Numero 2 del 2008
Politiche scomode
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Rauti, la ricerca è stata coordinata dal
Centro Documentazione Specializzato
dell'ISFOL in collaborazione con APRI
Italia nell'ambito del progetto di im-
plementazione del sistema informati-
vo documentale dell'Ufficio della Con-
sigliera nazionale di parità.
I termini della parità
Questo volume raccoglie diversi
punti di vista sul linguaggio di genere
a partire da una ricognizione sulla
questione della lingua dal '900 a oggi.
Le tappe, le "Raccomandazioni per
un uso non sessista della lingua" di Al-
ma Sabatini, una panoramica sugli ste-
reotipi e discriminazioni di genere in
ambito istituzionale, nelle nuove tec-
nologie e la televisione, le relazioni se-
mantiche tra lessico e costruzione so-
ciale dell'identità di genere, la comuni-
cazione, il sessismo nella lingua italia-
na, il condizionamento delle parole
nella vita sociale e lavorativa, le parole
chiave, un glossario per la condivisio-
ne diffusione dei temi e dei termini
della parità, sono solo alcuni dei con-
tenuti approfonditi con il contributo di
esperte.
Scritto a più mani, il volume racco-
glie i risultati della ricerca coordinata
dal Centro Documentazione Specializ-
zato dell'ISFOL nel progetto di imple-
mentazione del sistema informativo
documentale dell'Ufficio della Consi-
gliera nazionale di parità ed è curato
da Isabella Pitoni.
Contratto collettivo di lavoro
Di questi tempi si fa un gran parlare di contrattazione inte-
grativa aziendale; pare che qualcuno, diverso dai/dalle pro-
tagonisti/e, abbia scoperto la perdita del potere d'acquisto
dei salari e degli stipendi. Si immaginano strategie per cor-
reggere questa situazione, che alla fine penalizza il sistema
produttivo complessivo. Le aziende nazionali infatti assi-
stono all'incremento della quota dell'esportazione dei beni prodotti nel nostro paese, ma vedo-
no languente, se non ridotta, la quota delle vendite nel mercato interno. Dal cilindro delle solu-
zioni escono varie ipotesi tra cui quella di legare salari e stipendi alla produttività e dunque
allo strumento della contrattazione integrativa aziendale. Bene, parliamone e parliamo anche
di come, attraverso lo stesso strumento, si possa favorire il rinnovamento dell'organizzazione
del lavoro per garantire un miglior bilancio temporale alle lavoratrici ed ai lavoratori.
Tuttavia, quando si aprono nuovi orizzonti, è sempre bene fare il punto sull'esistente e possi-
bilmente sulla sua genesi ed evoluzione. In poche parole nessuno pensa di poter fare a meno
dei contratti collettivi di lavoro, vediamo perché.
Cosa sono i contratti collettivi di lavoro e da dove vengono?
Durante il regime fascista venne istituito l'ordinamento corporativo che riconosceva, per ciascuna categoria di lavoratori o
datori di lavoro, soltanto una organizzazione professionale, con una personalità giuridica pubblica e con la rappresentanza
legale di una categoria, quindi la conseguente esclusiva legittimazione alla conclusione dei contratti collettivi corporativi;
questi avevano un 'efficacia generale nei confronti di tutti. Dopo la caduta del fascismo il sistema venne prorogato per evi-
tare un vuoto di regolazione, finché l'assemblea Costituente, con l'art 39, intese disciplinare la materia prevedendo la possi-
bilità per i sindacati registrati di stipulare contratti collettivi con efficacia obbligatoria per tutti gli appartenenti alle catego-
rie alle quali il contratto si riferisse.
L'art. 39 della Costituzione è, a tutt'oggi, inattuato; infatti non è stata mai emanata una legge di esecuzione, sicché il tipo di
contratto collettivo disegnato dalla Costituzione è, a sua volta, inattuabile. Nel nostro ordinamento si possono realizzare con-
tratti collettivi di diritto comune; si definiscono così perché si applicano anche ad essi le norme valide in materia contrat-
tuale, che si trovano nel Codice Civile . I contratti collettivi quindi vincolano solo gli associati alle organizzazioni sindacali
che lo hanno sottoscritto. Invece, se una parte o tutte e due le parti del contratto di lavoro non sono iscritte alle associazio-
ni firmatarie del contratto collettivo, è possibile applicarlo di fatto se il datore di lavoro ha aderito al contratto collettivo
oppure se c'è un rinvio nel contratto individuale di lavoro alla disciplina contenuta in uno specifico contratto collettivo o alla
stessa contrattazione.
Il contratto collettivo è inderogabile dal contratto individuale di lavoro, se questo contiene clausole peggiorative, in questo
caso le stesse sono nulle e si ritengono sostituite automaticamente da quelle previste dal contratto collettivo. E' invece possi-
bile la deroga migliorativa, quella cioè che prevede condizioni più favorevoli alla lavoratrice o al lavoratore.
Il contratto collettivo può essere nazionale e riguardare una categoria di lavoratrici e lavoratori (ad esempio: chimici, metal-
meccanici ecc.) oppure può essere aziendale.
Il contratto integrativo aziendale è un accordo valido per i lavoratori e le lavoratrici di una determinata azienda ed i suoi
contenuti sono in genere migliorativi rispetto a quelli del contratto collettivo nazionale.
Avv. Natalia Maramotti
noidonne febbraio 2008 25