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Numero 9 del 2008

Stampa: libertà vigilata


Foto: Stampa: libertà vigilata
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Testi pagina 24

settembre 2008 noidonne
13 marzo 2008. Udienza del processo d'appello Spartacus:
maxiprocesso contro 31 appartenenti al clan camorristico
campano dei Casalesi. Aula bunker Ticino due di
Poggioreale. Presiede Raimondo Romeres. Michele
Santonastaso, avvocato dei boss imputati Francesco
Bidognetti e Antonio Iovine, legge un documento. Riguarda
la possibilità di appellarsi alla parte della legge Cirami sul
legittimo sospetto mettendo in dubbio l'imparzialità dell'or-
gano giudicante. A giustificazione di tale richiesta
Santonastaso tira in ballo Roberto Saviano, autore del libro
Gomorra, che con il suo romanzo avrebbe "tentato di con-
dizionare l'attività dei giudici", l'ex Pubblico Ministero della
Direzione Distrettuale Antimafia Raffaele Cantone che
avrebbe influenzato, con la collaborazione dei pentiti, i giu-
dici della Corte d'Assise, e la cronista del quotidiano Il
Mattino, Rosaria Capacchione, definita come "una giornali-
sta prezzolata dalla Procura di Napoli, puntuale a soddisfa-
re con la penna le esigenze di alcuni PM" e le cui inchieste
giornalistiche avrebbero favorito la Procura di Napoli.
Strana coincidenza ma negli ultimi tempi nel nostro paese
gli strali sembrano concentrarsi sempre sulle stesse catego-
rie: giudici e giornalisti.
Di lì a pochi giorni alla Capacchione verrà assegnata una
scorta.
L'abbiamo sentita a tre mesi da quel provvedimento.
Come è iniziata la sua passione per il giornalismo, in
particolare per le inchieste?
La maniera di fare questo lavoro è una sola: credo che non
si possa fare una distinzione tra il giornalismo e il giornali-
smo d'inchiesta. Non ho mai deciso di fare questo tipo di
inchieste ma, trovandomi in una provincia in cui c'è un altis-
simo tasso di criminalità organizzata, è stato quasi fisiolo-
gico che cominciassi ad occuparmi cronaca nera. Ho inizia-
to, tanti anni fa, in un piccolo giornale ed ho imparato
soprattutto la tecnica. Poi nel 1985 sono passata al
Mattino; avevo colleghi più grandi e più autorevoli di me
che mi hanno passato i segreti del mestiere anche strap-
pandomi gli articoli sbagliati o inviandomi lettere di com-
plimenti per i pezzi particolarmente riusciti. Molta vita di
redazione e moltissima vita sul campo. Quando la mattina
il mio capo mi chiamava, verso le otto e mezza/nove, per-
chè era successo qualcosa di grosso, voleva già sapere tutte
le novità e io dovevo già essere pronta a fornirgli le notizie.
Seguivamo i casi fino al momento in cui venivano risolti.
In riferimento alla vicenda che la vede coinvolta, c'è
stato un momento in cui si è resa conto della situazione
in cui si stava mettendo e ha deciso coscientemente di
continuare, oppure facendo con scrupolo il
suo lavoro ad un certo punto si è trovata in
una situazione da cui non c'era più ritorno?
Non penso di fare il mio lavoro in una manie-
ra diversa dagli altri. Racconto i fatti che acca-
dono nel mio territorio. Non conosco altro
modo. Ovviamente mi rendo conto che dicen-
Vado, vedo, scrivo, racconto
Rosaria Capacchione, giornalista del Mattino sotto scorta per
le intimidazioni ricevute dal clan camorristico dei Casalese,
affronta il tema della libertà di stampa e del dovere di fare
bene il lavoro di informazione
60° COSTITUZIONE, stampa e informazione
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Libertà di stampa in Italia:
siamo trentacinquesimi
Ogni anno Reporters sans Frontieres stila una classifica mon-
diale della libertà di stampa nel mondo prendendo in consi-
derazione vari criteri come le aggressioni e le minacce rice-
vute dai giornalisti, la censura, il pluralismo dei mezzi di
informazione, le pressioni economiche. Nel 2007 il nostro
paese si è piazzato al 35° posto su 169 paesi, risalendo 5
posizioni rispetto al 2006; il Rapporto evidenzia però che
molti giornalisti continuano ad essere minacciati da gruppi
mafiosi che gli impediscono di realizzare il loro lavoro in tota-
le sicurezza.
Il numero di giornalisti uccisi nel mondo è aumentato del
244% negli ultimi 5 anni (da 25 ad 86). Dal 2002 il numero
cresce costantemente. Bisogna tornare al 1994 per trovare
una cifra più alta; quell'anno furono uccisi 103 giornalisti: la
metà durante il genocidio in Ruanda, una ventina in Algeria
e circa 10 nella ex Yugoslavia.
Più della metà dei giornalisti scomparsi nel 2007 sono stati
uccisi in Iraq.
Libertà di stampa nel mondo:
il 2007 in cifre
86 giornalisti uccisi; 20 collaboratori di media uccisi;
887 arrestati; 1511 aggrediti o minacciati;
528 organi di stampa censurati; 67 giornalisti sequestrati
...e in internet...
37 bloggers arrestati; 21 aggrediti;
2676 siti web chiusi e sospesi
Fonte: Reporters sans Frontieres
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