, anche se in collaborazione, è di 400 più alta
quella che andrei a prendere una volta "messa in regola". E per fortuna
abito ancora dai miei, altrimenti non saprei come "sbarcare il lunario". Le
pare possibile?
Il mio primo impulso è stato di cercarmi un altro lavoro, ma il pensie-
ro di dover ricominciare daccapo in una nuova azienda mi frena molto e
poi c'è anche il fatto che ho costruito rapporti positivi con i miei colleghi.
Cosa dovrei fare adesso? Continuare con l'"instabile" contratto di colla-
borazione o accettare l'assunzione alle loro condizioni che, per il momen-
to, non sono negoziabili?
Silvia Galli (Torino)
Cara Silvia,
purtroppo ho dovuto fare qualche taglio alla tua lunga lettera. Metti-
ti pure a tavolino e "fai il punto della situazione" come si suol dire.
Ci sono persone che per la "sicurezza" accettano anche retribuzioni non
completamente adeguate ma che sono certe nel tempo.
Con l'assunzione, avresti accesso ad una serie di "tutele" che allo stato
attuale non hai. I contributi vengono versati e cominci ad accantonare il
fondo per la pensione, inoltre il TFR che matura quando cambi lavoro ti
viene corrisposto come liquidazione. I giorni di ferie e di malattia sono re-
tribuiti. Se subisci un infortunio, l'assicurazione risponde e anche la ma-
ternità è tutelata.
Altre persone invece vogliono essere riconosciute economicamente al
massimo della loro possibilità, anche se questo significa avere una libera
professione o un contratto "incerto". Prima di tutto devi capire qual è la
tua "capacità di rischio" e quali sono i progetti che hai nell'imminente. Se
nei tuoi progetti c'è la costruzione di una famiglia è chiaro che la sicu-
rezza sarebbe quella da perseguire, se invece ti sei data il tempo di cre-
scere professionalmente allora puoi puntare sul ricavare al massimo da
un punto di vista economico. Buona fortuna!
Cristina Melchiorri
Stabilità o “incertezza”?
un progetto lavorativo e di vita. Dietro a Comunicattive c'è un'attenzione
costante alla dimensione di genere e alla rappresentazione del maschile
e del femminile nei diversi linguaggi e formati della comunicazione