Numero 7 del 2015
Salute, informazione sinergie. Speciale Expo, Donne in campo - CIA
Testi pagina 22
20 Luglio-Agosto 2015 DONNE IN CAMPO/SPECIALE EXPO
4continua
CINZIA PAGNI,
come vicepresidente di Cia e sulla base
della profonda conoscenza che ha del-
le tante realtà aziendali, quali sono le
maggiori difficoltà che incontrano?
I problemi con i quali le aziende agricole
sono costrette a confrontarsi quotidia-
namente sono molteplici e non tutti de-
rivano dalla profonda crisi economica di
questi anni, che ha comunque messo in
ginocchio migliaia di imprenditori. Pen-
so ad esempio al maltempo che investe
sempre con maggior forza il territorio e
devasta intere aree rurali in Piemonte, Liguria e Toscana op-
pure alla Xylella fastidiosa che distrugge centinaia di ettari di
uliveti in Puglia. Fare agricoltura è un mestiere al tempo stesso
affascinante, complesso e con un elevato tasso di rischio ma
rappresenta uno dei più importanti volani per il rilancio econo-
mico del Paese nonché uno strumento eccezionale di gestione
e tutela del territorio. Per questo riteniamo che le istituzioni
dovrebbero dimostrare maggior attenzione ai problemi e alle
esigenze delle aziende agricole che, invece, vengono piuttosto
viste come soggetti validi per reperire nuove risorse, come di-
mostra la paradossale vicenda dell’Imu. Insomma, è necessario
un quadro affidabile che consideri l’agricoltura un’attività eco-
nomica con un sistema fiscale che non può essere rimesso in
discussione ogni volta che se ne sente il bisogno. Come se non
bastasse, scontiamo ritardi nell’attuazione della riforma della
Pac, nella definizione dei Piani di Sviluppo Rurale, nella defini-
zione del riconoscimento delle Organizzazioni di produttori e
degli Organismi interprofessionali e, infine, non si è ancora in-
tervenuto per sanare i gap strutturali che minano la redditività
agricola, oggi inferiore al 2005. Purtroppo il cahier de dolean-
ce è piuttosto ampio.
Come è cambiato il ruolo delle donne nelle aziende agricole
nel corso degli anni? Quale valore hanno, oggi,
e non solo economico?
Le donne sono sempre più protagoniste del mondo rurale e
costituiscono un anello particolarmente resistente del tessuto
economico del Paese. Non a caso quasi un’impresa agricola su
tre è “rosa” (31,2%) e, a dispetto delle tante crisi aziendali re-
gistrate, il numero di imprenditrici cresce - e di molto - pro-
prio in agricoltura (+12,9%). Oltre ad essere creative, flessibili
ed efficienti, le donne sviluppano naturalmente i settori che
sono più innovativi: il biologico, le produzioni di nicchia Dop e
Igp, la vitivinicoltura. E poi aprono le porte delle loro aziende
non soltanto ai turisti, ma alle scolaresche, ai disabili, agli an-
ziani: lo fanno creando agriturismi, fattorie didattiche e fatto-
rie sociali, agri-asili e agri-nidi. Si tratta di servizi all’avanguar-
dia che contribuiscono a portare al 35 per cento il contributo
delle donne al valore aggiunto complessivo dell’agricoltura,
che si aggira intorno ai 26 miliardi di euro. Di questi, quindi,
ben 9,1 miliardi sono “rosa”: una cifra importante, che rivela il
coraggio e la tenuta delle imprese femminili, capaci di percor-
rere strade e mercati nuovi pur di non soccombere alla crisi.
Per dare un metro di paragone, solo negli agriturismi metà del
giro d’affari “dipende” dalle donne: su circa 20mila strutture in
tutt’Italia, quasi il 40 per cento è gestito da imprenditrici, che
muovono ogni anno un fatturato di circa 500 milioni di euro su
un totale di 1,1 miliardi dell’intero settore. Anche nel compar-
to vinicolo ben il 35 per cento della forza lavoro è femminile.
Come dicevo, oggi un imprenditore agricolo su tre è donna.
Con un profilo ben preciso: fa innovazione di processo e di
prodotto e ha forti aspettative professionali, ha un tasso di
scolarizzazione alto e si mette in gioco più per scelta che per
necessità, predilige la dimensione aziendale “micro” e resiste
meglio dei “colleghi” uomini alle fluttuazioni del mercato.
Ci sono specifici problemi che le donne in particolare
lamentano nell’avvio di imprese o nella gestione quotidiana?
Nonostante i numeri positivi dal punto di vista occupaziona-
le, le donne in agricoltura hanno ancora pochi spazi rispetto
agli uomini e solo il 10% di queste riveste un ruolo dirigenziale.
Inoltre le donne subiscono forti discriminazioni nell’accesso al
credito agricolo, mentre andrebbe studiato un fondo ad hoc
IMPRENDITRICI AGRICOLE
IN CRESCITA
Aprono le loro aziende ai turisti, alle scolaresche, ai disabili, agli anziani
con gli agriturismi e con l’agricoltura sociale. La forza delle donne
non è ancora valorizzata come meriterebbe
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