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Numero 11 del 2007

Stop femminicidio


Foto: Stop femminicidio
PAGINA 21

Testi pagina 21

noidonne novembre 2007 21
conseguenze che comporta in termini
economici, di autostima, di socializza-
zione" , ha sottolineato Dalla Muta.
La Carta Europea può rappresentare
uno strumento di Responsabilità Sociale
delle imprese, come evidenziato da
Alessandra Servidori, componente il
Collegio Istruttorio del Ministero del La-
voro e quindi è opportuno sensibilizzar-
le, accompagnandole in un percorso che
modifichi la cultura d'impresa, svilup-
pando modelli organizzativi idonei, fi-
nalizzati al raggiungimento del benesse-
re delle persone. E' quindi improrogabile
la messa in atto di azioni concrete che
consentano alle donne di scegliere il lo-
ro futuro liberamente e senza condizio-
namenti. Bisogna promuovere azioni di
comunicazione/sensibilizzazione nei
confronti delle imprese per favorire for-
me di lavoro flessibile senza penalizza-
zioni e più precisamente è opportuno
collocare all'interno delle aziende, le ri-
sorse umane tenendo conto delle esigen-
ze personali. I benefici sono garantiti
per entrambe le parti in quanto miglio-
ra obbligatoriamente il benessere indivi-
duale e collettivo, l'efficienza/efficacia,
con conseguente aumento della produt-
tività e riduzione dei costi.
Altri aspetti importanti emersi dal
dibattito, sono senza dubbio il monito-
raggio e la verifica dell'efficacia della
progettualità, indispensabili per valuta-
re l'attenuazione delle criticità e pianifi-
care al meglio gli investimenti futuri; la
diffusione e il trasferimento delle buone
pratiche attraverso le reti, elementi ba-
silari per crescere, per sostenere e per ot-
timizzare le risorse. E' quindi utile che i
soggetti istituzionali preposti si confron-
tino sempre con coloro che quotidiana-
mente vivono le situazioni, mettendo a
disposizione i supporti di integrazione
necessari, elementi già adottati dal ter-
ritorio copparese come evidenziato dal-
la sindaca Teresa Bertuzzi. Il tema della
disabilità deve accompagnare quotidia-
namente tutti coloro che istituzional-
mente hanno strumenti tali che, concer-
tando le azioni, il sapere, i ruoli contri-
buiscano a migliorare la qualità della
vita dei non autosufficienti e dei fami-
liari che si prendono cura di loro.
il lavoro di cura dei disabili e l'assistenza continua che
va loro assicurata è alla base di ulteriori discrimina-
zioni per le donne. Un convegno a Copparo (Fe) ha po-
sto l'accento sul problema e ha presentato la Carta Eu-
ropea a “sostegno dei familiari che si occupano dei
non autosufficienti”
Gentile dottoressa, ho 32 anni e dopo
aver conseguito la laurea in "Relazioni
Pubbliche", ho lavorato come account per
quasi un anno in un'agenzia di comunica-
zione, un lavoro stimolante ma anche
molto stressante. Poiché non mi trovavo a
mio agio a causa di conflitti con alcune
colleghe, ho accettato l'offerta, di una mia
cara amica, che mi ha proposto di andare
a lavorare come sua assistente in una società specializzata in creazione
di siti web. Ho cominciato con molta perplessità, soprattutto sulle mie ca-
pacità di inserimento in una situazione così nuova e diversa, ma in poco
tempo, grazie all'incoraggiamento della mia amica, ho imparato ad uti-
lizzare i programmi base e ho frequentato dei corsi per apprendere i soft-
ware più avanzati. Il direttore della società ha riconosciuto il mio impe-
gno e, grazie alla mia esperienza precedente, quasi 6 mesi fa mi ha pro-
mossa ad account su nuovi clienti, di cui gestisco comunicati stampa e si-
to. Grazie a questa promozione io e la mia amica abbiamo ora lo stesso
livello ma molto spesso, riscontro da parte sua un atteggiamento di con-
trollo e anche di critica nei miei confronti… il che non mi darebbe fasti-
dio se non fosse che spesso lo fa quando i capi sono presenti.
Inoltre si intromette spesso nei miei progetti, partecipando alle riunio-
ni e facendo intendere che, se tutto "fila liscio", è merito suo.
Ho provato a parlarle ma ha non mi ha dato modo di esprimermi, con-
testando che non sono ancora pronta ad affrontare questo tipo di lavoro,
di non temere nel affidamento su di lei e che mi trova suscettibile perché
prendo i suoi consigli come rimproveri.
Ora mi muovo come se fossi "sulle spine", non voglio rovinare la nostra
amicizia ma non riesco a mettere tutta me stessa sul lavoro con la sua on-
nipresenza. Può darmi un consiglio per salvare carriera e amicizia?
Paola Costantini (Verona)
Cara Paola, non si conosce mai bene un'amica fintanto che non ci si
lavori o non si faccia un viaggio insieme, perché in entrambe le situazio-
ni escono quei particolari che non vengono giocati durante una relazione
di amicizia. È sempre scioccante vedere il lato "oscuro" di persone a noi
vicine, ma non ti scoraggiare perché ciò è insito nella natura umana.
Per tornare al tuo "spinoso" problema è chiaro che soffri di un com-
plesso di inferiorità nei confronti della tua amica. La tua presenza, da mi-
nor tempo all'interno della società, potrebbe essere motivo di questa sen-
sazione insicurezza e di disagio. Ti faccio un piccolo esempio: come ti
comporteresti con lei se non fosse la tua amica a trovarti il posto di la-
voro? La lasceresti comunque venire alle riunioni? E interferire in questo
modo nel tuo lavoro? Credo proprio di no.
Ora, devi dare delle priorità o al tuo rapporto di amicizia o alla car-
riera che stai intraprendendo nella società. Per mia esperienza ti posso di-
re che un alto livello di professionalità è spesso indice di apprezzamento
da parte di coloro che ti circondano. Quindi promuovi con tutti i tuoi mez-
zi, la tua crescita professionale e vedrai che la tua amica incomincerà a
rendersi conto che tu sei una persona autonoma e capace. Non lasciarti
influenzare in questo momento dalla gratitudine che provi per la tua ami-
ca che ti ha trovato il posto di lavoro. Ringraziala con un regalo che pe-
rò deve concludere questo debito che tu senti nei suoi confronti ma che,
ricordati, non può e non deve essere eterno!
Cristina Melchiorri
Come conciliare amicizia e lavoro?
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