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Numero 3 del 2009

Una festa nella crisi: lotta marzo


Foto: Una festa nella crisi: lotta marzo
PAGINA 22

Testi pagina 22

“Con i suoi studi e la sua attività diraccolta di testimonianze di vita,
svolta soprattutto attraverso il Centro
Siciliano di Documentazione, intitolato
a Giuseppe Impastato, ha valorizzato il
contributo delle donne nella mobilita-
zione antimafia". Questa la motivazione
con cui il Presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano ha conferito ad An-
na Puglisi l'onorificenza di Commenda-
tore dell'Ordine al merito della Repub-
blica Italiana l'8 marzo 2008, durante
una speciale cerimonia al Quirinale de-
dicata a due ricorrenze simbolicamente
molto significative: i 60 anni della Co-
stituzione della Repubblica Italiana e
della Dichiarazione Universale dei Di-
ritti Umani.
Il Centro (www.centroimpastato.it) -
di cui Anna Puglisi è stata co-fondatri-
ce insieme ad Umberto Santino - nacque
nel 1977 allo scopo di raccogliere docu-
mentazione e testimonianze riguardanti
la lotta contro la mafia, avviare un'atti-
vità di studio e ricerca, di collaborazio-
ne e sostegno alle iniziative nelle scuole
e sul territorio. L'incontro con Anna è
occasione per parlare dell'Associazione
donne siciliane per la lotta contro la
mafia, del ruolo delle donne nell'orga-
nizzazione mafiosa e nella mobilitazio-
ne antimafia. "L'Associazione nasce nel
1980 e per circa venti anni ha organiz-
zato numerose iniziative di impegno an-
timafia. La prima fu l'appello al Presi-
dente della Repubblica Sandro Pertini e
ai presidenti delle tre regioni meridiona-
li più colpite dalla mafia, Campania,
Calabria e Sicilia, per chiedere provve-
dimenti legislativi e mezzi idonei per
combattere efficacemente la mafia.
Raccogliemmo più di trenta mila fir-
me di donne, ma soltanto dopo l'ucci-
sione di Dalla Chiesa, nel settembre del
1982, il parlamento si decise a sancire
finalmente, con la legge che porta il no-
me di uno degli estensori, Pio La Torre, il
reato di mafia".
Quali iniziative dell'Associazione
delle donne siciliane contro la mafia
ricorda in particolare?
Innanzitutto va precisato che aveva-
mo l'adesione non solo di donne sicilia-
ne, ma di tutta Italia perchè il problema
cominciava a essere considerato come
questione nazionale.
Abbiamo iniziato un lavoro nelle
scuole, in un periodo in cui non era fa-
cile convincere i professori e i presidi che
era importante parlare di questi temi
agli studenti. Tra le nostre attività più
significative il sostegno ad alcune don-
ne del popolo palermitano che hanno
deciso di costituirsi parte civile nei pro-
cessi contro i mafiosi responsabili del-
l'uccisione di loro parenti, andando in-
contro all'isolamento da parte del loro
ambiente e anche delle loro famiglie.
Siete riuscite a convincere qualche
donna della mafia a collaborare con
la giustizia?
L'unica donna che ha rotto con la fa-
miglia mafiosa è
stata Felicia, la
mamma di Peppi-
no Impastato,
che anche prima
della morte del fi-
glio aveva impo-
sto al marito di
non portare in
casa i mafiosi
suoi amici, e do-
po il delitto ha
aperto la casa a
chiunque volesse
conoscere Peppi-
no, e si è battuta,
assieme al figlio
Giovanni, ai
compagni rimasti e a noi del Centro per
avere giustizia per il figlio. Le donne di
mafia che hanno collaborato con la giu-
stizia lo hanno deciso da sole, spinte da
diverse ragioni, anche dalla volontà di
vendicarsi. Ma in genere le donne di
mafia non si ribellano: per cultura (so-
no cresciute in famiglie mafiose), per in-
teresse (usufruiscono di ricchezze), op-
pure per paura. Alcune, parenti di col-
laboratori di giustizia, hanno rifiutato
la protezione: un modo per 'comunicare'
che erano dalla parte della mafia.
Tornando alla vostra associazione,
come si è evoluta nel tempo?
Per più di venti anni il lavoro è stato
intenso, anche se abbiamo avuto poca
attenzione da parte dei media.
Voglio ricordare la manifestazione
dell'88, assieme alle donne della Cala-
bria e della Campania, a cui partecipò
Nilde Jotti, presidente della Camera.
E poi, oltre al lavoro nelle scuole che
è continuato, convegni, dibattiti, incon-
tri in Italia e all'estero. Voglio ricordare
anche un'iniziativa, quelle delle "donne
del digiuno", lanciata da altre associa-
zioni di donne palermitane, tra cui l'U-
di e le Donne in Nero, dopo le stragi in
cui sono morti Falcone, la moglie, Bor-
sellino e gli agenti delle scorte, e a cui
hanno partecipato anche socie della no-
stra associazione.
Presidiarono Piazza Politeama digiu-
nando e chiedendo le dimissioni degli
uomini delle istituzioni che ritenevano
responsabili dell'isolamento dei magi-
strati. L'Associazione delle donne sici-
liane contro la
mafia negli anni
ha esaurito il suo
impegno, anche
se non si è sciolta
uf f i c ia lmente ,
ma quasi tutte le
socie abbiamo
continuato un'at-
tività antimafia,
chi in altre asso-
ciazioni, chi nel
posto di lavoro.
Sono nate altre
associazioni in
cui le donne sono
protagoniste. Ri-
cordo, ad esem-
marzo 2009 noidonne22
Mafia e cultura della legalità
Intervista ad Anna Puglisi
Tiziana Bartolini
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