Numero 12 del 2009
Femminsmo: parliamone
Testi pagina 24
“Le donne che vorrebbero lavorare(in forma retribuita) sono sempre
di più, ma la situazione per loro è sem-
pre più difficile. Siamo in piena crisi
economica e occupazionale (altro che
"il peggio è alle nostre spalle"!), anzi le
crisi che viviamo sono tre: economica,
sociale e ambientale". Con questa sinte-
si, a dir poco significativa, Paola Agnel-
lo Modica, Segretaria Confederale della
CGIL Nazionale, ci conduce, dal suo
punto di vista, nel mondo del lavoro
femminile, passando attraverso la con-
dizione del lavoro, della salute, dell'am-
biente.
Il suo ruolo nazionale è un osserva-
torio d'insieme. Ci aiuti a capire, ol-
tre a ciò che viviamo direttamente,
gli effetti e le prospettive della crisi.
C'è chi vuole uscire dalla crisi econo-
mica tentando di tornare al passato:
competizione sui costi, disuguaglianze,
investimenti nella rendita e non nella
produzione e nella ricerca e innovazio-
ne, disoccupazione, precarietà, inquina-
mento e non mitigazione, fino a migra-
zioni bibliche e a vere e proprie guerre
per l'acqua, cibo, energia, materie pri-
me. Cioè negando un futuro ai poveri
del mondo e alle giovani generazioni. E
negando alle donne un futuro lavorati-
vo degno e rispettoso. Oggi in Italia non
solo siamo ben lontani dagli obiettivi di
Lisbona, ma abbiamo il primato di tipo-
logie di rapporti di lavoro, che provoca-
no amplissime fette di mercato del lavo-
ro precario, ambito in cui le donne pa-
gano i prezzi più alti.
Lavorare in forma flessibile/precaria
significa non poter progettare un pro-
prio futuro autonomo, non avere sempre
diritto agli ammortizzatori sociali, non
poter costruire una proprio futuro pen-
sionistico.
A ciò va aggiunta la scelta del Go-
verno di ridurre gli interventi in materia
sociale, con il doppio risultato di ridur-
re gli spazi occupazionali diretti per le
donne e di ridurre i servizi che permet-
tono alle donne di alleggerirsi di alcuni
compiti di cura e poter quindi svolgere
una attività retribuita.
Il Libro Bianco del Ministro Sacconi
dall'accattivante titolo "La vita buona
nella società attiva" nei fatti ipotizza
una risposta privatistica, corporativa e
individualistica ai bisogni di servizi,
tanto ci sono le donne che gratuitamen-
te svolgono i lavori di cura. Ma anche
la contro-riforma Gelmini prepara un
dicembre 2009 noidonne24
Ecco servita l'Italia misogina
Intervista a Paola Agnello Modica
Donatella Orioli
Tempo di crisi, di recessione, di disoccupazione crescente. In momenti come questi ci assale
la tentazione di stare fermi, rannicchiati sotto le nostre piccole coperte di Linus, rinviando le
iniziative a più lieti momenti. E invece per noi donne è arrivato il momento di lanciarsi, ridi-
segnando il proprio cammino professionale. O ricominciando da capo semplicemente per un
nuovo futuro. Le straordinarie capacità organizzative e gestionali che noi donne dimostriamo
occupandoci ogni giorno a più livelli di casa, famiglia e cura degli anziani sono gli ingredienti di successo anche sul lavo-
ro. Ma occorre crederci, valorizzando noi le esperienze acquisite e programmando a tavolino le proprie scelte. Gli uomini
in genere pianificano i propri passi: anche noi dovremmo imparare tecniche e strategie anziché buttarci a capofitto in tut-
to dando il meglio di noi stesse. Metter bene a fuoco ciò che si vuole e si è in grado di fare è il primo passo per poi rea-
lizzarlo. Senza rimpianti poi. E peggio ancora senza ripensamenti distruttivi durante il percorso. Non è un caso che l'im-
prenditoria femminile stia crescendo forse perchè mettersi in proprio è la risposta delle donne a quel lavoro che faticano a
trovare e conservare. Ma occorre più tenacia, più coraggio, più determinazione.
Per mirare bene i propri obiettivi è necessario valutare la sicurezza in se stesse e fare un bilancio di competenze. In que-
sta fase sarebbe utile rivolgersi a un consulente che si trova anche nei centri per l'impiego, o negli sportelli lavoro aperti
dalle province e dalle camere di commercio. E poi darsi da fare, informarsi e lanciarsi con entusiasmo valutando costi e be-
nefici. In genere si sbaglia anche per un eccesso di generosità: ci impegniamo con passione, ma quasi sempre a beneficio
di qualcun altro o della collettività e ci riesce difficile rimboccarci le maniche per il nostro esclusivo interesse. Badate be-
ne: non è un invito all'egoismo ma a un sano amore di se stesse, primo passo per il rispetto della nostra vita e presuppo-
sto indispensabile per esigere poi il rispetto dagli uomini. Imparare, aggiornarsi, sfruttare la tecnologia informatica e tra-
sformare i sogni in realtà. Credeteci davvero, e un'alba nuova sorgerà su queste melmose giornate di nebbia autunnale.
Il tempo di osare