Numero 12 del 2008
E tu di che Natale sei?
Testi pagina 21
noidonne dicembre 2008 21
Nell'anno che si sta per concludere,pur tra mille difficoltà, ci siamo oc-
cupate spesso del lavoro delle donne e,
dalla recente presentazione del Rappor-
to Emilia Romagna, registriamo ancora
una volta che sono le donne a resistere,
in particolare quelle che fanno impresa
nel territorio emiliano romagnolo, ma
sicuramente non le uniche. Dal 2003 al
2007 sono cresciute del 5,3% concen-
trandosi nei settori tradizionalmente
femminili, commercio, comparto agrico-
lo, servizi nel settore immobiliare, atti-
vità manifatturiere, informatica e ricer-
ca. Le imprese di maggiore dimensioni si
concentrano soprattutto nei settori del-
la meccanica e del commercio all'in-
grosso, mentre i ricavi maggiori si tro-
vano nelle imprese del tessile e del com-
parto alimentare. Se si valutano da un
punto di vista economico e patrimonia-
le, si evince che le imprese femminili pre-
sentano indici di redditività positivi per
tutte le dimensioni. La forma giuridica
più diffusa continua ad essere l'impresa
individuale anche se il trend delle socie-
tà di capitali è in aumento.
Più del 40% delle imprese femminili
hanno meno di sette anni di attività e
poco più del 30% sono quelle che hanno
meno di diciassette anni. Permangono
criticità a cominciare dalla rappresen-
tanza femminile agli apici delle aziende
partecipate. Lusinghiera è la perform-
ance delle professioniste che, sia dal
punto di vista della partecipazione che
del reddito stanno invertendo la tenden-
za in quei settori ad esclusivo retaggio
maschile come ad esempio il medico,
notaio, commercialista, giornalista, in-
gegnere in particolare nelle classi infe-
riori a 35 anni. Sia chiaro però che la
disparità reddituale rimane ancora
marcata a svantaggio delle donne, ivi
compreso le lavoratrici parasubordina-
te. In entrambi i casi è da segnalare l'au-
mento dell'età anagrafica che nelle pro-
fessioniste passa a 40 anni e nelle colla-
boratrici a 38,7. Per le professioniste si
può ipotizzare che la scelta di "fare in
proprio" sia frutto di un periodo di af-
fiancamento e di esperienza maturata
all'interno di contesti più strutturati ma,
per le collaboratrici o parasubordinate,
viene spontaneo pensare che si trovino
di fronte a scelte "obbligate", conseguen-
za di condizioni produttive instabili. Il
Rapporto è stato realizzato dall'Asses-
sorato Attività Produttive in collabora-
zione con l' Università di Bologna-Di-
partimento di statistica e, afferma Mo-
rena Diazzi, Direttore Generale dell'As-
sessorato, "la crescita dell'imprendito-
rialità femminile emiliano romagnola,
seppur lieve, è costante e superiore al li-
vello nazionale.
E' necessario affrontare la crisi met-
tendo in campo strumenti locali ma so-
prattutto nazionali, identificando quale
punto di forza della Regione proprio la
messa in campo di strumenti e sostegni.
Nello specifico è stata data continuità
alle azioni intraprese ed è stato redatto
e attuato il programma per l'imprendi-
torialità femminile all'interno del quale
l'attenzione maggiore è stata rivolta al
credito, al supporto alla stabilizzazione
delle imprese, alla promozione attraver-
so l'istituzione di premi per valorizzare
l'esistente. Inoltre, abbiamo creduto nel
sostegno alle Associazioni temporanee
d'impresa con la convinzione della ne-
cessità e dell'importanza di lavorare in
rete con i soggetti preposti a cominciare
dalle Associazioni.
Infine una attenzione particolare de-
ve essere rivolta alla Responsabilità So-
ciale d'Impresa con particolare riferi-
mento alla conciliazione vita-lavoro
che necessariamente deve essere decli-
nata a livello regionale".
Il Libro Verde su cui il Ministro del Lavoro Sacconi ha chiesto alle forze sociali di portare rifles-
sioni e proposte apre il dibattito sulla necessità di un modello di welfare più universale e meno
particolaristico in grado di governare e orientare in maniera più efficace la spesa per le politiche
sociali al fine di renderla più equa, efficiente ed economicamente sostenibile. Attualmente infatti
si pone con forza la opportunità di un superamento delle inefficienze dell'attuale sistema nonché
di una spesa sociale eccessivamente sbilanciata a favore della spesa pensionistica e quindi la necessità di un mutamento di cultu-
ra e di valori, che riparta dal riconoscimento della centralità della persona, del ruolo della famiglia e dei corpi sociali intermedi,
in un contesto nel quale la riforma in senso federalista dello Stato comincia ad essere una realtà. Il Paese deve pertanto essere mes-
so in grado di ricostruire un welfare capace di riproporre la centralità della persona e della sua salute, con il coinvolgimento dei
corpi sociali intermedi, attuando politiche sindacali e del lavoro in grado di aumentare il livello di responsabilizzazione e parteci-
pazione dei lavoratori e, nel contempo, di incrementare l'occupazione e la produttività del lavoro in modo da ridurre la povertà,
aumentare e migliorare qualitativamente le protezioni sociali, favorire una maggiore coesione sociale. In questo scenario Donne Im-
presa ritiene che una impostazione del welfare centrato sulla persona potrà portare ad un maggiore sviluppo dell'occupazione fem-
minile nell'ottica di incrementare, ad es. e non solo, tutta quella parte di servizi che dovrebbero mettere in grado le donne di lavo-
rare in modo maggiormente conciliativo con gli impegni familiari e nel contempo, attraverso una politica fiscale-contributiva me-
no impositiva, far emergere quella parte di lavoro irregolare che caratterizza spesso quest'area. Il tutto considerando la necessità di
garantire nel tempo e sull'intero territorio nazionale le condizioni di copertura ed assistenza che richiedono inderogabilmente un al-
largamento della base di contribuzione su cui influisce anche il fattore demografico. In questo scenario è importante riflettere sugli
ostacoli che attualmente penalizzano l'assunzione delle donne e nel contempo sulla opportunità di rendere più sopportabile il co-
sto di tutela e protezione dei lavoratori attualmente gravante esclusivamente sull'impresa nell'ottica di costruire un modello di so-
cietà più competitiva, più giusta e più inclusiva.
Rita Casula
Un welfare a misura di persona
Crescita sì, ma al femminile
Imprenditrici
Donatella Orioli
presentato il Rapporto sull'imprenditorialità
delle donne in Emilia Romagna