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Numero 4 del 1952

Noi Donne VII n.4 / Maria Maddalena Rossi racconta Dolores Ibarruri

La copertina dedicata alle protagoniste del Film di Luciano Emmer ”La ragazza di Piazza di Spagna”.
Un artcolo di Maria Maddalena Rossi racconta il gesto molto speciale di Dolores Ibarruri, nota come La Pasionaria, che volle donare a Firmina Marzi,la propria catenina d’oro come riconoscimento per aver raccolte migliaia di firme contro la bomba atomica, e che ancora nel tentativo di sensibilizzare dei generali americani contro la stessa bomba, fermando il loro mezzo, era stata messa sotto la macchina.
Articolo ricco e articolato di Fausata Terni Cialente sul processo alle donne di San Severo, dopo due anni di carcere ingiusto per aver partecipato ad uno sciopero a sostegno della denuncia per la morte di un operaio di Parma essendo state prese nella sede del sindacato e riparatesi a seguito di forti provocazioni fasciste.
La novella “Quando si ama” di O.Henry, la 28° puntata del ”Ritorno sul fiume“ di Lucia Ashley, la prima puntata della “Quinta Strada” di Luciana Peverelli, ”Celestina” è la novella di Silvana Cichi.
L’articolo di Ghita Marchi su “Orrori della società americana”.
La moda che sottolinea nuovi modelli che propongono abiti a giacca .
Anna Maria Ortese inviata a Palermo all’incontro con la delegazione sovietica e racconta l’incredibile successo e le emozioni suscitate dalla presenza dei dirigenti Berezin e Timoviev.
Proseguono i fotogrammi del Film di Jean Paul Le Chanois, alla terza puntata .
Marco Viane recensisce due film sovietici di successo: Un treno va in oriente / Uomini di successo.


Foto: Noi Donne VII n.4 / Maria Maddalena Rossi racconta Dolores Ibarruri
PAGINA 20

Testi pagina 20

Amore ed emozione in due nuovi film sovietici
Chi, per partito preso, suole negare a tutti i costi la validità artistica del cinema sovietico, dopo aver visto crollare come un castello di carte, l’accusa ad esso mossa di essere monotono ed uniforme nei soggetti e nei temi, s’è barricato dietro un’affermazione di altro genere. Forse sarà capitato anche a voi di sentire uno di costoro dire che il cinema sovietico non tratta mai i problemi dell’individuo: i problemi sentimentali, ad esempio. Anche quest’ultima, estrema posizione di chi vuole per forza chiudere gli occhi per non vedere è destinata al fallimento. Il film a colori Un treno va in oriente, del quale si annuncia l'imminente programmazione sui nostri schermi, dovrà convincere costoro del contrario. La vicenda di Un treno va in oriente è, infatti, una vicenda squisitamente sentimentale: una vicenda garbata e briosa, con tanti spunti comici e patetici, con tanti equivoci e contrattempi che ne movimentano gli episodi e la rendono sempre viva e nuova. Ne sono protagonisti due giovani, un baldo ufficiale di marina ed una vivace e spigliata agronoma che, nel lungo viaggio da Mosca a Vladivostok, sentono nascere e consolidare nei loro cuori il dolce sentimento dell’amore.
Una delle solite commediole all’americana, dunque? No, niente di tutto ciò. Un treno va in oriente è una commedia di tipo nuovo. È una commedia di tipo nuovo perchè nuovi sono gli elementi fondamentali posti alla base della schermaglia amorosa dei due protagonisti. Questi elementi non sono i soliti delle commediole all’americana: la differenza di classe, la ricchezza e la povertà, l’eleganza ed altre banalità del genere. Ciò che i due protagonisti di Un treno va in oriente ricercano, ciò che essi vogliono ottenere, è la felicità fondata sulla comprensione reciproca, sull’affinità delle idee, del modo di concepire la vita e il lavoro: fattori reali e concreti, solo dai quali può scaturire l’effettiva possibilità, la certezza di una convivenza che dovrà durare tutta la vita. Siamo ben lontani, dunque, dalla falsa spensieratezza delle commediole sentimentali quotidianamente elargiteci dal cinema hollywoodiano. Tuttavia, in fatto di dinamicità, di allegria e di comicità, Un treno va in oriente non la cede a nessuna commedia all’americana. Potrete convincervene andandolo a vedere.
Anche un altro film sovietico, del quale pure e del tutto imminente la programmazione contemporanea in molte città italiane, merita la particolare attenzione delle nostre lettrici. Questo secondo film si intitola Uomini coraggiosi. Come il titolo lascia agevolmente comprendere, si tratta di un film di genere del tutto diverso da quello di Un treno va in oriente. Uomini coraggiosi ci introduce nel mondo dell’avventura più emozionante: nel mondo, inedito per noi, degli ippodromi sovietici. Anche questo è perciò un film che ha un'attrattiva sensazionale: questo ambiente che in molti film americani abbiamo visto descritto come dominio incontrastato della corruzione c del gangsterismo. Uomini coraggiosi consente al pubblico italiano di avere un quadro sincero ed affascinante degli ippodromi sovietici, dai quali ogni forma di malversazione è stata bandita e dove la competizione sportiva è veramente tale.
Ma non è solo questo lato spettacolare (reso ancor più attraente dal meraviglioso colore dei film sovietici) che vi interesserà in Uomini coraggiosi. Le corse dei cavalli, le gare avvincenti sui verdi campi degli ippodromi fanno di contorno ad una vicenda altamente drammatica: potremmo raccontarvela, ma siamo certi che, in questo caso, vi dispiacerebbe di sapere in anticipo anche uno solo dei tanti, sempre emozionanti episodi del film: vi toglierebbe gran parte del piacere che di certo già vi ripromettete di avere direttamente dalle immagini del film, nel cinema della vostra città.
Marco Viana
Didascalie
Questo e l’interprete del film «Uomini coraggiosi». Lo riconoscete? È l’eroe di un altro famoso film sovietico «La giovane guardia». L’intensa espressione del suo volto dice chiaramente che «Uomini coraggiosi» è un film di appassionante drammaticità; serberete il ricordo di questa opera tra le vostre migliori esperienze cinematografiche.
(A destra) - Una delle più turbinose avventure dei giovani protagonisti di «Un treno va in oriente» (Lidia Dranovskaja e Leonid Gallis) è quella di un sorprendente viaggio aereo, effettuato in maniera del tutto fortunosa. L’aereo è costretto ad atterrare nel bel mezzo di un bosco: una buona occasione per entrambi di manifestare il reciproco sentimento. Ma quanti equivoci devono ancora essere eliminati! (In alto) - In «Un treno va in oriente» conoscerete una delle più giovani ed ammirate attrici del cinema sovietico: Lidia Dranovskaja, che qui vedete in uno dei momenti più felici della divertente commedia di imminente programmazione sugli schermi italiani.
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