Numero 7 del 2007
Uomini contro la violenza sulle donne
Testi pagina 22
Un buon esempio di sinergia tra isti-tuzione pubblica e operatori privati
Novembre 2006 - giugno 2007: fra
queste due date si snoda la storia di 28
lavoratori della Sinudyne di Ozzano
dell'Emilia, in provincia di Bologna,
dalla chiusura dell'azienda al loro ricol-
locamento.
È un progetto di Politiche Attive del
Lavoro che rappresenta uno dei primi - e
riusciti - episodi di collaborazione fra
Enti pubblici e operatori privati con la
partecipazione di Enti di formazione e il
supporto delle organizzazioni sindacali.
La S. E. I. Sinudyne, nata nel 1946,
dopo essere stata leader nazionale nella
produzione di televisori e videoregistra-
tori, dagli anni Novanta ha conosciuto
una fase di declino che, il 31 agosto
2006, l'ha condotta, dopo numerose
trattative, a chiudere lo stabilimento di
Ozzano dell'Emilia. Nel novembre 2005
un accordo tra l'azienda e le organizza-
zioni sindacali, con la mediazione del-
l'Assessore al Lavoro della Provincia di
Bologna, prevede un impegno della Pro-
vincia stessa a pianificare percorsi di ri-
qualificazione professionale, finalizzati
alla ricollocazione dei lavoratori.
La Provincia, al fine di ottenere il mi-
glior risultato possibile, ha poi coinvol-
to Obiettivo Lavoro e l'Ente di Formazio-
ne AECA.
Un elemento di difficoltà del proget-
to era costituito dalla composizione del
gruppo di lavoratori interessati: su 28
persone, una prevalenza femminile (16
donne), un'età media abbastanza avan-
zata, un livello di scolarità medio bas-
so, tutte residenti nella zona di insedia-
mento dell'azienda.
Nel costruire i percorsi si è dovuto te-
nere conto dei vincoli rappresentati dai
problemi di gestione familiare, in parti-
colare per le donne, per le quali era og-
gettivamente impossibile proporre spo-
stamenti superiori a qualche chilome-
tro. Per queste lavoratrici infatti all'an-
goscia derivante dalla perdita del lavo-
ro si aggiungeva anche un ulteriore ele-
mento di destabilizzazione costituito
dalla necessità di cercare le nuove op-
portunità lavorative in un'area geografi-
camente limitrofa. Inoltre, non è stato
ovviamente possibile rivolgersi ad
aziende con organizzazione del lavoro
basata su turni anche notturni.
Il progetto si è sviluppato essenzial-
mente su tre aree di attività: l'orienta-
mento, la riqualificazione e l'inserimen-
to lavorativo degli ex dipendenti Si-
nudyne.
Obiettivo Lavoro si è mossa in due di-
rezioni: da un lato ha coinvolto nel pro-
getto le associazioni dei datori di lavo-
ro a livello locale e provinciale, dall'al-
tro ha contattato direttamente oltre 160
aziende per sottoporre i profili dei lavo-
ratori.
I risultati di questi mesi di lavoro so-
no incoraggianti: il 71 % del totale dei
lavoratori è occupato, e di essi solo cin-
que hanno un contratto temporaneo.
La ricollocazione dei
lavoratori Sinudyne
Obiettivo lavoro
luglio/agosto 2007 noidonne22
Parlare di donne oggi significa fare i conti con la tutela della nostra femminilità. Un patrimo-
nio da non svalutare ma da arricchire di valori tutti specifici e intrinseci alla nostra condizio-
ne di mogli, figlie, amanti, cittadine, madri e, perché no, elettrici. Leggendo gran parte della
letteratura al femminile noto che, col passare degli anni, le autrici più avvedute stanno recu-
perando un senso di sé che il femminismo ante litteram aveva paradossalmente obnubilato,
riducendo ai minimi termini quella ricchezza interiore che solo la cultura e la sensibilità di una
donna equilibrata e felice di esserlo sa mettere al giusto posto. Dico questo perché se per società non violenta intendia-
mo una condizione in cui ciascuno, uomini e donne, debba avere abbastanza potere reale da determinare le decisioni ri-
guardanti la propria vita in maniera compatibile con il riconoscimento dell'Altro, sì che si abbia la possibilità di realizzare
la miglior vita di cui si è capaci, è chiaro che di strada occorre farne. E parecchia. Le femministe, pure nella loro varietà,
spendendosi in prima persona per trasformare la propria vita e condizione, da oppressa e inferiore a padrona di sé e libe-
ra, non si sono poste l'obiettivo di sostituire una condizione di potere con un'altra, né di negare riconoscimento all'altro
sesso. Eppure questa terza via pare difficile da trovare. Le donne al potere si mascolinizzano, parlano per slogan di pote-
re, perdono il loro specifico femminile. E' invece ora di formarsi una coscienza serena e lucida di cosa significhi portare il
femminile nella società in tutto il suo ventaglio di applicazioni professionali. Oggi le donne debbono ritrovare un sano
equilibrio dei loro desideri, ricollocando le gioie del loro sesso laddove si sono perse le radici di un'autentica identità fem-
minile. Sarà difficile, certo, ma dopo una rivoluzione arriva sempre il tempo di guardarsi indietro e di rimettere a posto i
pezzi della propria storia. Il personale è politico, la scissura cartesiana tra corpo e mente un autentico delirio; decisiva la
sfera della sessualità motore di ogni relazione, si pensa col cuore e si deve lottare per una felicità sobria e condivisa. E chi
non ha cura di se stesso non riesce ad avere cura degli altri. C'est la vie.
Femminilità e femminismo