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Numero 5 del 2009

La nuova Europa


Foto: La nuova Europa
PAGINA 22

Testi pagina 22

Mi hanno sempre incuriosito le inda-gini con le loro percentuali, un mo-
do chiaro per riassumere tanti discorsi.
E quando il contesto indagato ha con te
una qualche affinità, ecco che l'atten-
zione ai dati non può che aumentare.
In effetti frequentando le aule delle
lezioni di Giurisprudenza non è difficile
notare una leggera preponderanza delle
ragazze sui ragazzi. Ma la ricerca pro-
mossa dalle Consigliere di Parità dell'E-
milia Romagna mi ha dimostrato che si
immatricolano (il dato italiano coinci-
de con quello regionale) il 57% di fem-
mine e il 43% di maschi, e si laureano il
60% di femmine e il 40% di maschi.
Però le ragazze ottengono voti mi-
gliori: sono oltre il doppio dei colleghi
quelle che prendono
110 e lode, sempre so-
stanzialmente di più
anche nel caso di valu-
tazione da 100 a 110. I
maschi risultano otte-
nere, più delle femmi-
ne, voti di laurea collo-
cati tra 66 e 100.
Oltre a più brave,
sono anche più svelte
laureandosi più in fret-
ta di quanto non acca-
da per l'altro genere. Il
dato italiano coincide con quello regio-
nale. Eppure a lezione capita di incon-
trare più uomini che donne tra il perso-
nale docente. L'indagine evidenzia come
la presenza delle docenti tra gli ordina-
ri nelle facoltà di Giurisprudenza rag-
giunga a stento il 9%. Le donne sono si-
curamente più rappresentate i tra i ri-
cercatori (50%) e tra i professori asso-
ciati confermati (46,5%).
In Magistratura, dove si entra per
concorso, a livello italiano le donne nel
2008 rappresentavano il 42,4% della
compagine, e registravano un incremen-
to interessante se pensiamo che erano il
23,5% nel 1991 e il 35,3% nel 2000. Pe-
rò nel ruolo di presidente le donne si
contano sulla punta delle dita.
Per quanto riguarda l'avvocatura,
terreno tradizionalmente maschile, lo
studio ha rilevato subito una significati-
va femminilizzazione negli ultimi venti
anni. Fino agli anni '80 le avvocate era-
no presenti in numero molto ridotto ed
in forma sporadica negli ordini di peri-
feria; dall'anno 1981 la loro presenza
ha subito un netto e progressivo aumen-
to. Dal 6,6% del 1981, si passa al 10%
del 1989, al 22,1% del 1993. Raggiun-
gono il 33,4% nel 2000 per diventare a
fine 2007 il 38,7% dell'intera avvocatu-
ra. Infatti analizzando i dati per fascia
di età a livello nazionale si rileva che le
donne iscritte all'Ordine Professionale di
età inferiore a 30 anni raggiungono il
57,3% del totale, sono il 56,8% tra i 30
e i 34 anni, il 51, 9% tra i 35 ed i 39 an-
ni. Si scende al 42,4% tra i 40 ed i 44
anni. Quindi le donne delle nuove leve si
laureano prima, meglio ed entrano pri-
ma nell'attività professionale.
Ma la loro attività professionale è
maggio 2009 noidonne22
Prime all’università, ultime al lavoro
Pari Opportunità non è Parità
Alessandra Pennello
Ancora in calo i prezzi alla produzione dei prodotti agricoli, secondo l'Istat, a
febbraio, sono scesi del 10,9%. "Ma perché non accade altrettanto ai prezzi al
consumo?" - si chiedono Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, presidenti delle due
associazioni di consumatori Federconsumatori ed Adusbef. "Come è possibile
che, mentre i prezzi alla produzione diminuiscono, i prezzi al consumo, inve-
ce, rimangono invariati o, in alcuni casi, continuano a salire?".L'esempio più
eclatante è quello dei cereali, del grano in particolare, il cui prezzo, da gennaio
2008 è calato di ben il 60% passando da 0,49 ¤ a 0,20 ¤ al kg. I prezzi di pasta
e pane, invece, a quanto risulta dai nostri osservatori, dopo i vertiginosi
aumenti del 30 - 35% registrati lo scorso anno ora rimangono stabili. A farne
le spese sono le famiglie: ad esempio, una famiglia che consuma in media 1 Kg
di pane al giorno, avrà una spesa annua maggiorata di 270 ¤. Per lo stesso con-
sumo di pasta, una famiglia spenderà 146 ¤ in più l'anno. Ma, oltre ai cereali
e derivati, anche gli altri generi di prima necessità come il latte e la carne non
sono immuni da queste maggiorazioni.Clamoroso è il caso del prezzo della
carne di pollo: + 12% a gennaio 2008 rispetto a novembre2007, adesso +
18% rispetto a gennaio 2008. Tutto ciò dimostra l'urgenza di una semplifica-
zione della filiera e di una maggiore trasparenza e correttezza nella determinazione dei prezzi. In una fase delica-
ta come questa non deve essere permesso a nessuno di speculare. Continuando così, infatti, sulle spalle delle
famiglie, anche per il 2009, graverà un maggior costo per l'alimentazione di ben 564 ¤ all'anno. Sarebbe necessa-
rio, invece, ridurre di almeno il 20% i prezzi dei prodotti di largo consumo.
Viola Conti
Caro prezzi: spenderemo
564 ¤ in più l'anno
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