Numero 12 del 2006
Letterina di Natale dai 4 milioni delle primarie
Testi pagina 22
Aumentano gli occupati di 158.000unità rispetto all'anno precedente
(+0,7%) e il tasso di disoccupazione
cala al 7,7% dall'8% del 2004, ma que-
sto incremento riguarda prevalentemen-
te gli uomini. Dopo otto anni di pro-
gressivo innalzamento e la diminuzione
intervenuta nel 2004, il tasso di occu-
pazione resta fermo al 57,5%, ampia-
mente al di sotto del dato medio del-
l'UE25 (63,6%); rimangono invariati, ri-
spetto all'anno precedente, i tassi di oc-
cupazione maschile (69,7%) e femmini-
le (45,3%). E' il settore delle costruzioni
in cui, per il settimo anno consecutivo,
si registra una dinamica espansiva
(+4,4%, pari a 80.000 unità). Il tutto,
confermando il trend dei due anni pre-
cedenti, avviene con un forte divario
territoriale: all'incremento degli occupa-
ti nel Nord e nel Centro (rispettivamen-
te +1,2 e +0,8 per cento) si contrappo-
ne un nuovo calo nel Mezzogiorno (-0,3
per cento). Il dato negativo dell'occupa-
zione non va d'accordo con i risultati
degli studi, dove 77 donne su 100 van-
no oltre la scuola secondaria, e dove
tendono maggiormente a concludere il
percorso accademico (l'incidenza degli
abbandoni è pari al 7,9 per gli uomini e
solo al 4,8% per le donne). Nonostante
il maggiore rendimento nello studio, le
laureate incontrano più difficoltà dei lo-
ro colleghi nel trovare lavoro: sono ap-
pena il 52% quelle che hanno un lavoro
continuativo contro il 62% dei maschi.
In questa Italia della crescita incerta
se la popolazione aumenta (+ 290.000
residenti per un totale di 58.751.711
abitanti) è dovuto esclusivamente al
movimento migratorio, dato che il mo-
vimento naturale torna ad essere nega-
tivo (-13.282 unità) dopo che l'anno
precedente aveva fatto registrare, per la
prima volta dal 1992, un saldo positi-
vo. La fecondità delle donne italiane è
pressoché stabile (1,33 figli per donna
nel 2004, 1,32 nel 2005). Nell'UE15 l'I-
talia rimane uno dei paesi meno prolifi-
ci e livelli di fecondità ancora più bassi
si registrano solo nei paesi dell'Europa
dell'Est (1,28 in Ungheria e 1,22 in Slo-
venia). Ci si sposa sempre meno in Chie-
sa (il 67,6% del totale dei matrimoni
mentre erano il 68,8% nel 2004) e le
unioni celebrate con rito civile sono il
32,4% (erano il 31,2% nel 2004), ma
nelle regioni centrosettentrionali la per-
centuale dei matrimoni civili supera il
40%. Nel 2005 la speranza di vita alla
nascita è pressoché stazionaria per gli
uomini (77,6 anni contro i 77,7 del
2004) mentre si riduce leggermente per
le donne (da 83,7 a 83,2). Abbiamo
l'indice di vecchiaia più alto dell'Unione
Europea (rapporto tra la popolazione
ultrasessantacinquenne e quella con
meno di 15 anni): 140,4 (nel 2005 era
pari a 137,8 e anche i "grandi vecchi"
(dagli ottanta anni in su) sono in conti-
nuo aumento: sono più del 5% del tota-
le della popolazione. Ovviamente au-
menta il consumo di medicine e sono le
donne più degli uomini a prendere far-
maci (43,7% contro 34,1%).
dicembre 2006 noidonne22
L’Italia alla prova dei numeri
Istat 2006
Isa Ferraguti
qualche nota positiva in non
poche ombre è il Paese delineato
nel tradizionale Annuario Istat,
basato su dati rilevati al 2005
Mi sono diplomata con il massimo dei vo-
ti in Segreteria Aziendale 2 anni fa e con mol-
ta emozione mi sono affacciata sul mondo
del lavoro con la certezza di trovare presto un
buon lavoro. Un posto di lavoro fisso. Mi cre-
de se le dico che sono 2 anni che continuo a
cambiare azienda? Sono iscritta presso alcu-
ne società di lavoro interinale e mi capitano
lavori in "stage, con possibilità di assunzio-
ne" o "assunzione 1 mese + proroghe" in alcuni casi a Milano, in altri nell'hin-
terland milanese con grandi disagi negli spostamenti. E io mi ritrovo quasi sem-
pre a fare sempre e solo fotocopie!
Silvia Contini (Rho)
Cara Silvia,
il modo più semplice per entrare in azienda è fare uno "stage". In genere è
l'ultimo passo di un corso di formazione o di specializzazione post diploma
o post laurea, in molti casi è il primo passo nel mondo del lavoro. Ecco qual-
che consiglio per chi comincia uno stage:
1. Vivi l'esperienza fino in fondo, con la massima apertura, per imparare
il più possibile. 2. Non comportarti da "osservatrice o osservatore" ma cerca
di inserirti rapidamente nell'attività che ti è stata affidata. 3. Mostrati fles-
sibile e disponibile anche per attività eventualmente non coerenti con le tue
mansioni, ma utili per capire come funziona il lavoro e imparare ancora di
più. 4. Non isolarti e non rimanere con "le mani in mano" attendendo che ti
dicano cosa fare. 5. Cerca di essere la soluzione, non il problema. In qua-
lunque tipo di azienda e di attività lavorativa è importante rendersi utili per
risolvere i problemi. Quindi per quanto possibile prendi l'iniziativa e avanza
proposte. 6. Utilizza il tempo per capire le regole scritte e non scritte di un'or-
ganizzazione del lavoro. Guarda oltre l'apparenza. L'azienda è sempre un luo-
go gerarchico e anche un'azienda apparentemente informale nasconde regole
ferree. 7. Questa è un'occasione per imparare, ad esempio, ad usare bene il
personal computer e i programmi più frequentemente usati e navigare in in-
ternet. Sarà utile anche per il prossimo lavoro. 8. È opportuno fare il punto
della situazione, ogni settimana, con il tuo referente aziendale. 9. Non dare
l'impressione che l'unico tuo obiettivo sia essere assunti proprio lì in quella
azienda, subito dopo lo stage;
Può capitare che per qualche mese l'azienda non preveda assunzioni. Po-
tresti essere richiamata solo più tardi, in caso di necessità. Quindi è giusto
avere attese, ma non farti troppe illusioni! Per quanto riguarda certe "distor-
sioni applicative" dei contratti di lavoro e soprattutto l'interpretazione diffu-
sa dei rapporti interinali ci siamo più volte detto che occorre rendere meno
"conveniente" alle aziende l'utilizzo di interinali per ri-bilanciare la tendenza
verso una maggiore stabilità degli impieghi, che favorisca anche la capitaliz-
zazione delle esperienze e dia più serenità di prospettive. Ma questo è un al-
tro problema. Ora pensa solo che, in ogni caso, stai investendo su te stessa e
stai acquisendo, comunque, una serie di conoscenze che ti faranno crescere.
Impegnati al massimo e stai con le antenne pronte a cogliere nuove e più sti-
molanti opportunità, con la maggiore consapevolezza che stai accumulando.
Cristina Melchiorri
Ma quando finiscono gli stage?