Numero 2 del 2007
Famiglia allargata e in evoluzione
Testi pagina 20
febbraio 2007 noidonne20
Alla vigilia dell'anno europeo dellepari opportunità, il Presidente della
Repubblica, nel discorso di fine anno,
ha sottolineato come in Italia tra le ri-
serve preziose su cui contare ci sia quel-
la, ancora poco valorizzata, dei talenti
e delle energie femminili, e come la vo-
lontà e la forza morale che anima mol-
te donne possono diventare un fattore
essenziale di progresso civile e di cresci-
ta dell'economia e della società.
Questo è un impegno che la Provin-
cia di Milano, 2.500 dipendenti di cui il
60% donne, persegue da diversi anni
con politiche di conciliazione concrete
quali: il part-time, l'orario di lavoro fles-
sibile o personalizzato, il trasferimento
agevolato in sedi più vicine a casa. Tut-
ti interventi importanti e utili, ma più
legati al tema assistenza- solidarietà
che all'obiettivo di valorizzare i "talenti
femminili".
Ancora oggi le donne dirigenti sono
poche, anche in Provincia di Milano; la
maternità resta sempre un handicap per
lo sviluppo della carriera perché la con-
ciliazione tra famiglia e lavoro rimane
un problema di difficile soluzione per le
donne. Affrontarlo richiede diverse stra-
tegie, in grado di incidere contempora-
neamente su più fronti. Dalla distribu-
zione delle responsabilità in ambito pri-
vato, un fatto non solo culturale, ai ser-
vizi per le famiglie, alla gestione dei
tempi e degli spazi nelle città, alla cul-
tura organizzativa delle imprese.
L'organizzazione del lavoro è uno de-
gli ambiti principali, determinante nel
penalizzare, o al contrario favorire, un
equilibrio fra vita lavorativa e vita pri-
vata.
Con il progetto "Figli sì grazie" la
Provincia di Milano sta cercando di an-
dare oltre le tradizionali misure di con-
ciliazione famiglia-lavoro e si è impe-
gnata a ricercare le soluzioni più idonee
per superare le rigidità organizzative,
per sperimentare modalità di lavoro che
siano davvero in grado di consentire al-
le giovani madri di vivere la maternità
con meno ansie, e soprattutto senza pe-
nalizzazioni professionali, anzi con l'o-
biettivo ambizioso di valorizzare le
competenze di cui le donne sono porta-
trici, in quanto risorse fondamentali per
l'ente. Il progetto agisce su due fronti:
quello personale e quello dell'organizza-
zione del lavoro. Sul piano personale, ri-
chiedendo alle donne, ma anche ai pa-
pà, di investire su se stessi, impegnan-
dosi a sperimentare nuove regole e nuo-
vi comportamenti; sul piano della strut-
tura, sperimentando nuovi modelli di
organizzazione del lavoro e diversi stru-
menti operativi.
Il suo valore forte e peculiare consiste
nel fatto che persone e organizzazione si
impegnano in uno sforzo comune, su un
piano di reciproca responsabilità, a fa-
vore di un atteggiamento parimenti re-
sponsabile, in un patto di reciproca col-
laborazione e responsabilità nell'attuare
misure di conciliazione concordate,
quindi oltre e al di là di una visione as-
sistenziale.
Com'è organizzato il servizio? Da
quest'anno, le dipendenti in attesa di un
bambino, e le neo mamme, ed anche i
futuri o neo padri che intendono usu-
fruire del congedo parentale, possono ri-
volgersi ad un servizio interno di "coun-
seling organizzativo", consulenza perso-
nalizzata, per essere aiutati a esplorare
la propria dimensione lavorativa in
rapporto ai cambiamenti dovuti alla
maternità/paternità, e mettere quindi a
punto un progetto individuale di conci-
liazione.
Non una soluzione uguale per tutti,
ma tante soluzioni personali. Per esem-
pio, formazione anche durante il conge-
do parentale, per non perdere il contat-
to col lavoro e coi colleghi. Bilancio di
competenze al rientro, per risintonizzar-
si col lavoro, ritrovare motivazione e
stimolo, o per intraprendere un nuovo
itinerario professionale. Per chi, al ter-
mine del congedo, rientra con orario a
tempo pieno, e non opta quindi per il
part-time perché penalizzante dal punto
di vista sia professionale che economi-
co, due opportunità. La prima, nuova e
dal forte impatto organizzativo, consi-
ste nella possibilità di sperimentare per
un anno l'e-work, cioè il lavoro a casa,
con l'obbligo di una sola presenza setti-
manale in ufficio. La seconda consiste
nell'usufruire di un contributo economi-
co per le spese sostenute per servizi al-
l'infanzia (asilo nido, baby sitter).
Dall'esperienza vissuta, l'e-work sem-
bra essere la soluzione più interessante,
per le persone e per l'ente. A differenza
del telelavoro, che ha avuto scarsissimo
successo in ambito pubblico per le sue
rigidità attuative, l'e-work, consistente
nel lavoro domiciliare, svolto attraverso
l'utilizzo della tecnologia (computer
portatile, Internet, posta elettronica),
offre maggiore flessibilità e soprattutto
opportunità di valorizzazione professio-
nale. Infatti, ogni progetto è personale,
realizzato e condiviso con l'unità opera-
tiva di appartenenza dell'e-worker, e
strutturato secondo logiche di risultato.
Valorizzazione professionale e autono-
mia organizzativa per le donne, garan-
zia della prestazione e mantenimento
delle competenze per l'ente, sono in sin-
tesi i risultati che scaturiscono da due
interessi che si incontrano in un vantag-
gio comune. Ulteriore fattore positivo
dell'e-work rispetto al telelavoro è rap-
presentato dal superamento dello "stra-
niamento" del lavoratore/lavoratrice
che spesso si verifica appunto col telela-
voro, concepito di fatto come lavoro
esternalizzato, gestito sì in autonomia,
Le nuove vie della conciliazione
Provincia di Milano
*Maria Cecilia Scaldalai
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