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Numero 10 del 2015

Madri


Foto: Madri
PAGINA 25

Testi pagina 25

23Ottobre 2015
splay. Qui c’è ancora la possibilità di vivere il noi dall’alba
al tramonto. Ed è un noi che guarda al futuro e ti fa venir
voglia di buttare le chiavi della macchina. Nel pascolo che
sembra un mescolo l’asino Bruno sta tentando di montare
l’asina. Sua fi glia bruca, l’altra asinella di pochi giorni fa
scatti ridicoli sulle zampine non ancora esperte. Tutto è rit-
mato dal sole che sorge a sinistra e scende a destra là in
cima, da dove io ho visto Trieste ed ho chiesto che lago era
quel mare. La luna alle spalle si vede anche se è giorno.
Alle spalle c’è la casa e un po’ più in giù la stalla. Quanto
lavoro, quanta fatica, quanta forza di volontà sono neces-
sarie per tenere acceso un progetto come questo? Tante
volte chi sale qui da turista pensa alla fortuna di chi lavora
qui, magari lo invidia anche un po’. Ma se si va oltre, se si
tenta di capire anche la fatica di una scelta e la volontà di
portarla avanti oltre alla fortuna e al privilegio di vivere in
questa conca si scopre la bellezza delle persone. Quella
bellezza che rende speciali Sonia e Luca e racconta quan-
to valore aggiunto stanno seminando giorno dopo giorno.
C’è stato un attimo a colazione, quando il sole che entrava
faceva chiudere gli occhi e Luca raccontava dei ragazzi
degli stage, che ho pensato al tavolo dell’Ultima Cena. Ci
vorrebbe un pittore per fermare nel tempo Luca che par-
la ai “suoi” ragazzi e il titolo del quadro potrebbe essere
“Germogli”. Claudio sta suonando, il sole entra “Questo
istante me lo scrivo nell’anima” dice Luca. Sonia arriva con
la padella del frico. Sorride come sempre. Io nell’anima mi
sono scritta le sue braccia che girano la ricotta mentre lei
spiega che ha iniziato a fare formaggio da pochi mesi, a
causa di un “incidente di percorso”. Anche questo le rie-
sce bene. Molto bene. Come sorridere. E io penso prima di
andarmene che ho già voglia di tornare qui a Malga Fossa
di Sarone per guardare, ascoltare, respirare, imparare il
ritmo del tempo e magari sognare di rimanere.
di Cristina Melchiorri
STRATEGIE
PRIVATE
Sono Ginevra, lavoro in un’azienda multinazio-
nale che vende servizi fi nanziari e da poco sono
stata “promossa” passando dal settore ammi-
nistrativo a quello del controllo di gestione. Fin
qui tutto bene. Il punto è che il mio nuovo capo,
olandese, non parla una parola di italiano, quindi
comunica con tutti noi in inglese. Io penso che
se ha accettato di lavorare in Italia dovrebbe im-
parare la lingua e integrarsi con noi, giusto?
Ginevra Lugli (Milano)
Cara Ginevra, non è questo il punto. In linea teo-
rica, certo, dovrebbe imparare la nostra lingua e
fare di tutto per dialogare più agevolmente con chi
lavora qui. Ma, in realtà, sei tu che dovrai imparare
a gestirlo. Saper gestire il proprio capo è indispen-
sabile per lavorare serenamente e con reciproca
soddisfazione. In primo luogo ti consiglio di abi-
tuarti a collocare velocemente i tuoi interlocutori in
uno dei quattro profi li macro cui tutti appartenia-
mo: analitico, direttivo, relazionale, sognatore. Ci
sono le persone “analitiche”, che adorano raccon-
tare per fi lo e per segno, nei minimi dettagli, cosa
è accaduto, prima di arrivare al punto. Se stanno
dialogando con un’altra persona dello stesso tipo
vanno benone. Ma se parlano con un “direttivo”,
cioè un soggetto che va subito al punto, che è ve-
loce e dopo tre minuti già scalpita, se dettagli trop-
po lo irriti e non ti scolta più. Poi ci sono le persone
“relazionali”, che hanno bisogno di instaurare un
rapporto personale. Facili, no? Tutt’altro! Perché
se fai un errore la prendono sul personale e fa-
ticherai a recuperarli nel lavoro. Infi ne c’è il “so-
gnatore”, che ha sempre bisogno di inquadrare la
visione di ogni cosa. Parte ogni volta dall’origine
del mondo, o del tema, e ti fa perdere un sacco di
tempo. Devi solo allenarti ad avere pazienza. Cer-
ca di collocare il tuo capo in uno di questi profi li e
saprai come comunicare con lui. Valorizza te stes-
sa e le tue qualità, in relazione ai suoi obiettivi e
alle sue priorità. Aiutalo a integrarsi. Anzi, perché
non impari qualche parola di olandese, per met-
terlo a suo agio quando bevete un caffè insieme?
GESTISCI
IL TUO CAPO!
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