Numero 1 del 2016
L'utero è mio e....? Maternità surrogata
Testi pagina 23
21Gennaio-Febbraio 2016
MADRI
A TUTTI I COSTI
SUl TEMA DEllA MATERNiTà
SURROgATA AbbiAMO ChiESTO le
opinioni alle detenute di Rebibbia
ChE fREqUENTANO il lAbORATORiO
‘a mano libeRa’ ChE NOiDONNE
ORgANizzA NEllA SEziONE fEMMiNilE
DEll’iSTiTUTO Di PENA DEllA CAPiTAlE
PER il SECONDO ANNO CONSECUTiVO.
AlCUNE SONO lE STESSE ChE AbbiAMO
già CONOSCiUTO E DEllE qUAli SONO
STATi PUbbliCATi i TESTi NEl 2015,
AlTRE SONO NUOVE iSCRiTTE.
Si è SVilUPPATO UN DibATTiTO
iNTERESSANTE ChE RiPORTiAMO
SiNTETiCAMENTE qUAlE VAliDO
CONTRibUTO SU UN TEMA COMPlESSO
E ATTUAlE. è iNTERESSANTE
REgiSTRARE i SENTiMENTi PROfONDi,
lE CONSiDERAziONi E gli
iNTERROgATiVi, iN bUONA PARTE
CONDiViSibili, ESPRESSi tra DONNE
e come DONNE.
Alessia. “Non so se sarei disposta a far crescere un bambino
dentro di me per conto di un’altra persona… dovrei provare
per questa persona un grande amore. Però sono favorevole
alla gestazione per altri perché penso che ognuno debba es-
sere libero di scegliere come utilizzare il proprio corpo”.
Anna Maria. “Io sono sicuramente contraria in tutti i casi, an-
che nelle situazioni più disperate. Tra l’altro sono sicura che
diventerebbe un business per tutta la malavita a livello mon-
diale, come è stato per la tratta delle bianche negli anni ’50.
La cosa da fare, invece, è snellire la burocrazia per le adozioni
nazionali e internazionali”.
Laura. “Fondamentalmente sono d’accordo per questo ‘utero
in affitto’ solo per atto d’amore!! Io personalmente, essendo
L’UTERO È MIO E…? | 3
mamma, non lo farei mai, ma non condanno assolutamente
le donne che lo fanno. Dovrebbe essere tutto regolamentato,
perché comunque il corpo è della donna, che è padrona di
fare ciò che sente”.
Loredana. “L’argomento è molto vasto e serio, bisogna trattar-
lo con cognizione e riguardo. È necessario che sia regolamen-
tato più che da leggi, da persone che studino caso per caso
anche se è ovvio immaginare percorsi burocratici lunghissimi
ed imparziali, visto l’esempio dell’attuale legislatura. Personal-
mente non mi sento di approvarlo; essendo madre, non con-
cepisco il distacco mirato da chi hai cresciuto per nove mesi,
però ammetto che in tempi moderni la scienza ha bisogno di
spaziare e di nuovi concetti. Però, ripeto, come dividere l’a-
more dalla scelta? Bisogna riflettere ed intanto permettere più
adozioni facilitandole per costi e iter”.
Luisa. “Non si può mettere in relazione la maternità surrogata
con l’adozione, sono cose troppo distanti come concetto. Su
quello che viene chiamato ‘utero in affitto’ io sono possibilista
( anche perché non credo si possa fermare qualcosa che è
una realtà di fatto) ma con una regolamentazione per tutela-
re la donna e per evitare di far diventare merce il suo corpo.
Ritengo molto pericoloso tutto l’aspetto economico che ruota
intorno a questa cosa e mi sembra negativo che siano escluse
le famiglie che non possono permetterselo”.
Sara. “Io, oggi, non sarei disponibile ad accogliere un bam-
bino per poi darlo via, se fossi in una condizione di bisogno
piuttosto mi prostituirei; ma mi metto nei panni di chi fosse co-
stretta a farlo… sarebbe terribile distaccarsi. Però penso an-
che a una donna che non può avere figli… che dolore. Quindi
è difficile dire sì o no…”.
Ausonia. “Decisamente no, mai! Impossibile, poi, chiamare
atto d’amore un distacco così traumatico da un figlio. Un atto
d’amore verso una persona può essere quello di donare un
organo, non un figlio. Farlo per soldi, poi… è un’ipocrisia”.
Maria. “Sono c’accordo con Ausonia. Io non lo farei mai, ma
non mi sento di giudicare chi lo fa”.
Federica. “Io non lo farei, ma penso che ogni donna debba
essere libera di poter scegliere e, se vuole, di farlo. Senza
dubbio serve una regolamentazione normativa e andrebbe
vietata ogni forma di pagamento”.
Sonia. “Mi domando dove finisce l’atto d’amore e dove inizia
l’interesse economico. La grande differenza sta nell’aspetto
economico: se non ci fossero i soldi di mezzo, quante donne
lo farebbero?” ?
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