Numero 12 del 2007
Un anno di notizie a colori
Testi pagina 20
È stato recentemente pubblicato "Fuoridall'ombra. La vita, l'autorevolezza,
le conquiste delle donne della CGIL di
Roma e del Lazio (1946-2006)" ed
Ediesse, a cura di Annamaria Cubeddu
e Barbara Piccininni. Un poderoso volu-
me (quasi 500 pagine) in cui le donne
della CGIL, in particolare la Cubeddu,
responsabile del coordinamento donne
di Roma e del Lazio, hanno voluto apri-
re uno squarcio, uscire "fuori dall'om-
bra" offrendo riflessioni, spunti, ma an-
che molte esperienze e storie di vita che
si intrecciano con la storia delle donne
del nostro Paese e della Regione.
Il volume offre quindi tante chiavi di
lettura, tanti modi di leggerlo. E' una fa-
ticosa ricerca della propria storia di
donne nel sindacato, dai primi passi al-
la fine della seconda guerra mondiale fi-
no ai nostri giorni, con le tante poten-
zialità e le tante contraddizioni. Ma è
anche una interessante "rilettura" della
storia delle conquiste delle italiane che
ha visto le donne della CGIL protagoni-
ste di tante battaglie legislative che
hanno prodotto l'attuale patrimonio di
leggi a tutela e per le pari opportunità
nel lavoro tra uomini e donne.
Dalle prime lotte per la parità sala-
riale tra uomini e donne, lotte che na-
scondono spesso la difficoltà di trovare
un sindacato capace di inserire nella
lotta di classe 'la dimensione di genere'
come diremmo oggi. Lotte che negli anni
cinquanta si situano in un panorama in
cui il lavoro delle donne viene conside-
rato un lusso, un capriccio quando la
Confindustria dichiarava che "era ne-
cessario liberarsi della piaga delle con-
testazioni delle lavoratrici" e De Gaspe-
ri affermava che "le donne andavano a
lavorare per comprarsi le calze". E an-
che la CGIL, nella battaglia per elimi-
nare le differenze salariali tra uomini e
donne pensava in ultima analisi che era
una lotta giusta perché metteva fine ad
una concorrenza "sleale" nel mercato
del lavoro. Per passare alle lotte per la
tutela della maternità. O ancora, la sto-
ria di come soprattutto le donne hanno
veicolato nel sindacato la questione del-
la regolamentazione dell'aborto, storia
emblematica, ancora una volta della
difficoltà di accettare un "nuovo" sog-
getto che è in sintesi la difficoltà di in-
cludere la differenza di genere all'inter-
no della lotta di classe. E tale percorso è
illustrato anche dalle tante testimonian-
za delle donne protagoniste di quegli
anni, e non è senza emozioni, che chi
come me ha avuto l'opportunità, anche
la fortuna, di conoscerne alcune le ri-
scopre sotto una veste più ricca, piena
di aneddoti interessanti con una "sem-
plicità" piena di forza e di talento.
Anche dalle testimonianze si riper-
corre, ancora, la lunga storia della rap-
presentanza femminile nelle file del sin-
dacato: dalle prime commissioni femmi-
nili, intese quasi come "incubatrici" in
cui le donne potevano imparare a fare
politica sindacale, ma per le donne in-
vece veri strumenti di lotta, agli uffici
per le lavoratrici passaggio per "sinda-
calizzare" la presenza delle donne nel
sindacato.
Del resto la situazione era caratteriz-
zata da una concezione che da un lato
vedeva la difficoltà e anche l'autoesclu-
sione delle donne dal protagonismo sin-
dicembre 2007 noidonne20
Una storia lunga sessant’anni
100 anni della CGIL
Alida Castelli
"Donne e Economia" è stato il tema della IX Convention di Donne Impresa che si è svolto a Roma il 7-
8 novembre. Il tema della Convention di questo anno nasce soprattutto dalla riflessione che nel nostro
Paese le donne che lavorano sono quasi dieci milioni e dalla esigenza di conoscere, seppure per grandi li-
nee quanto questo lavoro pesi nella economia del Paese considerato che in tale senso non esistono stati-
stiche di genere. La nostra ricerca "Donne ed Economia" che è parte dell'Osservatorio sulla imprenditoria
femminile artigiana in Italia che abbiamo attivato tre anni fa come Confederazione, partendo da dati dell'Istituto Tagliacarte stima che il va-
lore prodotto dalle imprese al femminile del comparto nell'anno 2006-2007 ammonta a quasi 27,5 miliardi di euro contribuendo allo svilup-
po complessivo del nostro Paese per il 2,2% del PIL. Quindi un contributo importante a cui dovrebbe, in qualche modo, associarsi anche la sti-
ma del lavoro non retribuito ovvero di quel lavoro che le donne svolgono quotidianamente nell'ambito della famiglia, un lavoro oscuro ma
importantissimo che spesso diviene prioritario e porta le donne ad uscire dal mercato del lavoro. E' questa una partita su cui c'è ancora poco
dibattito forse proprio perché comporta implicazioni sociali molto forti. D'altronde che cosa fanno le politiche economiche in tale senso? Po-
chissimo se pensiamo alla esiguità degli assegni familiari, alle pensioni sociali delle casalinghe, agli aiuti per i costi della salute e della inva-
lidità. Si dovrebbe però lavorare di più su una cultura del lavoro femminile, enfatizzandone l'aspetto valoriale, affinché le donne si pongano
al "centro" e quelle che hanno un lavoro non escano dal mercato facendo diventare prioritari altri fattori soprattutto familiari e soprattutto
non considerino il partner la principale fonte di reddito. E' questo un aspetto culturale su cui dobbiamo riflettere: il carico familiare va con-
diviso fra i coniugi considerando che il 55% delle donne asserisce di lavorare per contribuire al bilancio familiare. Si comprende quindi come
una loro uscita porti a problemi di impoverimento delle famiglie anche gravi. C'è però un clima di stanchezza che serpeggia nel Paese e che
credo, come ha sostenuto anche Chiara Saraceno, porti le donne a rimanere in casa, a non cercare lavoro, nella convinzione che è inutile tan-
to non lo troveranno. E con questo clima sarà difficile raggiungere gli obiettivi di Lisbona.
Rita Casula
Un focus più attento sul lavoro delle donne