Numero 5 del 2008
Donne elette: tutto è cambiato, nulla è cambiato
Testi pagina 23
Ho impostato la mia vita così. Ho tante
amiche, vere, e ne vado orgogliosa per-
chè la reciprocità e la corresponsione di
slanci che ci possono essere tra donne,
se sincera, è la più profonda.
Al di la dei riconoscimenti personali
che riscontri ha avuto del suo libro,
dal punto di vista politico-istituzio-
nale?
Al libro hanno risposto tutti. Napoli-
tano, Damiano, Berlusconi, Boselli, Ber-
tinotti etc etc. Tutte di segreteria, ci
mancherebbe, e tutte di facciata. La cer-
tezza che è un problema di cui non fre-
ga a nessuno è data dalle inutili rispo-
ste che mi hanno dato.. Ma questa è la
dimostrazione che la politica e la gente
sono ormai due entità distinte. La rispo-
sta più bella, l'unica bella, me l'ha man-
data Prodi o chi per lui. Si capiva che il
libro era stato letto perchè c'era un rife-
rimento al capitoletto da me dedicato ai
precetti dei miei genitori. Prodi ha scrit-
to che all'educazione non bisogna ri-
nunciare, diversamente la società va al-
la deriva.
Per il resto il libro è stato apprezzato
in maniera trasversale, ho avuto recen-
sioni ovunque, anche sul Corriere Pada-
no di destra e sul settimanale della Cu-
ria, oltre che sui quotidiani e vari siti di
partito. D'altra parte il problema è tra-
sversale. Anzi, esistenziale.
Che prospettive vede?
Francamente non lo so, ma temo che
il problema della flessibilità lavorativa -
detto così fa meno sfigato - non verrà ri-
solto e ho la sensazione che non ci sia
poi tutto questo interesse a risolverlo
perché forse soddisfa troppo bene e ap-
pieno il concetto di 'potere' di alcuni su
altri.
noidonne maggio 2008 23
Gentile dottoressa, sono Stefa-
nia, una signora di 40 anni, e la-
voro come impiegata nell'ammini-
strazione di una grande società
farmaceutica dell'hinterland mila-
nese da circa 20 anni.
Sono sempre stata molto soddi-
sfatta del mio lavoro e dei rappor-
ti instaurati con i colleghi che, dopo lungo tempo, considero
quasi una famiglia. Da qualche anno a questa parte però l'at-
mosfera in azienda, di solito molto tranquilla, sta diventan-
do sempre più pesante e tesa a causa dei vari
cambiamenti dovuti a direttive della "casa madre". Si sta
verificando una fase di riorganizzazione aziendale che ha
toccato molte valutazioni delle competenze del personale im-
piegatizio a seguito delle quali sono state prese decisioni co-
me stravolgimenti di mansioni e spostamenti di settore, pre-
pensionamenti e anche qualche licenziamento. Nonostante il
dispiacere per la "perdita" dei colleghi, la situazione mi ha
toccato solo superficialmente, non essendo stata coinvolta
nel cambiamento. Non mi ero resa conto che ad essere valu-
tati potevano essere anche i capi, come è puntualmente ac-
caduto. A maggio infatti, dopo 17 anni di lavoro con lo stes-
so responsabile, una
persona che stimo tantissimo per la sua capacità di guida-
re le persone e di incoraggiarle facendole crescere professio-
nalmente, il mio diretto superiore verrà mandato in Francia
dove sostituirà il responsabile dell'amministrazione di un'al-
tra filiale che invece verrà nella nostra sede in Italia.
La preoccupazione mia - e di tutto il nostro settore - è co-
me fare a comunicare con una persona di un'altra cultura che
oltre a parlare un'altra lingua, ha un altro modo di lavorare,
e magari non saprà apprezzare il lavoro da noi svolto? E poi
con che criterio i vertici hanno sostituito una persona che ha
esperienza e che conosce le scadenze fiscali italiane con una
persona - non dico che non sia altrettanto capace - che deve
prendere contatto con un'altra realtà? Può darmi un consiglio
su come superare l'ansia che sto provando in vista di questo
cambiamento? Grazie.
Stefania Gornati (Trucazzano - MI)
Cara Stefania, noi non possiamo sapere i motivi delle de-
cisioni stabilite dai vertici aziendali e sicuramente basata su
valutazioni precise del quadro d'insieme. Non pensi che l'a-
zienda abbia deciso di spostare del personale in altri settori
con altre mansioni per evitare ulteriori licenziamenti?
Potrebbe essere che il tuo capo, affidabile e responsabile,
sia stato inviato in Francia per portare la sua esperienza e "ri-
sanare" una situazione. Ciò che non bisogna fare di fronte al
cambiamento è "cominciare a fasciarsi la testa prima di es-
sersela rotta", questo potrebbe creare ansia e pregiudizi nei
confronti di una persona che magari è altrettanto piacevole e
professionalmente preparato. Ricorda quando hai comincia-
to a lavorare, non potevi sapere cosa avresti trovato ed eri ri-
cettiva a tutto ciò che ti avrebbero detto e, soprattutto, eri
pronta alla "novità". La vita è movimento e ci riserva sempre
sorprese, e il mondo del lavoro in questo momento è una "pa-
lestra" in cui dobbiamo misurare le nostre capacità di adat-
tamento e sta a noi decidere come affrontarli. Considera que-
sta situazione come una possibile opportunità di crescita e
forse anche di sviluppo personale.
Cristina Melchiorri
“Stravolgimenti” in azienda
un libro che denuncia il precariato nelle professioni
intellettuali, che hanno un valore sociale “dove più che in
altri ambiti è richiesta tenacia, cultura, creatività”.
Ad esempio l'informazione