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Numero 1 del 2015

Forti e fragili come adolescenti - Speciale Rebibbia


Foto: Forti e fragili come adolescenti - Speciale Rebibbia
PAGINA 24

Testi pagina 24

22 Gennaio 2015
Come donne possiamo continuare a par-
lare di conciliazione tra famiglia e lavoro quando il proble-
ma principale (di donne e uomini) è oggi quello di averlo e
di mantenerlo, il lavoro? Possiamo chiedere più asili nido,
quando la priorità è sempre quella del lavoro? Oppure ra-
gionare di assistenza agli anziani quando i Comuni han-
no le casse vuote? Parlare di Welfare aziendale quando le
aziende sono strangolate dall’impossibilità di accesso al
credito? Promuovere i tempi e orari delle città, la vivibilità ur-
bana e la mobilità quando la crisi economica delle famiglie
impone ben altre priorità? Possiamo chiedere di investire
nell’imprenditoria femminile
quando non ci sono soldi
per investire in alcunché?
Al momento, tutte le politi-
che “tradizionali” rivolte al
femminile e per il benes-
sere della collettività appa-
iono un lusso per il nostro
paese, tutto viene travolto
dalle politiche per l’austeri-
ty e la conseguente urgen-
za economica e lavorativa.
Nasce quindi la necessità
di una profonda riflessio-
ne su come rimodulare
l’impegno delle donne per
migliorare questo paese:
si dovranno abbandonare
i vecchi temi, che riman-
gono comunque sacrosanti, per abbracciarne di nuovi,
più consoni ai problemi di questi tempi? Insistere sulla
bontà di quelli vecchi che prima o poi ritorneranno at-
tuali? Fare un compromesso?
Una prima risposta l’ha già data la politica, che in modo
bipartisan e nell’arco di più governi e diverse maggioran-
ze ha tagliato drasticamente negli ultimi 10 anni le risor-
se nazionali per tutti questi temi. Non ci sono infatti più
risorse per la conciliazione famiglia-lavoro (L.53/2000),
per l’imprenditoria femminile (L. 215/92), per le azioni po-
sitive (L. 125/91), per i diritti e le opportunità dell’infanzia
(L.285/91). I fondi nazionali per il welfare (Fondo Pari op-
portunità, Politiche giovanili, Infanzia e Adolescenza, Poli-
tiche sociali, non autosufficienza, Immigrazione e Servizio
Civile) sono complessivamente passati da 1.874,6 milioni
di euro nel 2008 a 225,9 milioni di euro nel 2013. Le risor-
se per gli asili nido nel Fondo nazionale per la Famiglia
sono passate da 348 milioni del 2007 a 10,9 nel 2012.
Anche se le risorse dell’Unione Europea e degli Enti
Locali hanno in parte sopperito a questa riduzione, si
coglie chiaramente il messaggio di un forte ridimensio-
namento da parte dello Stato del sistema di welfare, che
viene così delegato alle famiglie (soprattutto alle don-
ne) e al terzo settore e ai privati (dove, guarda caso,
lavorano quasi tutte don-
ne) e solo per le famiglie
che se lo possono ancora
permettere. Per onestà va
ricordato che la riduzione
dell’impegno pubblico nel
sistema del welfare fa par-
te sia di una complessiva
riduzione della spesa pub-
blica nazionale che di una
tendenza che si può osser-
vare anche in altri paesi eu-
ropei, ma questo non cam-
bia la sostanza delle cose.
Sono soprattutto donne i
soggetti sui quali si stanno
scaricando le carenze del
nostro sistema di welfare
riguardo alla cura di bam-
bini e anziani. Quali saranno le conseguenze sulle loro
possibilità occupazionali? Il carico di responsabilità del-
le donne nel welfare familiare è destinato ad aumentare
con il crescente invecchiamento della popolazione. Se-
IDEE NUOVE
PER CONTARE
DI PIÙ
E USCIRE
DALLA CRISI
Le poLitiche aL femminiLe cominciano
ad apparire un Lusso rispetto aLLa
drammaticità deLLa crisi che L’itaLia sta
attraversando. servono nuove idee
perché non basta che ci siano più donne
neLLe posizioni di potere. occorrono
anche nuovi contenuti.
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