Numero 6 del 2009
Libere o sicure?
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74mila nel 2007)". Al crescere del livel-
lo di istruzione, crescono anche l'occu-
pabilità e il reddito. Del resto "i laurea-
ti sono in grado di rispondere meglio ai
mutamenti del mercato del lavoro".
La seconda informazione interessan-
te è riferita al fatto che chi è in possesso
di un titolo di studio universitario pre-
senta un tasso di occupazione di oltre
10 punti percentuali in più di chi ha
conseguito un diploma di scuola secon-
daria superiore (78 contro 67%).
Anche il reddito premia i titoli di stu-
dio superiori: misurato per la stessa
classe di età (25 - 64), è più elevato del
65% rispetto a quello percepito dai di-
plomati di scuola secondaria superiore.
A cinque anni dal conseguimento
della laurea, la stragrande maggioran-
za dei laureati è comunque inserita nel
mondo del lavoro, ma nell'ultimo anno
l'occupazione è calata di 0,5 punti per-
centuali, la disoccupazione è aumenta-
ta di 3 punti, mentre la quota dei lau-
reati occupati si è contratta - negli ulti-
mi 7 anni - di 6 punti.
Nei primi due mesi del 2009, rispetto
all'analogo periodo dell'anno preceden-
te, si è registrato un calo nelle richieste
dei laureati del 23%, con forti contra-
zioni nei titoli di studio solitamente al
vertice (- 35% per i laureati del gruppo
economico-statistico, - 24% per gli inge-
gneri).
Gli uomini, all'interno di ciascun
gruppo, guadagnano il 23% in più delle
colleghe (1.158 euro contro 942); un'a-
nalisi approfondita mostra che a parità
di condizioni gli uomini guadagnano in
media 160 euro in più al mese.
La spesa pubblica nel campo dell'i-
struzione universitaria è pari allo 0,78%
del PIL, contro il 2% dei paesi Scandi-
navi, 1,02% del Regno Unito, 1,16%
della Germania, 1,21% della Francia e
1,32% degli USA. Per quanto riguarda
la ricerca e lo sviluppo, l'Italia destina
l'1,10% del PIL risultando così l'ultimo
fra tutti i Paesi più sviluppati.
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aumento della disoccupazione, duplicazione dei titoli,
discriminazioni di reddito e in base al sesso, tagli
finanziari: le mille facce dell'istruzione universitaria
Carissima Dottoressa,
mi chiamo Marilisa Zucchelli, le
scrivo perché desidero condividere la
mia storia di donna da lavoratrice
frustrata a Donna felice con un lavo-
ro non riconosciuto.
Da sempre ho vissuto per compia-
cere le persone che ruotavano intorno
alla mia vita e come da copione an-
che nel lavoro ho applicato lo stesso
format: a 27 anni, ero già copy editor in una società di pubblicità
ed organizzazione di eventi…
Ho sposato il proprietario e ho, un po' per merito, un po' per
"ruolo", lavorato ai vertici dell'azienda. Per 15 anni ho espresso il
potenziale ai massimi livelli, ma gli ultimi anni di attività tutte le
mattine mi alzavo con l'angoscia di andare in azienda… Le gior-
nate erano scandite di fatto da un doppio lavoro: gestire la demo-
tivazione rispetto al lavoro ed il lavoro stesso…Ho iniziato ad ac-
cusare lo stress fisicamente con malesseri di varia natura ma non
gli ho dato peso perché era giusto lavorare e produrre nell'azienda
di famiglia. Alla fine mi sono dovuta fermare per forza per via di
un cancro al colon. Ho fatto fronte alla malattia come sono solita
fare in modo metodico e strutturato, ho chiesto il permesso dal la-
voro a mio marito e mi sono curata seguendo le indicazioni della
medicina convenzionale, ma la malattia continuava ad avanzare.
Ad un certo punto mi sono interrogata sul perché mi fossi am-
malata, allo stesso modo mi sentivo rilassata perché non dovevo
andare al lavoro; quindi in un momento di dolore e riflessione ho
avuto la risposta: io non volevo più lavorare o meglio non volevo
più fare quel lavoro! All'improvviso ho cominciato a migliorare e
ho incontrato durante il mio percorso di malata un medico antro-
posofo. Questo tipo di medicina cura più la causa che il sintomo e
mi ha fatto avvicinare alla medicina olistica ed omeopatica; ho
pertanto iniziato ad appassionarmi a queste discipline e quando
sono guarita ho preso il coraggio a due mani e ho comunicato a
mio marito che non avrei più lavorato nella nostra azienda.
Lui, contrariamente a quanto mi aspettassi, ha compreso le mie
necessità ed anzi, ogni volta che mi vedeva leggere ed informarmi
rispetto a queste discipline mi spingeva ad approfondirle.
Oggi cara Dottoressa sono un'esperta di Fiori di Bach, Counselor
professionista e Naturopata e mi occupo di discipline incentrate
sulla relazioni di aiuto per cercare di diffondere il pensiero che le
malattie ci vengono perché il nostro corpo ci vuole comunicare un
disagio, un qualcosa che noi non vogliamo fare realmente, ma ne
siamo costretti.
Marilisa Zucchelli
Carissima Marilisa nel leggere la tua lettera mi sono commossa!
Moltissime donne mi scrivono comunicandomi il loro disappun-
to e le loro odissee motivazionali legate all'attività che svolgono e
mi chiedono come cambiare, in che modo possono risolvere i loro
problemi; probabilmente questo tuo scritto aiuterà molte di loro a
riconoscere gli aspetti negativi dei nostri comportamenti servili o a
volte incoerenti rispetto a quelli che sono i nostri veri interessi o an-
che la nostra vera natura.
Ti ringrazio moltissimo per avermi citato questa tua esperienza,
sono certa che ritornerai ai vertici anche con questa nuova attivi-
tà. Di fatto come dico sempre è la passione che ci guida in tutte le
cose che facciamo!
Cristina Melchiorri
Il corpo è il mio life coach