Numero 2 del 2007
Famiglia allargata e in evoluzione
Testi pagina 23
noidonne febbraio 2007 23
La sala operatoria pare che non siapiù solo "roba da uomini", ma le don-
ne, con una battaglia veramente dura,
cominciano ad affermarsi in modo si-
gnificativo anche in settori della medici-
na tradizionalmente maschili come ad
esempio la chirurgia.
Spesso sono state costrette a tirar
fuori le unghie per non farsi relegare in
un angolo dalle discriminazioni di gene-
re, ma con testardaggine hanno rotto gli
argini permettendo all'onda rosa di
avanzare e dimostrare che l'altra metà
del cielo ha competenza e passione da
vendere.
Non sono quindi destinate a specia-
lizzarsi solo in ginecologia o pediatria,
considerate un prolungamento del lavo-
ro di mamma!
La scalata ai ruoli apicali, però, si
prospetta ancora particolarmente ar-
dua se si pensa infatti che su 273 donne
che esercitano la chirurgia generale
iscritte alla Società italiana di chirur-
gia, solo cinque sono Professore Ordina-
rio nelle Università.
Se prendiamo in esame tutto il piane-
ta delle donne chirurgo e non solo la.
Molto spesso le competenze acquisite
con anni di esperienza anche all'estero,
spaventano i colleghi, contrariamente a
quanto avviene nel mondo anglosasso-
ne e quindi si ingenerano delle forti dis-
criminazioni.
Queste, trasformano lo sviluppo pro-
fessionale in un vero percorso a ostaco-
li e spesso, molte professioniste battono
in ritirata.
Altri ostacoli si creano con l'assenza
dal lavoro per maternità, che rimane un
problema anche per le dottoresse, per-
ché è poco accettata dai colleghi ma-
schi e soprattutto al rientro, devono far-
si valere con forza per riappropriarsi dei
loro posti. E' opinione diffusa tra molte
delle dottoresse, acquisire un'altissima
professionalità e avere il coraggio di de-
nunciare le discriminazioni anche attra-
verso i Comitati Pari Opportunità delle
Aziende Ospedaliere e Universitarie che
dovrebbero essere istituiti per legge.
Conciliare la professione con quella
di mamma è sempre impegnativo, ma
con quella di chirurgo è ancora più dif-
ficile perché, ad esempio, quando entri
in sala operatoria non sai quando esci.
Quindi la parola d'ordine è "Organiz-
zarsi"…come succede a tutte le altre
mamme lavoratrici!
Nemmeno dal punto di vista fisico ci
sono controindicazioni per esercitare la
professione di chirurgo.
La maternità crea delle grosse diffi-
coltà, non solo di conciliazione, ma so-
prattutto di mantenimento dell'incarico,
per le dottoresse precarie, con contratti
libero professionali o simili.
Molto spesso sono costrette a dimet-
tersi appena comunicano lo stato di
gravidanza, con la promessa verbale di
riavere l'incarico al rientro.
Si è riscontrata in più occasioni la
mancata conoscenza dei propri diritti
da parte delle professioniste, ma la cosa
più grave è il silenzio e l'accettazione di
queste situazioni per la paura di perde-
re quella piccola opportunità.
Credo che le figure istituzionali pre-
poste alle funzioni di tutela antidiscri-
minatoria, debbano operare sempre più
incisivamente di concerto con i Comita-
ti Pari Opportunità per abbattere l'indi-
vidualismo che, purtroppo, si è creato in
questi ultimi anni. L'obiettivo della so-
cietà in generale, deve essere quello di
consentire alle persone la libertà di sce-
gliere senza nessun condizionamento,
nel rispetto delle regole e delle leggi.
Migliaia e armate di bisturi
Camici verdi
sono 273 le donne iscritte alla
Società italiana di chirurgia,
solo cinque sono Professore
Ordinario nelle Università e
nella chirurgia generale su più
di 2 mila ordinari, appena 175
sono donne
Donatella Orioli
“
Gli aumenti dei pedaggi autostradali sono ormai una costante. Nel 2006 era stata
la società Autostrade a decidere un aumento del 2,3%. Quest'anno è l'ANAS, che
controlla Autostrade, ha far scattare un aumento tra lo 0,8 e 1,8% in linea con
quanto previsto dalla finanziaria 2007. Ma che a beneficiare degli aumenti sia
Autostrade o Anas, è pur sempre il cittadino a pagare i pedaggi e il problema più
importante è che gli aumenti reali vanno oltre il tasso di inflazione raggiungendo
picchi, in alcune tratte, anche del 10 %!.I punti più critici della rete autostrade
risultano essere i percorsi brevi intorno alle maggiori città come Roma, Milano e
Firenze. Nello scorso anno a fronte dell'aumento dichiarato del 2,3%, furono con-
statati aumenti reali che raggiungevano il 9 -10-12-14 fino, addirittura, il 33.3% (
tratto Firenze Certosa - Firenze Sud). Quest'anno già nei primi giorni di gennaio
sono stati rilevati aumenti dei pedaggi che vanno dal 7 al 10%. Tutto ciò è allar-
mante e inaccettabile, nonostante la società Autostrade lo spieghi attribuendo gli
aumenti al meccanismo degli arrotondamenti e impedendo, in questo modo, ai cit-
tadini ogni possibilità di verifica del servizio. E' addirittura paradossale poi che
l'Anas, che in questo caso fruisce dell'incremento dei pedaggi, sia la stessa addet-
ta al controllo di Autostrade. Molte associazioni di consumatori hanno perciò pro-
testato, giudicando ingiustificati tali aumenti che vanno a ripercuotersi sul tasso
di inflazione, lasciando i cittadini inermi nel difendersi. A questo punto, ci possiamo solo augurare che non siano i soli-
ti scherzi di Carnevale e che il Governa prenda al più presto i dovuti provvedimenti.
Viola Conti
Pedaggi autostradali:
aumenti dall’1,8
fino al 10%