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Numero 2 del 2015

Libere/i di scegliere: gay lesbo Lgbt - Speciale Rebibbia


Foto: Libere/i di scegliere: gay lesbo Lgbt - Speciale Rebibbia
PAGINA 21

Testi pagina 21

19Novembre | Dicembre 2014
servizi specifi catamente mirati, strutturato campagne
di comunicazione e di pubblicità improntate alla comu-
nicazione di valori di empatia e di condivisione con la
comunità Lgbt fi nalizzati alla fi delizzazione.
Per comprendere al meglio le esigenze di questo tipo
di clientela, diverse multinazionali hanno già da diver-
si anni una gestione delle risorse umane improntate al
diversity management, nella convinzione che solo una
classe dirigente eterogenea per sesso, razza, età e, in
questo caso, orientamento sessuale, sia effettivamente
in grado di cogliere al meglio le esigenze dei diversi
target di consumatori. Tra le imprese più attente alle
strategie gay friendly si cita-
no ad esempio Ikea, Pepsi,
Absolut Vodka, American
Ailines, Expedia, Starbucks,
JC Penny, Target, Amazon,
Apple, Barclays, Crédit Suis-
se. Tra le italiane, Eataly.
L’attenzione per questo tar-
get rappresenta dunque uno
dei fattori di crescita per nu-
merose aziende di succes-
so. Maturare questo tipo di
sensibilità è indispensabile
inoltre per evitare, come l’e-
sperienza del caso Barilla
insegna, pericolosi scivoloni di
comunicazione che si traduco-
no in ingenti perdite di fatturato,
dovute al boicottaggio non solo
della comunità Lgbt ma anche di
tutte quelle persone, sempre più
numerose, che non tollerano più
alcuna discriminazione basata
sull’identità di genere o sull’o-
rientamento sessuale.
Il mercato ha dunque compreso
appieno il loro peso economico e sociale e riserva la
stessa attenzione dedicata ad altri target di consuma-
tori. Resta ora da comprendere, rifl ettendo sulle varie
forze che infl uenzano le politiche nazionali, quanto tem-
po occorrerà ancora perché anche a livello politico si
arrivi allo stesso livello di consapevolezza. Per arrivare
ad avere gli stessi diritti non solo come consumatori
ma, soprattutto, come cittadini. ?
Giovanna Badalassi, Well_B-Lab*
di Cristina Melchiorri
STRATEGIE
PRIVATE
Sono Elisabetta, ho 65 anni e, dopo una vita di
lavoro e grandi soddisfazioni professionali e di
carriera in una grande azienda multinazionale,
non senza grossi sacrifi ci, ora sono in pensione.
In più sono nonna di un delizioso nipotino, Ales-
sio, di quattro anni. Il punto è che mia fi glia, che
fa la grafi ca pubblicitaria, si aspetta che io fac-
cia la baby sitter a tempo pieno. Io capisco che
lei preferisca affi dare il piccolo a me, piuttosto
che mandarlo all’asilo e cercare una collabora-
trice che la possa aiutare in casa e con il picco-
lo. Soluzione questa che per fortuna potrebbe
permettersi economicamente, dato che sia lei
che il marito avvocato guadagnano bene.
Sono egoista?
Elisabetta Gatti, Milano
Cara Elisabetta, hai lavorato tutta la vita? Ti sei sa-
crifi cata per dimostrare a te stessa e agli altri che
sei una brava manager, una buona madre, moglie,
fi glia? Adesso riposati! Sei nonna? Dai una mano,
fai qualche torta di mele, ma non fare la baby sitter
full time! Non scarrozzare il nipote tutti i pomeriggi.
Ora è piccolo, poi arriverà il torneo di calcio e il
corso di nuoto. Sappiamo che la questione si pone
in modo così drammatico perche lo Stato è assente
o quanto meno carente di supporti di welfare alle
madri lavoratrici, come se la gestione dei fi gli fosse
un problema privato di ciascuno e non dell’intera
società. E se non ci sono le risorse economiche
per comprare il servizio di asili privati e assistenti,
la donna deve decidere se continuare a lavorare
o stare a casa, oppure scegliere un part time, che
signifi ca quasi sempre dire addio alla carriera. In
altri paesi europei o negli Stati Uniti in genere è chi
guadagna meno che sta a casa o cerca di lavorare
da casa, uomo o donna che sia. Da noi il dilemma
non si pone nemmeno. E l’attuale crisi economica,
che è anche crisi sociale e di valori, aggrava la con-
dizione delle donne anche rispetto al mercato del
lavoro. Tornando a te Elisabetta, ora hai il tempo e
l’energia per occuparti di te stessa, per fare tutto
quello che avresti voluto e non hai potuto. Vuoi fare
volontariato? Bene. Resti connessa alla società,
ne segui le evoluzioni, le esigenze. Non ti va? È lo
stesso. Fai corsi di pittura, zumba, arti marziali… Ci
sono settantenni giovani e attive come ragazze. Chi
sono? Sono le donne che hanno sempre tenuto in
movimento il corpo, il cervello. E il cuore!
E ADESSO
DIVERTITI!
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