Numero 7 del 2008
Vacanze: turismo a 360°
Testi pagina 22
luglio-agosto 2008 noidonne22
È nata in questi giorni l'AssociazioneDonne in Campo-CIA dell'Emilia Ro-
magna e Sofia Trentini è la prima Presi-
dente.
Esempio di passaggio generazionale,
ricca di entusiasmo e di stimoli, già co-
ordinatrice regionale e imprenditrice
agricola della provincia di Ferrara, So-
fia da tempo si occupa delle politiche
femminili nel settore primario e, attra-
verso il nuovo incarico, intende valoriz-
zare maggiormente il lavoro delle donne
imprenditrici e di tutte quelle "contadi-
ne" che hanno fatto la storia senza rico-
noscimento.
Rappresentare le Imprenditrici agri-
cole dell'Emilia Romagna, settore
tradizionalmente maschile e molto
spesso supportato proprio dal lavoro
delle donne, è una assunzione di re-
sponsabilità importante. Quali sa-
ranno i primi passi?
Ho sempre avuto grande attenzione
alle esigenze e alle aspettative delle im-
prenditrici e delle donne da anni impe-
gnate totalmente nell'azienda agricola
familiare, accomunate dalle stesse fina-
lità, obiettivi e desiderio di vivere sulla
loro terra, con le loro famiglie, per il
proprio ed altrui benessere, per ottenere
un reddito dalle proprie aziende, per-
mettendo loro di vivere degnamente con
la stessa considerazione sociale di altri
settori. Ecco, mi impegnerò per rappre-
sentare al meglio i loro bisogni e per ot-
tenere il giusto riconoscimento al loro
lavoro.
Molto spesso in altri settori, si dice
che l'impresa è asessuata e che può
essere gestita da un uomo o da una
donna. Condivide questa scuola di
pensiero e quanto di questo ricono-
sce nell'impresa agricola?
Chi analizza il fenomeno dell'im-
prenditoria agricola femminile non può
non notare la diversa motivazione e or-
ganizzazione nel fare impresa. Le don-
ne, in primis, devono integrare la gestio-
ne dell'impresa con i problemi di conci-
liazione. C'è chi ha ereditato l'azienda
di famiglia, chi si è trovata a gestirla
per avere un'altra fonte di reddito, chi
ha scelto di fare impresa per sperimen-
tare nuove idee come ad esempio la
multifunzionalità. C'è anche chi ha avu-
to la vera e propria voglia di svolgere
un'attività in agricoltura preservando le
tradizioni, recuperando antichi modi di
coltivare gli orti, di vinificare, di tra-
sformare il latte.
Ritengo che nel settore dell'agricoltu-
ra le imprese "al femminile" siano più at-
tente, per quanto possibile, nel conser-
vare le tradizioni, preservando il territo-
rio e l'ambiente, utilizzandoli in modo
adeguato e rispettoso.
La gestione dell'impresa femminile in
agricoltura ha fatto registrare un no-
tevole apporto innovativo sia in ter-
mini di prodotto che di trasforma-
zione. A tal proposito va ricordata
la produzione biologica, gli agrituri-
smo, le fattorie didattiche, solo per
citarne alcuni. Non Le sembra che
l'imprenditrice agricola coniughi "in
proprio" le esigenze di vita familiare
e lavorativa?
Assolutamente si. E' molto autorefe-
renziale perché cerca di risolvere da so-
la i problemi con il rischio di isolarsi. Va
detto che l'agricoltrice beneficia sicura-
mente della elasticità/flessibilità della
propria organizzazione ma, attenzione,
perché in questo modo si allungano
molto le ore lavorate e come per tutte le
donne che lavorano, fondamentali sono
le reti parentali.
Nonostante il dinamismo e la creati-
vità delle imprenditrici anche l'agri-
coltura vive e risente della crisi ge-
nerale. A Suo avviso quali sono le
macro cause?
La crisi dell'agricoltura è arrivata
anche con la radicale trasformazione
della famiglia rurale, non più impegna-
ta solo in termini di occupazione con
tutti i suoi componenti ad un ciclo chiu-
so aziendale, ma diversificando l'attivi-
tà lavorativa in altri settori esterni, mo-
dificando anche l'impegno della donna.
Le aziende dell'imprenditoria femmi-
nile rurale vivono, tuttavia, gli stessi
disagi e difficoltà di altre aziende nel
raggiungere un reddito adeguato. Soffro-
Agricoltura: femminile plurale
Intervista a Sofia Trentini
Il 9 e10 Luglio 2008 si svolge a Roma, presso il Centro Congressi Capranica, la decima Con-
vention di Donne Impresa il cui leit motiv è "Donne , Mercato, Democrazia", partendo dalla ri-
flessione, oramai aperta su più fronti, se l'allargamento del mercato e quindi la possibilità di po-
ter accedere ad un maggiore benessere, anche per Paesi fino a pochi anni fa esclusi da tali conte-
sti porti anche ad un raffrozamento dei processi di democrazia sia in ambito sociale sia in ambi-
to del mercato del lavoro e, nel contempo, quali possibilità possano essere ravvisate per il lavoro
femminile. Se si pensa, e non solo, alla Cina, dove il PIL è stato nel 2007 dell'11,5% , viene da ipotizzare che non necessariamente
la democrazia si coniuga al mercato, anche se la riduzione del tasso di povertà avvenuta in regime di capitalismo di mercato ha
portato indubbi benefici a milioni di lavoratori aumentando, comunque, il livello di disuguaglianza fra agglomerati urbani e cam-
pagna. Ma i processi dell'economia globale sono ampi e molteplici e si può immaginare che l'avanzamento della democrazia sarà
graduale man mano che tecnologia e istruzione diverranno patrimonio costante a livello di massa, aumentando il livello di consa-
pevolezza dei lavoratori nella costruzione di scenari in cui a mercati aperti potranno corrispondere società aperte e democratiche.
In tali contesti si pone l'interrogativo di fondo di come si possa affermare una maggiore democrazia per il lavoro femminile, de-
mocrazia che nei paesi in via di sviluppo può declinarsi nell'ottica di un riconoscimento di diritti elementari e che in economie di
mercato avanzate vede, in primo piano, una rappresentanza significativa nelle istituzioni e nei processi di governo economico non-
ché in un welfare in grado di permettere alle donne di esprimere le proprie potenzialità per una crescita del Paese e pervenire a quel-
la quadratura del cerchio rappresentata dal binomio lavoro-famiglia.
Rita Casula
Democrazia, mercato e il posto delle donne
Donatella Orioli