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Numero 10 del 2009

RU 486: la pillola ideologica


Foto: RU 486: la pillola ideologica
PAGINA 24

Testi pagina 24

In occasione della 59° giornata na-
zionale dedicata agli infortuni sul la-
voro che si svolgerà l'11 ottobre 2009
desideriamo riproporre alcuni temi se-
gnalateci dall'ANMIL.
"Sebbene il maschio e la femmina
che lavorano non possono, secondo la
nostra Costituzione, subire discrimi-
nazioni in ragione del proprio sesso,
quando avviene un infortunio sul lavo-
ro od una malattia professionale le
donne subiscono trattamenti diversifi-
cati, a causa di una serie di fattori eco-
nomici che trovano riscontro anche
nelle valutazioni assicurative, medico-
legali ed attuariali.
Il lavoro del maschio viene valutato
di più, e questa è una prassi comune-
mente accettata: ma ciò implica imme-
diatamente che gli uomini ottengano
un indennizzo del danno subito per l'i-
nabilità al lavoro più elevato rispetto
alle donne; e tutto questo avviene per
legge. (…)
Nel decreto ministeriale 12 luglio
2000, emanato in attuazione dell'arti-
colo 13 del decreto legislativo 23 feb-
braio 2000, n. 38, concernente il dan-
no biologico ai fini della tutela dell'as-
sicurazione contro gli infortuni sul la-
voro e le malattie professionali, la Ta-
bella dei coefficienti fa riferimento alla
categoria di attività lavorativa di ap-
partenenza per determinare la percen-
tuale di retribuzione da prendere a ba-
se per l'indennizzo delle conseguenze
delle menomazioni subite dalle vitti-
me".
E' utile riportare integralmente al-
cuni passaggi dal 1° rapporto naziona-
le ANMIL (8 marzo 2007) al fine di
evidenziare la discriminazione di gene-
re. "Per calcolare quale sia la rendita
che spetta ad una donna dopo un in-
fortunio sul lavoro o una malattia pro-
fessionale, la considerazione del patri-
monio bio-attitudinale-professionale
rappresenta un esplicito riferimento
alla discriminazione sessuale tra uo-
mini e donne, causando una diminu-
zione generalizzata degli indennizzi e
delle rendite liquidate alle donne infor-
tunate. (…)
Scopriamo che tale insensibilità alla
dimensione femminile del danno da la-
voro si verifica anche analizzando la
Tabella delle menomazioni per quanto
riguarda i tumori tipicamente femmini-
li, come quelli della mammella o dell'u-
tero, ovvero gli eventuali eventi trau-
matici che richiedono una mastecto-
mia o una isteroannessioctomia totale,
cioè l'asportazione totale dei genitali.
Nella Tabella delle menomazioni
non c'è una esplicita definizione della
mastectomia femminile, che è invece
diventata una terapia chirurgica di ele-
zione per patologie gravi sempre più
diversificate. Quindi l'asportazione
della mammella vale, sia per l'uomo
ottobre 2009 noidonne24
Consigliere di Parità
Discriminate anche negli infortuni
Donne nella crisi:
più disposte a lavorare
A differenza di alcuni, trovo sempre stimolanti e
utili i dati statistici, che in modi diversi ci aiutano
a capire meglio la nostra condizione e che, in ulti-
ma analisi, dovrebbero essere all'origine di tutte le
decisioni politiche... anche se purtroppo non sem-
pre è così. Alla fine di luglio è stato presentato il
"Rapporto sul mercato del lavoro 2008-2009" a
cura del Cnel: un lavoro di fonte autorevole e ricco
di informazioni che, coerentemente con la strate-
gia dell'ente, sono anche rigorosamente in ottica di
genere (www.portalecnel.it).
Il 2008 si è chiuso con un aumento delle forze di
lavoro (occupati + disoccupati) e tale crescita è
stata sostenuta dalla componente femminile "dopo
alcuni anni di andamento stagnate".
Il tasso di attività delle donne, infatti, ha ripreso
ad aumentare per la primo volta dopo anni, per
una serie di fattori. In primo luogo per l'entrata nel
mondo del lavoro delle più giovani con migliori
livelli di scolarizzazione, che non accettano di stu-
diare senza almeno provare a trovarsi un'occupa-
zione. In secondo luogo è stato sostenuto dal supporto indirettamente for-
nito dalle donne straniere (in particolare colf e badanti) che non solo
sono andate ad aumentare la quota di lavoro femminile, (+2% annuo) -
e a settembre, con la regolarizzazione prevista che interessa tra le
300.000 e le 500.000 persone, avremo un ulteriore aumento - ma hanno
anche fornito quel supporto al lavoro di cura che le donne lavoratrici non
trovano altrimenti. Altro elemento che chiarisce la crescita dell'occupa-
zione femminile è rappresentato dalla diffusione di un'organizzazione
degli orari e del lavoro flessibili che ha incrementato in modo particola-
re il ricorso al part-time.
Sicuramente, poi, sull'aumentata offerta di lavoro femminile hanno pesa-
to quelle donne che con un partner con status socio-economico medio-
basso o con forte instabilità lavorativa si sono viste stimolate a cercare
un'occupazione per migliorare le entrate famigliari.
E' un fatto, del resto, che l'attuale crisi stia in questa fase colpendo in par-
ticolare gli uomini, occupati nei settori più esposti ad essa, quale quello
dell'industria e delle costruzioni, comparti caratterizzati da una massic-
cia presenza maschile. Le donne in questo momento di crisi dimostrano
una forte vitalità, senso di consapevolezza e responsabilità. Le italiane
(con il 47,2 %) rimangono tuttavia fanalino di coda rispetto alle colle-
ghe europee, che vantano tassi di attività e di occupazione ben più ele-
vati e la distanza con loro non si è ridotta nell'ultimo decennio. Sarebbe
però sbagliato non cogliere gli elementi di novità, proprio in un momen-
to di crisi. Alida Castelli
Isa Ferraguti e Mirella Guicciardi*
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