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Numero 12 del 2008

E tu di che Natale sei?


Foto: E tu di che Natale sei?
PAGINA 20

Testi pagina 20

dicembre 2008 noidonne20
Una diffida sarà simultaneamentenotificata a Regioni, Comuni, Sin-
daci, Aziende Sanitarie in tutta Italia
per dare attuazione al Progetto Obietti-
vo Materno Infantile, già inserito nel
Piano Sanitario Nazionale, di assisten-
za domiciliare alle madri nei primi gior-
ni di vita del figlio a garanzia della nor-
male evoluzione dell'evento. E' una del-
le decisioni prese dal gruppo di avvoca-
te che opera nell'ambito del Comitato
nazionale 'Quando decidiamo noi', pro-
mosso dall'UDI, Unione Donne in Italia.
Altro obiettivo che si è dato il Comitato
è l'incontro (Bologna, giugno 2009) di
un Laboratorio - aperto alla partecipa-
zione anche di chi non ha aderito al
Comitato - sul tema della maternità
"perché molti degli aspetti relativi al no-
stro corpo fertile vanno rinominati e
contestualizzati e dobbiamo farlo a
partire da una rinnovata conoscenza
tra noi che abbiamo storie e percorsi di-
versi". Il tutto in vista dell'incontro an-
nuale del 17 ottobre 2009 "per la resti-
tuzione del lavoro svolto e per lo svi-
luppo di ulteriori proposte sul piano na-
zionale ed europeo in raccordo con don-
ne e associazioni di altri paesi dell'U-
nione europea".
Informazioni:
avv.alesso@tin.it, lauris@tin.it,
avv.tricarico@gmail.com
La maternità che vogliamo
UDI
Gentile dottoressa, mi chiamo Si-
mona ho 35 anni e, fino al giugno
scorso, ho lavorato in uno studio pro-
fessionale nel quale ero impiegata da
circa 10 anni e dal quale mi sono li-
cenziata a seguito di una brutta si-
tuazione sulla quale le vorrei chiedere
un parere.
Mi spiego meglio, io e mio marito,
non potendo avere figli nostri, siamo
finalmente riusciti ad adottare a fine luglio 2007 una splendida
bambina rumena di 5 anni e, dopo un periodo "obbligatorio" di
congedo per poter stare vicino a mia figlia, per insegnarle la lingua
e farla integrare in un mondo per lei nuovissimo, sono tornata al
lavoro. Le premetto che, in quei 10 anni, sono stata il braccio de-
stro dei miei capi, che mi hanno sempre comunicato la loro soddi-
sfazione nei miei confronti, per l'impegno e l'orientamento al risul-
tato. Non le dico la mia sorpresa quando, di punto in bianco, a
marzo 2008 mi è stato chiesto di dare le dimissioni con la motiva-
zione "per esubero", soprattutto perché di lavoro ce n'era e ce n'è
tuttora a sentire le mie ex-colleghe. Naturalmente ho rifiutato di
andarmene, considerando che le spese sono praticamente raddop-
piate da quando è arrivata la bambina.
Oltre al mutuo, affitto e scadenze mensili ci sono da considera-
re anche altri costi, come è naturale che avvenga in una famiglia
con bimbi in età scolare e non mi sembrava furbo accettare di an-
darmene, senza che mi venisse proposta, almeno, una buona usci-
ta. Da quel giorno i rapporti, prima sempre cordiali, sono diventa-
ti molto gelidi. Per farla breve sono stata "tagliata fuori". Non mi
venivano più affidate le pratiche di mia competenza e queste veni-
vano processate dalle mie colleghe che si trovavano sommerse di
lavoro e che, per di più, io non potevo nemmeno aiutare visto che
c'erano disposizioni precise. Ho pensato più volte di intentare una
causa di lavoro, ma poi mi sono detta che non ne valeva la pena,
non volevo farmi il sangue ancora più amaro. Mi sono rimbocca-
ta le maniche, ho cercato un altro impiego, sostenuto colloqui e a
inizio luglio ho cominciato a lavorare per una piccola casa editri-
ce. A distanza di pochi mesi Le devo confessare che trovo l'am-
biente di lavoro molto piacevole e il lavoro in sé molto più stimo-
lante del precedente.
Mi spiace aver avuto la prova che per alcuni una donna, in car-
riera o comunque sul lavoro, nel momento stesso in cui ha un figlio
non venga più considerata "capace di lavorare".
Lei che ne pensa?
Simona Romana Bartali (Lamezia Terme)
Cara Simona, secondo il mio punto di vista c'erano tutte le pre-
messe per intentare una causa di lavoro. Non solo per "ingiustifi-
cato motivo" ma anche per "mobbing", soprattutto considerato il
comportamento nell'ultimo periodo. La maternità è un diritto, per-
tanto è tutelato dalla legge, e in questi anni diversi sforzi sono sta-
ti fatti per parificare i diritti dei figli adottivi con quelli dei figli na-
turali. Da quel che so ti confermo che il Ministero del Lavoro ha af-
fermato di ritenere applicabile anche alle madri adottive e affida-
tarie il divieto di licenziamento (almeno per un anno dall'ingresso
del bambino nella famiglia). Poiché hai dato dimissioni volontarie
non so se l'eventuale azione legale, se deciderai di intraprenderla,
possa ancora essere intentata.
Il mio consiglio è di rivolgerti ad un consulente del lavoro che si-
curamente ti indirizzerà meglio di me sulle azioni da compiere per
vedere rispettati i tuoi diritti.
Cristina Melchiorri
Diritto alla maternità
il Comitato nazionale
ha programmato le attività
fino al 2009
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