Numero 12 del 2007
Un anno di notizie a colori
Testi pagina 21
noidonne dicembre 2007 21
dacale, "le lavoratrici erano estranee al
sindacato e alla determinazione della
politica sindacale" ma il rovescio di ta-
le medaglia era rappresentata dalla dif-
fidenza più o meno velata dei dirigenti
di accettarne il protagonismo: le donne
erano la maggioranza tra i braccianti
del Lazio ma i dirigenti sono stati tutti
uomini per molti anni.
Una storia esemplare quella della
rappresentanza delle donne nella CGIL,
(che molto potrebbe insegnare oggi in
cui questo problema sta diventando
non solo un emergenza democratica per
il nostro Paese ma un vero e proprio
"scandalo") basti scorrere le parti dove
si esaminano la nascita dei nuovi coor-
dinamenti delle donne o le pagine mol-
to documentate della crescita della rap-
presentanza femminile fino ad oggi.
Il volume offre anche un interessante
spaccato del rapporto, faticoso, mai li-
neare, ma sempre interessante dell'in-
contro delle sindacaliste, del sindacato
con il femminismo. Incontro che avviene
proprio negli anni in cui "le donne riflet-
tono sull'individuo sulle condizioni di
lavoro sul privato persino sulla sessua-
lità e il sindacato nel suo insieme tende-
va ad un progressivo allontanamento
della dimensione individuale per anda-
re a toccare scelte d'investimento econo-
mico, di programmazione…"
Una storia lunga sessant'anni, che
ha molto da dire per l'oggi, molto per il
domani. O per dire come ci sollecita la
sua curatrice Annamaria Cubeddu illu-
strando le ragioni di questo libro: "Ab-
biamo lanciato centinaia di sassi nello
stagno mentre aspettiamo… Storie di
donne, forse poche, sicuramente tante,
troppo nascoste nelle pieghe di questi
60anni di storia della CGIL di Roma e
Lazio. Volti, nomi, pensieri, passioni,
emozioni, lotte sacrificati da un lin-
guaggio neutro che vanta principi gene-
rali articolati, più complessi,più impor-
tanti, più…maschi!
Autorevolezza di donne, che parla-
vano di donne ad altre donne e agli uo-
mini! Lealtà, stima, responsabilità rico-
noscenza, tenacia, affetti di donne che
non si sono arrese! Conflitti orgogliosa-
mente agiti nel rispetto di sé e delle pro-
prie idee! Ognuna di loro in Fuori dal-
l'ombra è un filo della nostra storia, ne
abbiamo riannodati alcuni, quelli che
alzando il velo abbiamo trovato in su-
perficie, ma molte altre sono lì…ci
aspettano, ci osservano, ne siamo sicu-
re.Saremmo noi e voi donne del 2000
capaci di eguagliarle? Dobbiamo riav-
volgere il grande gomitolo,
una tela aspetta strategicamente di
essere tessuta. E' fatta di mille colori,
sfumature belle, intense, pulite, lumino-
se.…un immenso e sfavillante arcobale-
no sta nascendo fuori dall'ombra, per il-
luminare dove arriverà l'ultima onda.
un libro ripercorre le storie, le conquiste e le riflessioni delle
donne del sindacato nel Lazio. Cinquecento pagine molto
utili ad 'uscire dall'ombra' e a ripensare il cammino compiuto
Gentilissima dottoressa, vorrei raccon-
tarle la mia esperienza e chiederle un con-
siglio. Ho 20 anni e da 2 ho sempre lavo-
rato con contratti di sostituzione materni-
tà, ora finalmente è arrivata l'assunzione
a tempo indeterminato e, qualche mese fa,
è cominciato il mio calvario.
All'inizio del mio incarico ho affianca-
to la collega che a breve sarebbe andata
in maternità e fin da subito siamo andate d'accordo e abbiamo fatto ami-
cizia. A settembre, al suo rientro, sono cominciati i problemi… ha co-
minciato a criticarmi e ad incolparmi di averle rubato il lavoro, visto che
sono stata confermata. Le nostre funzioni, pur essendo all'interno del-
l'amministrazione, sono però diverse: io mi occupo di contabilità fornito-
ri, lei di quella clienti. Ho provato a parlarle per chiarire la situazione, ma
non sente ragione. Più volte mi ha rivolto insulti e accuse infondate.
Io sono una persona fin troppo tranquilla, timidissima, quando mi "ag-
gredisce" verbalmente mi viene da piangere.
Ciò che mi dispiace di più è che parla male di me a colleghi, che mi
hanno sempre trattata bene (e che adesso non mi rivolgono la parola) e
ai responsabili con i quali lavoro. In ufficio vivo praticamente in isola-
mento, se alla macchina del caffé c'è un gruppetto che fa pausa e mi av-
vicino interrompono il discorso, se la conversazione viene tenuta nell'uffi-
cio nel quale mi trovo vengo esclusa, se saluto al mattino e alla sera non
ottengo risposta. Non voglio fare, né sembrare, una vittima ma questa si-
tuazione mi sta logorando i nervi. Fortunatamente, a pranzo torno a ca-
sa dove ritrovo un po' di serenità grazie ai miei genitori che mi conforta-
no come possono. Il loro consiglio è sempre quello di "lasciare correre", ma
io sto male, ho l'ansia e sto vivendo il lavoro come un peso. Cosa posso
fare?
Giuliana Scafon (Treviso)
Cara Giuliana, non è certo facile dare delle risposte alla tua lettera. Il
contesto lavorativo nel quale ti trovi non è certo dei migliori.
Tieni sempre presente però che i tuoi responsabili ti hanno confermato
perché sei una persona che "sa fare", altrimenti avrebbero cercato un'altra
figura professionale! Forse la tua collega, al suo rientro, si è sentita "mi-
nacciata", poiché ti ha percepito come una persona che può sostituirla, e
non come l'aiuto che potresti essere. Nella situazione che tu mi descrivi pe-
rò gioca molto l'effetto ormonale della tua collega in post gravidanza.
È piuttosto chiaro e scontato che le persone dell'azienda simpatizzino
e si "schierino" con lei piuttosto che con te; probabilmente il tempo che hai
passato con i colleghi non è stato sufficiente ad instaurare dei rapporti po-
sitivi e costruttivi, perché ti vivevano come se tu fossi stata di passaggio
senza darti il valore necessario alla costruzione di un vero rapporto.
L'unico consiglio che mi sento di darti è: cambia!
Piuttosto che subire l'indifferenza e l'aggressività nell'ambiente di lavo-
ro nel quale ti trovi, e visto che sei "in grado" di gestire lo stress dovuto al-
l'insicurezza di un incarico temporaneo, come hai fatto fino a poco tem-
po fa, ti consiglio di continuare la tua ricerca di un impiego e di lasciarti
alle spalle l'atmosfera pesante nella quale in questo momento sei immer-
sa. Sei giovane e quindi non permettere a questa esperienza, indubbia-
mente negativa, di contaminare la tua fiducia verso gli altri e mantieni al-
ta la considerazione di te stessa e delle tue capacità!
In bocca al lupo e fammi avere tue notizie appena trovi un altro im-
piego.
Cristina Melchiorri
Cambiare lavoro per vivere meglio