Numero 3 del 2007
Mimosa e non solo
Testi pagina 21
noidonne marzo 2007 21
risposte. Questo scenario presuppone
una comunicazione tra donne che ga-
rantisca anche la possibilità di fronteg-
giarci senza disconoscerci nell'identità
collettiva e una comunicazione con gli
uomini che non eluda l'antagonismo tra
i generi, ma lo usi come modalità non
distruttiva di confronto e scambio di
esperienze, punti di vista e modalità di
intervento sul mondo". E' iniziato un du-
ro lavoro per raccogliere 50.000 firme
che imporrà di catturare il consenso di
donne esperte e di donne semplici con-
vincendole della bontà di una proposta
"che non vuole mascherare il conflitto
tra i generi, ma riportarlo in una di-
mensione di confronto e di condivisione
della responsabilità".
UDI Sede nazionale, via dell'Arco di Parma 15,
Roma, dalle ore 11 alle ore 16. tel 066865884
udinazionale@tin.it www.udinazionale.org
Pina Nuzzo, portavoce dell'U-
nione Donne in Italia, è il moto-
re dell'associazione e l'anima
del progetto 50E50.
Una legge di iniziativa popolare è un
impegno notevole...
E' vero l'impegno sarà notevole e ri-
chiederà tutto il nostro coraggio ma so-
no sicura che, una volta avviata la rac-
colta delle firme, il nostro slancio farà
da traino perché in tante percepiscono
come avvilente per le nostre istituzioni
l'assenza delle donne. Non si può non
provare fastidio di fronte all'immagine
in giacca e cravatta che il potere dà di
sé! Ed è un fastidio che provano le don-
ne ma che, secondo me , provano anche
gli uomini. Forse questa nostra campa-
gna sarà utile per dare respiro alla poli-
tica, e non solo a quella delle donne. Il
dibattito sul riequilibrio della rappre-
sentanza si trascina da anni senza aver
mai realizzato risultati concreti ma solo
prese di posizione. Abbiamo ascoltato
quelle che 'non vogliamo il ghetto', quel-
le che 'è meglio esserci ma bisogna ac-
contentarsi'. Poi abbiamo sentito dire, a
destra come a sinistra, che le donne 'non
vogliono esserci'.
Con quali argomenti e quali modali-
tà pensate di dialogare con le donne
e di convincerle a sostenere questa
battaglia?
Noi siamo una associazione politica
di donne e non siamo vincolate agli
equlilibrismi dei partiti perciò abbiamo
deciso di organizzarci per pretendere, a
questo punto, di essere presenti nelle
istituzioni non al 10 al 20 o, se proprio
va bene, al 30, ma al 50 per cento. Vo-
gliamo avere le stesse opportunità che
hanno gli uomini di accedere alla rap-
presentanza. E' chiaro che non stiamo
parlando di una rappresentanza di ge-
nere, perché la nostra Costituzione par-
la di rappresentanza senza vincoli. E ci
chiediamo, se appare ovvio che un uo-
mo rappresenti uomini e donne, perché
non dovrebbe essere altrettanto ovvio
che una donna rappresenti uomini e
donne? Questa è una domanda che non
ci facciamo solo noi, contiamo perciò su
un sentimento diffuso. Il disagio delle
donne non riguarda solo gli spazi della
politica, ma anche tutti gli ambiti della
nostra società in cui alle donne è con-
sentito arrivare solo fino ad un certo
punto. Perciò diciamo 50E50 ovunque si
decide.
Perchè l'Udi pensa che una maggiore
presenza delle donne nelle istituzio-
ni può cambiare la politica ?
Perché deve pure arrivare il momento
in cui i tempi e l'agenda della politica
vengono definiti insieme alle donne! Fi-
no a quando saranno solo gli uomini a
decidere cosa viene prima, la materiali-
tà della vita rimarrà fuori dalla politi-
ca. Senza le donne la politica perde - ha
perso - la capacità di confrontarsi per-
ché chi è incapace di comprendere che
esiste l'altro da sé, è incapace di dialo-
go con tutti i soggetti politici che sono
diversi da sé. Quindi la quantità diven-
ta anche sostanza. Questo vale a sini-
stra come a destra.
Con chi condivide questo grande
obiettivo l'Udi ?
Noi vogliamo confrontare il nostro
progetto con tutte quelle donne che in
questi anni hanno avviato un dibattito
e preso iniziative in questa direzione. E
sono tante. Noi ci auguriamo di avere il
loro sostegno perché non è necessario
lavorare tutte allo stesso modo, ma la-
vorare tutte nella stessa direzione, sì.
Perché questo fa opinione e sposta l'at-
tenzione e il dibattito nel Paese.
una legge di iniziativa popolare per scuotere la politica
e appassionare le donne
Una proposta
a favore di tutti