Numero 3 del 2015
8 Marzo al tempo delle crisi
Testi pagina 24
22 Marzo 2015
“Oggi, come ai tempi di mia nonna, io e
mia sorella, che siamo la quarta generazione di vivaisti della
mia famiglia, insieme a nostra madre lavoriamo in azienda
tutti i giorni con la consapevolezza che essere donna vuol
dire avere pari diritti, pari doveri, ma essere diverse. Nell’am-
bito agricolo la forza fisica per alcune cose fa la differenza,
e questa è una qualità piuttosto maschile, ma noi affrontiamo
tutto con un altro genere di forza, che è determinazione, pre-
cisione, caparbietà.. Certo mi rendo conto che le cose non
sono proprio come un tempo e se dovessi fare un confronto
con il passato posso dire che mia nonna è stata un pilastro
per la costituzione dell’azienda, ma ha sempre lavorato alle
spalle di mio nonno. Oggi, invece, io sono una imprenditrice
agricola in prima linea!”
Maria Grazia Milone, Calabria
“Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, da siciliana
e da donna, mi ha riempito di gioia e di speranza. Più volte ci
ha citato nel suo discorso di insediamento: donne parlamen-
tari, donne che non devono avere paura di violenze e discri-
minazioni , donne che donano con generosità il proprio tempo
agli altri , che non si arrendono alla sopraffazione, che lottano
contro le ingiustizie e che cercano una via di riscatto ”.
Gea Turco, Sicilia
“Se potessi chiedere a mia nonna (che non c’è più) direbbe
che non ha mai avuto tempo per queste cose… Ma forse quel
tempo lo ha avuto: quando rimaneva in casa a cucinare le ne-
vole con le altre donne, quando portavano da mangiare agli
uomini in campagna camminando per chilometri con le ceste
in testa, quando accudivano i bambini che si ammalavano,
quando pensavano loro al bestiame .. forse era in quei mo-
menti che manifestavano il loro ‘essere’ Donna, con la deter-
minazione, la volontà e anche tanti sacrifici. E allora il mio 8
marzo quest›anno lo dedico alle nostre nonne e mamme che
ci hanno trasmesso valori e saperi che non avremmo potuto
trovare in nessun libro di scuola, con la promessa e la speran-
za di trasmetterli ai nostri figli”.
Domenica Trovarelli, Abruzzo
“È sempre stato un giorno come tutti gli altri, si lavorava con lo
stesso ritmo, dedizione e serenità che ha sempre contraddistin-
to le donne della nostra azienda, che non hanno mai dovuto
dimostrare nulla. Rispetto le battaglie per la parità ed il ricono-
scimento dei diritti delle donne, ma il punto cruciale della nostra
riflessione credo debba essere questo: siamo sicure di esse-
re arrivate veramente dove si voleva? Oggi, è vero, sediamo
ai tavoli istituzionali ma quello che succede in azienda - dove
vieni ascoltata, capita e supportata - non succede su quei tavoli
dove ti rispettano e ti stimano, ma quando poi cݏ da fare il salto
per supportarti in una decisione importante gli uomini scompa-
iono… puoi solo contare sulle donne ... e non è poco!”
Pina Terenzi, Lazio
“La mia attività agricola più che trentennale è nata saltando
una generazione, sono nata in città e lì ho vissuto fino alla fine
dell’Università. I miei ricordi sono quelli studenteschi, le mani-
festazioni , il femminismo, che tanto ha fatto per dare coscien-
za alle donne delle loro possibilità e dei loro diritti. Leggendo
i racconti delle mie colleghe apprendo storie di donne deter-
minate e costruttive e questo mi riempie di gioia perché vedo,
soprattutto nelle giovani, la capacità di contribuire a far cre-
Abbiamo chiesto alle responsabili
regionali di Donne in Campo (CIA) di
scrivere un ricordo e qualche riflessione
sul presente intorno all’8 marzo,
raccontato da chi vive in campagna.
Ecco una sintesi delle loro risposte
OTTO MARZO
IN CAMPAGNA
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