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Numero 12 del 2008

E tu di che Natale sei?


Foto: E tu di che Natale sei?
PAGINA 24

Testi pagina 24

dicembre 2008 noidonne24
L'articolo 3 della Costituzione italiana sancisce la parità
tra i cittadini. A suo giudizio questo principio è suffi-
cientemente rispettato oggi in Italia?
Cominciamo col dire che quel principio é lì a ricordarci l'e-
sistenza di un potenziale problema nelle democrazie reali,
ovvero di quanto la realtà sia distante dalla norma sancita
nella costituzione. L'idea che sorregge le costituzioni demo-
cratiche (oltre a quella del controllo del potere dello stato e
chi lo detiene) é che nella sua pratica ordinaria la politica
debba cercare sempre di avvicinare il più possibile la realtà
fattuale ai principi, accorciando questa distanza. Non si può
pensare ad una costituzione come ad una legge che debba
essere realizzata perfettamente. Il punto è essere consape-
voli di quella distanza e capire come possa essere sempre
tenuta sotto controllo. In questo momento in Italia esiste
un pericolo: che la distanza delle politiche dall'ideale costi-
tuzionale sia molto più grande che in passato e, soprattut-
to, che non sia vista o, se vista, sia interpretata come un fat-
tore che non desta preoccupazione. Quando quella distan-
za è troppo grande, può nascere il sospetto che la costitu-
zione sia lettera morta e anzi bugiarda. Allora i cittadini
possono pensare che essa sia un'inutile precettistica. Quindi
se il divario si accentua, a diminuire di valore è proprio il
testo costituzionale. Per ritornare all'Italia di oggi, la minac-
cia concreta e vicina é che aumenti la disuguaglianza fino al
punto di far apparire la costituzione destituita di valore.
La svalutazione della costituzione é il grande pericolo.
Alcuni interventi specifici del governo Berlusconi -
penso all'immigrazione, alla prostituzione e alla scuola -
sono sul filo dei principi costituzionali, se non addirittu-
ra in contrasto. Al di là dell'esito finale dei provvedi-
menti, le sembra che la maggioranza di centrodestra sia
orientata ad operare modificando in senso restrittivo in
tema di diritti?
Questa è stata la sua vocazione fin dall'inizio. Va detto che
questo governo, rispetto al precedente governo Berlusconi
è molto più ideologicamente definito a destra; e lo é in
maniera più organica e direi egemonica. Guardiamo a come
si muovono il ministro del Tesoro (Giulio Tremonti) e quello
del Welfare (Maurizio Sacconi): hanno una visione estrema-
mente chiara di quello che lo Stato deve fare e astenersi dal
fare. Il governo vuole cambiare, mi sembra, l'identità della
nostra democrazia. Sono convinta che ci sia una logica, una
convergenza di idee e progetti verso una meta: costruire
una democrazia autoritaria e gerarchica, anche se sembra
un ossimoro perché la democrazia si fonda sull'eguaglianza
e sulla reciprocità e non sulla gerarchia. Ma é al modo di
interpretare l'uguaglianza che dobbiamo prestare attenzio-
ne. Non é certo anti-democratico proclamare che l'unica
eguaglianza, a parte quella del diritto di voto, é quella lega-
le: tutti eguali di fronte alla legge. Ma l'interpretazione di
questo minimo di eguaglianza può essere manipolata (con-
flitto di interessi) o collegata a una visione della società che
é non egualitaria (eguaglianza di fronte alla legge ma non
eguaglianza sociale). Questo spiega l'assalto ai beni pubbli-
ci (la scuola), ai servizi sociali (la sanità), ai diritti (del lavo-
ro). Il governo attuale quindi interviene nella sfera della cit-
tadinanza sociale. Il caso della scuola é estremo. In una
democrazia la scuola è un elemento fondamentale non un
servizio per i poveri, è parte della cittadinanza perché deve
preparare i cittadini-sovrani a decidere di cose che riguar-
dano tutti. Mi sembra che con questo governo l'intento sia
quello di trasformare la scuola pubblica in una scuola pes-
sima per chi non può permettersi la scuola privata, con l'e-
sito di formare in una generazione o due una società molto
più diseguale. Guardiamo poi all'immigrazione, associata
fin dall'inizio con la politica della sicurezza, ovvero con la
paura del diverso, non dunque per facilitare l'integrazione
ma invece alimentare il senso di insicurezza, quindi l'accet-
tazione di politiche ai limiti della costituzionalità.
L'ideologia della sicurezza ha creato un nesso tra il pericolo
e la presenza del diverso, stimolando una cultura del pre-
giudizio e dell'intolleran-
za. Una volta che questa
idea del razzismo si sarà
ben incardinata, è chiaro
che i cittadini si troveran-
no nella condizione di
accettare politiche più
autoritarie. Questi passag-
gi sono gestiti in modo
molto astuto con l'intento
Quelle rughe,
preziose e necessarie
Tiziana Bartolini
Nadia Urbinati ha pubblicato numerosi saggi su liberalismo
e democrazia, Stuart Mill, Carlo Rosselli e più recentemente
uno studio sulla rappresentanza democratica; ha consegui-
to la laurea in filosofia a Bologna e il dottorato in scienze
politiche all'Istituto Universitario Europeo di Firenze. E' tito-
lare della cattedra di scienze politiche alla Columbia
University di New York e tiene corsi anche alla Scuola
Superiore di Studi Universitari e Perfezionamento Sant'Anna
di Pisa. E' specializzata nelle teorie del pensiero politico
moderno e nell'analisi delle tradizioni democratiche.
Concludendo il ciclo degli speciali che nel corso dell'anno
abbiamo dedicato alla nostra Costituzione, ci siamo soffer-
mati con lei in particolare sul principio di uguaglianza.
SPECIALE 60° COSTITUZIONE
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