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Numero 11 del 2008

L'inverno dei diritti


Foto: L'inverno dei diritti
PAGINA 22

Testi pagina 22

Èdi una donna l'idea di mettere a con-fronto le voci dei giovani e dei meno
giovani, per costruire un dialogo inter-
generazionale e un dialogo politico nel
sindacato. Si tratta di Antonella Fur-
giuele, da sempre impegnata in ambito
sindacale e oggi segretaria generale Ro-
ma Est di NIdiL CGIL 'Nuove identità di
lavoro', una struttura sindacale che dal
1998 dà voce e rappresentanza a lavo-
ratrici e lavoratori atipici per tutelarne i
diritti: stipendio a fine mese, garanzie
contro il licenziamento, tutela di malat-
tia e maternità (www.nidil.cgil.it). Dal-
l'idea alla realizzazione dell'idea, con
l'organizzazione dell'iniziativa pubblica
dal titolo 'Parlami di te', tenutasi pochi
giorni fa a Roma. All'incontro hanno
partecipato, tra l'altro, Filomena Trizio,
segretaria nazionale di NIdiL, Fulvio
Fammoni segretario nazionale confede-
rale e l'attore Neri Marcoré. "Abbiamo
voluto promuovere questa iniziativa
pubblica per capire come i giovani ci re-
cepiscono, se il linguaggio che adope-
riamo arriva con facilità o se c'è qual-
cosa di cui non teniamo conto - dice
Furgiuele, e aggiunge - . I protagonisti
sono Alessandro e Sabrina, giovani pre-
cari che si sono prestati a conversare
con noi, a dirci se e come ci vedono, se
e come ci recepiscono". Questo lo scopo
immediato della tavola rotonda, che ha
però un obiettivo a lungo termine più
ambizioso. Quello cioè di costruire in-
sieme una strategia futura di azioni. "La
parola va data ai giovani, che possono
farci capire dove sbagliamo, dirci cosa
possiamo migliorare nel caso in cui non
fossimo in grado di arrivare a compren-
dere il loro mondo, le loro esigenze, i lo-
ro problemi, le loro speranze, i loro bi-
sogni. Dobbiamo comunicare con gio-
vani donne e giovani uomini per capire.
Siamo vecchi nel linguaggio? Siamo len-
ti? La comunicazione è un tema fonda-
mentale oggi". Si tratta quindi di far
emergere un nuovo modo di parlare e un
nuovo modo di fare, insomma parole
che veicolano contenuti importanti, pi-
lastri del futuro dei sindacati e della po-
litica. "Penso sia molto importante cer-
care di capire cosa arriva ai nostri in-
terlocutori - conclude Antonella Fur-
novembre 2008 noidonne22
Cerchiamo di capirci
Sindacato e atipici
Teresa Berti
STRUMENTIPaure reali e paure “deviate”
Dal rapporto,"Il peso del crimine nella Ue", della Commissione Europea nei 18 Paesi che ne fanno parte, risulta che
nel mondo reale l'Italia è un Paese piuttosto sicuro. La criminalità comune affligge gli italiani assai meno che i cit-
tadini dei Paesi del Nord. Per quanto riguarda le aggressioni e le minacce, siamo all'ultimo posto. Per i crimini lega-
ti a questioni di razza, fede e orientamento sessuale, l'Italia è diciottesima su diciotto, risultiamo il paese meno
discriminatorio. Siamo quinti in Europa per furti con scasso ma secondi con la convinzione che entro un anno ver-
ranno a rubarci in casa. In Italia, il problema non è il crimine. È la paura. Cos'è che provoca questa distorsione?
La paura da queste statistiche pare tutto sommato infondata, eppure c'è. E' una paura che viene "deviata" dalla
propaganda dei poteri forti, perchè in realtà avere paura è un sentimento che come
umani ci appartiene e attiene alla sopravvivenza. Abbiamo ragione ad avere paura,
l'ambiente è in serio pericolo, il nostro è un mondo in guerra, la denutrizione ucci-
de milioni di persone, il profitto di pochi mette in serio pericolo la vita di molti, per
non parlare del vivere quotidiano delle persone che non hanno un reddito suffi-
ciente e sicuro, una casa dove vivere, la salute precaria, e chi più ne ha più ne
metta... Ma quello che può sembrare un sentimento negativo può diventare una
opportunità per cambiare punto di vista e agire di conseguenza.
Davanti alla paura si attivano normalmente due reazioni: la fuga o l'attacco. Ma può
succedere che se l'evento reale o immaginario provoca un trauma, la reazione non
c'è, rimane bloccata come congelata, sospesa e non viene elaborata.
Ebbene è questo che sta succedendo, da queste operazioni mediatiche e la propa-
ganda creata ad arte, i soggetti più fragili, che stanno vivendo o hanno vissuto
eventi traumatici si "agganciano"a emozioni negative simili, vengono restimolati e
si ottiene in questo modo il risultato voluto; la totale paralisi e di conseguenza il
permanere in uno stato costante di paura.
Uno degli strumenti per non permettere a nessuno di influenzare negativamente i
nostri comportamenti e i nostri pensieri è reagire, mettiamo in campo la nostra
capacità di giudizio, occupiamoci davvero della nostra vita, ri-mettiamoci in gioco.
Riscopriamo ciò che ci interessa realmente e individuato l'obiettivo diamogli voce e
gambe. Modifichiamo i sentimenti di diffidenza in curiosità e andiamo a conoscere il mondo, quello vero, intrec-
ciamo relazioni con chi stimiamo, prendiamo le distanze dalle situazioni che non ci convincono non lasciamoci
coinvolgere, ascoltiamo con attenzione il nostro cuore, solo così ci sentiremo protagonisti e non vittime paurose
e impotenti alla mercè di un destino mortifero.
Gianna Morselli
Luciano Sestito, acquerello su tela
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