Numero 11 del 2008
L'inverno dei diritti
Testi pagina 24
Torino
Il lavori delle donne
migranti
"Le donne straniere che lavorano in
provincia di Torino sono impiegate so-
prattutto nel lavoro di cura anche se
vorrebbero accedere ad altre professio-
ni e ambiti lavorativi ma fanno fatica a
veder riconosciute le loro qualifiche
professionali e i titoli di studio. Fatica-
no a conciliare tempi di vita e di lavo-
ro e sono particolarmente esposte alla
precarietà lavorativa. A queste difficol-
tà si aggiunge il problema specifico del
rinnovo del permesso di soggiorno".
Sono i più evidenti risultati della ricer-
ca "I Lavori delle donne" promossa dal-
la Consigliera di Parità provinciale, in
collaborazione con l'Assessorato al
Lavoro della Provincia di Torino, per fa-
re un focus sulle condizioni lavorative
delle donne migranti della provincia.
"Abbiamo voluto approfondire i motivi
per cui tra i numerosi casi trattati dal
nostro ufficio (oltre 350 fino ad oggi)
pochissimi riguardano le donne stra-
niere - ha spiegato la Consigliera di Pa-
rità della Provincia di Torino, Laura Ci-
ma -. La ricerca ci pone di fronte alla
necessità di individuare nuove solu-
zioni che aiutino le lavoratrici migran-
ti a risolvere i problemi di conciliazio-
ne, che sono alla base di molte discri-
minazioni". La pubblicazione, prodotta
anche in una versione in 6 lingue (ara-
bo, francese, inglese, albanese, rume-
no, spagnolo) per agevolare l'accesso
alle informazioni contenute e per favo-
rire il processo di integrazione, è diffu-
sa attraverso la rete delle mediatrici e
dei mediatori interculturali dei Centri
per l'impiego della Provincia.
Sardegna
Primario donna? Si, grazie!
"Valutare l'operato della commissione
di concorso, di cui peraltro non cono-
sciamo gli atti, è questione che lascia-
mo agli organi competenti. Al di là del
caso concreto, ciò che interessa sotto-
lineare a questi Uffici - hanno sottoli-
neato Luisa Marilotti e Tonina Dedoni,
rispettivamente Consigliera Regionale
di Parità e Consigliera di Parità della
Provincia di Cagliari rispondendo alle
polemiche che hanno accompagnato
la recente nomina di una donna a pri-
mario del reparto di Ostetricia e Gine-
cologia dell'ospedale S.S. Trinità di Ca-
gliari - è che la scelta di una Pubblica
Amministrazione di preferire un con-
corrente di sesso femminile è perfetta-
mente coerente con le disposizioni co-
munitarie e nazionali in materia. Tan-
to che l'art. 48 del cosiddetto Codice
delle pari opportunità tra uomo e don-
na, prescrive che 'a fronte di analoga
qualificazione e preparazione profes-
sionale tra candidati di sesso diverso,
l'eventuale scelta del candidato di ses-
so maschile è accompagnata da una
esplicita e adeguata motivazione'. La
scelta, invece, di un candidato di ses-
so femminile è consentita, senza
neanche necessità di motivazione.
Non solo. La preferenza per le donne
è, addirittura, un obiettivo imposto al-
le P.A. dalla stessa disposizione del
Codice, nei casi in cui - come è per i
ruoli di primario nella realtà nostrana -
le posizioni apicali siano coperte per
almeno i 2/3 da uomini. Sconcerta,
dunque, che per una volta che si pro-
muove una donna si faccia tanto 'ru-
more': non così avviene tutte le volte,
e sono numerose, che si promuove un
uomo. Se poi si considera che gli unici
utenti di un reparto di Ostetricia e Gi-
necologia sono donne, è facile com-
novembre 2008 noidonne24
Consigliere di parità
Gentilissima dottoressa, mi chiamo
Silvana, ho 65 anni e sono pensionata
da circa un anno. Ho lavorato come
contabile amministrativa nella stessa
società per 20 anni e, poiché mi sono
sempre dedicata al lavoro, non ho
mai pensato a cosa avrei fatto una
volta smesso di lavorare.
All'inizio ero molto contenta di es-
sere andata in pensione, vuoi perché si
avvicinava il periodo estivo vuoi perché ero veramente stanca del
ritmo lavorativo. Dopo qualche tempo però mi sono ritrovata a
"non far niente". Per me, che ho sempre delegato i lavori di casa a
personale di servizio, riordinare ogni giorno il mio appartamento
non è sufficiente a tenermi impegnata e ad essere appagata. Sento
che le mura di casa mi si chiudono attorno e mi sento come svuo-
tata. Mi manca il lavoro, mi manca la frenesia che riscontravo
ogni giorno nelle persone che correvano a prendere la metropolita-
na e mi manca perfino la sveglia al mattino. Non so come fare, mi
sento giù e quando vado a trovare gli ex colleghi mi devo trattene-
re nel dispensare consigli su come svolgere una certa operazione.
Una persona di una certa età, come me, seppur con tantissima
esperienza non trova più posto nel mondo del lavoro. Cosa posso
fare?
Silvana Venier (Monza)
Cara Silvana, il mio consiglio è: "divertiti"! Ti sei sempre dedi-
cata al lavoro? Ora pensa un po' a te stessa. Sai quante persone
una volta in pensione si "spengono"? Tu non cadere in questo cir-
colo virtuoso. La tua vita adesso è ad un nuovo traguardo: final-
mente puoi dedicarti a te stessa e ai tuoi hobby. Hai seguito sem-
pre una strada… ma non è detto che tu non ne debba trovare
un'altra. Ti piace sentirti impegnata? Fai del volontariato! Non ti
va? Trova un'altra attività che ti piacerebbe fare… qualche corso
di danza, corsi di pittura oppure ti potrebbe andare di frequentare
l'Università: studiare qualcosa di nuovo, apprendere lingue o nuo-
vi sistemi informatici. Ti manca il lavoro? Molto spesso si trovano
annunci sui giornali di studi che cercano persone fidate, anche in
pensione, per mansioni riservate. Pensaci, non è poi così difficile
impiegare il tuo nuovo "tempo libero". Buona fortuna!
Cristina Melchiorri
Ricomincio da 65