Numero 1 del 2010
2010 non ci resta che ridere
Testi pagina 21
noidonne gennaio 2010 21
“Italia 2020 - Programma per l'inclu-sione delle donne nel mercato del
lavoro di Mara Carfagna e Maurizio
Sacconi”: con questo titolo è stato pre-
sentato alla stampa, nei primi giorni di
dicembre, il programma del governo per
l'occupazione femminile che si sviluppa
in un'analisi della situazione esistente e
contiene la proposta in cinque punti per
risolvere le criticità.
Il documento, che ha trovato pochi
echi sulla stampa, sotto il capitolo "pro-
gressi e persistenti ritardi" analizza l'an-
damento occupazionale delle donne ri-
levando che il tasso d'attività ha ripreso
ad aumentare grazie alla presenza delle
lavoratrici extracomunitarie (badanti
in primo luogo) e grazie alle nuove ti-
pologie di orario introdotte dalla cosid-
detta Legge Biagi, la legge 30/2003, in
particolare attraverso l'aumento del
part-time che riguarda il 28,1% delle
donne che lavorano.
Altro dato "confortante" per l'occu-
pazione femminile riguarda il ricorso al-
la Cassa Integrazione che interessa mol-
to di più gli uomini essendo la prima fa-
se della crisi intervenuta nei settori do-
ve la presenza femminile è storicamente
più limitata. La disoccupazione femmi-
nile si attesta all'8,5% contro una media
europea del 7,5 per l'Europa a 27. Le dif-
ferenze regionali sono indispensabili per
capire la situazione italiana, a fronte di
una media di occupazione del 46,9 %
(quindi oltre 13 punti percentuali sotto
la soglia programmata a Lisbona per
quest'anno) troviamo l'Emilia Romagna
con una percentuale oltre la soglia di Li-
sbona con il 63% di donne occupate, il
Trentino Alto Adige poco oltre il 60%, 9
Regioni del Nord tra il 59 e il 54%, il
Centro con una media di poco superio-
re al 50% e il Sud con la Sardegna al
43%, la Campania con il 25,6 % e la
Calabria con il 29,6%. Emerge ancora
una volta il fatto che i problemi occu-
pazionali delle donne italiane sono pro-
blemi legati allo sviluppo del Sud in mo-
do particolare, e di fatto "quello" è il
problema. Altro dato interessante dell'a-
nalisi che precede il piano vero e proprio
è quello, già noto tuttavia a molte don-
ne italiane, che la maternità rappresen-
ta un evento critico per il loro rapporto
con il lavoro.
Di fronte a questa analisi, nota alle
addette ai lavori e condivisibile, confor-
ta vedere ribadita l'efficacia delle nostre
norme sulle pari opportunità; è anche
molto vero però che il sistema sociale
generale in cui si trovano le lavoratrici
italiane è molto, ma molto più arretrato
rispetto non solo ai Paesi del Nord Euro-
pa, ma anche alla vicina Francia. Basta
a dimostrarlo il tasso di natalità italia-
no confrontato con quello francese, che
è il doppio del nostro. Per rispondere a
questi problemi Carfagna e Sacconi pro-
pongono un piano in cinque punti:
10 milioni di euro per favorire i nidi
familiari attraverso l'esperienza delle
cosiddette "tagesmutter" (mamme di
giorno), ossia donne che ospitano a pa-
gamento i bambini in casa loro; un'e-
sperienza già avviata con successo in
alcune regioni del Nord;
4 milioni per la creazione di albi di
badanti e baby sitter, italiane e stranie-
re, appositamente formate;
12 milioni per voucher destinati al-
l'acquisto di servizi di cura in strutture
come ludoteche e centri estivi;
6 milioni per sostenere cooperative so-
ciali che operano per la conciliazione in
contesti svantaggiati;
4 milioni per favorire il telelavoro
femminile;
4 milioni per percorsi formativi di ag-
giornamento destinati a lavoratrici che
vogliono reinserirsi nel mercato del la-
voro dopo un periodo di allontanamen-
to. Queste misure vengono poi affianca-
te dalla riforma dell'articolo 9 della leg-
ge 53/2000, da "nuove relazioni indu-
striali per il rilancio del lavoro part-ti-
me e altri contratti flessibili" e dalla pro-
spettiva di nuovi lavori "verdi" anche al
femminile. Un ultimo punto del piano è
destinato alla riapertura con Bruxelles
della trattativa sui "contratti d'inseri-
mento al lavoro".
Ancora forse non sappiamo affronta-
re il problema dell'occupazione femmi-
nile come questione strutturale e non
congiunturale. E non è nemmeno un
"problema inedito" di libertà femminile,
ma è la vera questione che un Paese si
deve porre se vuole pensare alla sua ri-
produzione, al suo futuro, e risiede nel
ribadire il "valore sociale della materni-
tà" introdotto nel nostro ordinamento
fin dagli anni Settanta che deve diven-
tare una volta per tutte davvero "socia-
le" e non soluzioni e aggiustamenti di
volta in volta individuali dove il ricorso
al part-time non è una scelta, ma una
mera e sofferta necessità nella maggior
parte dei casi. Proporre patti intergene-
razionali, non sembra né una novità né
una soluzione: sono una delle tante
strategie di sopravvivenza, che non-
ostante tutto si mettono in atto.
Italia 2020
Occupazione femminile
Alice Casali
le proposte di Carfagna e Sacconi in un piano per l'inclusione
nel mercato del lavoro. Ma non si tratta di un "problema inedito"…
InGenere.it
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oltre a essere vasto e ricco, ha una carica innova-
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