Numero 10 del 2010
Bio diversa mente
Testi pagina 22
20 noidonne | ottobre | 2010
JO
B&
JO
B
SCELGO NON SCELGO
l dibattito sulla ennesima riforma elettorale imper-
versa. È possibile capire di cosa (davvero) si parla?
L’agitazione politica con cui in Italia si sta affron-
tando il tema della riforma elettorale, mostra ancora
una volta la mancanza di trasparenza, e l’incapacità
di comunicazione, tra classe politica ed elettorato. La
polarizzazione ideologica con cui entrambi i raggruppa-
menti politici schierano artiglieria pesante e leggera, stru-
mentalizzando il concetto stesso di democrazia - per
mettere al centro delle priorità una riforma, che, comun-
que vada, non rappresenterebbe la panacea ai mali della
politica - è l’ennesimo tentativo di contrabbandare al-
l’elettorato contenitori vuoti inseguendo il principio salvi-
fico della legge. Una legge che dovrebbe seguire, e non
precedere, morale pubblica e costumi politici. E che invece
ripropone la mancanza di assunzione di responsabilità, da
parte di una classe dirigente abituata a spostare fuori da
sé l’origine dei problemi. Se la legge elettorale funziona
da termometro per la salute politica e democratica, di un
determinato paese, è altresì vero che il principio di rap-
presentanza si è profondamente modificato negli ultimi
vent’anni. Non per malattia dei partiti italiani, o scadi-
mento delle istituzioni, ma per scelta strumentale e affa-
ristica da parte di uomini e donne che quei partiti dirigono.
La faccia tosta con cui si vuol far credere, da destra come
da sinistra, che attraverso una legge elettorale si possa
ottenere un buon livello di stabilità e alternanza politica è
ridicolo quanto ingenuo. La cosiddetta ingegneria eletto-
rale, per la quale anche gli addetti ai lavori nutrono un ap-
proccio fideistico, più che una vera e propria conoscenza,
non è una scienza esatta, dai risultati incontrovertibili, ma
un’insieme di teorie e osservazioni sul campo che identi-
ficano tendenze e ipotesi circa la relazione che una de-
terminata legge elettorale possa influenzare principio di
rappresentanza, numero di partiti e stabilità politica. Stu-
diosi come Sartori, Huntington, Duverger, Apter solo per
citarne alcuni che a vario titolo hanno orientato il dibattito
sui sistemi elettorali, non sono né fisici né matematici, ma
scienziati della politica. Non scoprono leggi inconfutabili
ma esprimono tesi. Analizzano cioè l’interazione tra si-
stemi elettorali e sistemi partitici all’interno dei vari paesi.
Modelli non esportabili, per il numero di variabili storiche,
sociologiche, psicologiche e di consenso sulle regole del
gioco, che rendono quell’esperienza unica là dove si veri-
fica, e non altrove. Da qui, che il “Mattarellum” sia stato
sostituito dal cosiddetto “Porcellum” più che avere inte-
resse per i cittadini diventa esercizio dialettico o stru-
mento di guerra per polarizzare lo scontro. L’ingenuità di
proposte, come quella di D’Alema, che vorrebbe trapian-
tare in Italia il sistema elettorale alla tedesca, si scontra
con la diversità sostanziale di cultura politica tra i due
paesi. Anche la teoria che la rappresentanza venga svuo-
tata di significato, per colpa di liste bloccate, è una diceria
per creduloni. Veramente pensiamo di avere il potere di
eleggere i nostri rappresentanti grazie alla reintroduzione
delle preferenze? Prima di essere scelto dai suoi elettori il
candidato viene scelto dal partito. Prima del mandato con
i cittadini c’è quello con le segreterie. Dissimulata o meno,
anche in caso di riforma elettorale, la selezione dall’alto
continuerebbe ad orientare le nomine. n
I
A PROPOSITO
DI LEGGE
ELETTORALE…
“GLI UOMINI IDENTIFICANO IL BENE
CON QUEL CHE SERVE GLI INTE-
RESSI DEL PROPRIO GRUPPO E IL
MALE CON QUEL CHE AGISCE CON-
TRO QUESTI INTERESSI, ANCHE SE
FOSSE NELL’INTERESSE DELL’UMA-
NITÀ NEL SUO INSIEME”
BERTRAND RUSSELL
di Emanuela Irace
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