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Numero 1 del 2010

2010 non ci resta che ridere


Foto: 2010 non ci resta che ridere
PAGINA 22

Testi pagina 22

La crisi economico-finanziaria che datempo coinvolge le imprese obbliga
ad analizzare nel dettaglio tutti gli ele-
menti di criticità. Tra questi, l'innova-
zione, anche nei confronti delle risorse
umane, finalizzata a stimolare alcuni
fattori chiave di successo quali flessibi-
lità, produttività, efficienza. In que-
st'ambito il tema della conciliazione la-
voro-famiglia si inserisce come opportu-
nità, con strumenti e soluzioni in grado
di guidare efficacemente uno sviluppo
innovativo delle potenzialità esprimibili
dalle singole persone che operano nelle
aziende a ogni ruolo, livello e settore.
È un tema equiparabile a ogni altra
tipologia di investimento innovativo,
capace di produrre effetti benefici e mi-
surabili.
Chi meglio dei soggetti che diretta-
mente sentono questa necessità e che
magari si trovano anche professional-
mente nella condizione di incentivare
questa innovazione possono produrre
un risultato significativo?
Nel 2006, alcune giovani professio-
niste mantovane si rivolsero alla Consi-
gliera di Parità Maria Grazia Porro, per
supportare alcune imprese a candidare
progetti a valere sull'articolo 9 della leg-
ge 53/2000 (conciliazione vita-lavoro).
Ne colse immediatamente l'opportunità
e trasformò alcuni progetti in un impor-
tante processo territoriale facendo na-
scere una collaborazione tra diverse ge-
nerazioni che ha dato luogo, sul territo-
rio, alla stipula di un Accordo Quadro
di Sviluppo Territoriale attraverso la
Promozione delle Politiche Femminili; al
coinvolgimento di enti locali e in primo
luogo della Provincia di Mantova e dei
Comuni del Piano di Zona dell'Alto
Mantovano, ma anche di enti privati
(Camera di Commercio, Comitato Im-
prenditoria Femminile, Associazioni di
categoria, organizzazioni sindacali)
nella realizzazione di azioni e progetti
in favore delle pari opportunità; all'as-
segnazione del Premio Famiglia Lavoro
alle aziende mantovane.
In particolare il felice connubio tra
donne delle istituzioni e delle imprese
ha fruttato alle aziende ben 2 milioni di
euro ammessi al finanziamento dal Di-
partimento Politiche per la Famiglia. Tra
coloro che hanno ottenuto un sostegno
finanziario ci sono imprese del calibro
di Atelier Aimèe Spa, Lubiam Spa, l'A-
zienda Sanitaria Locale della Provincia
di Mantova, una decina di imprenditri-
ci con esigenze di conciliazione oltre a
numerose piccole imprese.
Oggi Arianna Visentini, Simona
Maiocchi, Cristina Taffelli e Stefania
Cazzarolli, le "ex giovani professioniste
del 2006", con la collaborazione esterna
di Stefania Carnevali e Sabrina Ricco-
mi, già componenti dell'Associazione
Mobildonne, hanno costituito "Varia-
zioni" una rete di professioniste con
esperienza nell'ambito della promozione
delle differenze di genere, delle consu-
lenze, della progettazione di interventi
di promozione del territorio e delle im-
prese. Lo studio aggrega consulenti dal-
gennaio 2010 noidonne22
"Variazioni": il lavoro che produce lavoro
Conciliazione e capitale umano
Donatella Orioli
L'immagine è quella del convegno organizzato da
FNP-CISL "Bellissima! Ma …" sulla donna nei
media. Mostra una donna impacchettata come un
pollo del supermercato, in "offerta speciale, ideale
per pubblicità, televisione, sfilate".
L'articolo fa riferimento al Colonnello Gheddafi che
nel suo recente viaggio a Roma ha cenato con 200
donne. Già durante una sua precedente visita in Italia ne aveva incontrate 1000,
ma questa volta sono state reclutate da un'agenzia di hostess.
La lettera, firmata dall'avv. Renata Gagliani Baraldi, è apparsa di recente su La nuova
Ferrara. L'autrice rivendica il diritto di essere frivole perché "non è mica detto che
se sei intelligente ti amino e se sei stupidina no". In difesa della "libertà" della
donna, il punto di vista che emerge è però molto diverso da quello che ci si potreb-
be aspettare: "lavorare è fatica davvero, diciamo la verità. Trovo quindi intelligente
che una donna che abbia un bel visino, baipassando sciocchi moralismi, provi ad
approfittarne finché è in tempo. Ma non sarà meglio, mille volte meglio, che anda-
re a fare le impiegate in un noiosissimo ufficio?".
Tralasciando la disapprovazione che potrebbe suscitare tale affermazione in quelle
donne che la fatica di lavorare la superano ogni giorno senza sentirsi per questo
delle stupide, ritengo pericolosa tale degenerazione del concetto di libertà. Cara
Renata, mi rattrista sentire che per lei le donne dovrebbero mettere da parte l'indi-
gnazione nei confronti di quelle che usano il loro corpo per fare carriera e, al con-
trario, approfittarne a loro volta. Quell'indignazione che lei ritiene essere un inuti-
le vincolo per la libertà non è altro che la consapevolezza di meritarci di essere con-
siderate per quello che siamo nella nostra interezza, e non apprezzate soltanto per
il nostro corpo.
D'altra parte lei afferma "Trovo bellissimo che le donne italiane non abbiano né
pudore né classe", e io, assieme a quelle che invece di pudore e di classe ne hanno,
non potevo che risponderle così.
Alessandra Pennello
Non solo figuranti
Un'immagine, un articolo,
una lettera come spunti di riflessione
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