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Numero 10 del 2008

Futuro (passato) prossimo


Foto: Futuro (passato) prossimo
PAGINA 20

Testi pagina 20

ottobre 2008 noidonne20
Con il titolo "La Vita Buona nella So-cietà Attiva" il Ministro del lavoro,
della salute e delle politiche sociali,
Maurizio Sacconi, ha inteso avviare un
dibattito pubblico sul futuro del sistema
del welfare in Italia. Dopo tre mesi di
consultazioni, (scadenza 25 ottobre)
verrà predisposto, a partire dai risultati,
il "Libro Bianco" che dovrà contenere "le
principali opzioni politiche" emerse.
L'intento mi sembra buono ed il me-
todo pure. Diventa più difficile fare pro-
poste all'interno di una filosofia difficil-
mente condividibile. Non che non ci sia
qualche accenno alle molte questioni
che il mondo delle donne pone da tem-
po sul tappeto della discussione politi-
ca, alla cultura che esso esprime. Ma
appunto qualche accenno. Come non
essere d'accordo con l'affermazione che
"l' obiettivo delle politiche del lavoro è
un drastico innalzamento dei tassi di
occupazione regolare"? o che "vanno fa-
vorite politiche di ingresso immediato
dei giovani nel mondo del lavoro, come
prima pietra della costruzione delle pro-
prie scelte di vita"? Ed ancora: quando
viene affermato che gli obiettivi di Li-
sbona - con il 60% di occupazione fem-
minile, tra l'altro, non sono un mirag-
gio? A me sembrano un miraggio: le oc-
cupate in Italia sono poco più poco me-
no circa il 46% da quasi 10 anni, e
adesso in meno di un anno dovremmo
raggiungere il 60%: magari!
E sul fronte lavoro in un box apposi-
to il Ministro si pone e ci pone alcune
domande, (pag. 9) una delle quali mi
sembra inquietante e preoccupante: se
"per creare maggiori e migliori posti di
lavoro non serve (…) prima di tutto,
una robusta semplificazione e de-rego-
lazione delle regole di gestione dei rap-
porti di lavoro". A questa domanda io
rispondo subito di no, e comincio anche
a capire perché uno dei primi atti di
questo Governo, di questo Ministro sia
stato l'abrogazione che normava l'istitu-
to delle dimissioni in bianco, firmate
dalle donne al momento dell'assunzio-
ne, ed utilizzate, quasi sempre, dal da-
tore di lavoro non appena le donne ri-
manevano incinta. Per questa strada
pensava forse di incrementare l'occupa-
zione femminile? No, non è così e lo san-
no bene anche le donne del suo governo
che, unitariamente, lo scorso settembre
approvarono la legge in questione.
Ma quello che non mi convince, di-
cevo, è la filosofia che viene sottesa a
tutto il testo, e la prevalenza della que-
stione "sanità" su tutto il resto.
Innanzitutto, è inutile cercare la di-
mensione "donna", è invece costante-
mente presente la "famiglia" come ele-
mento principale di riferimento di politi-
che sanitarie sociali o del lavoro. Ma
una famiglia che ogni tanto sembra de-
ludere il Ministro, una famiglia che non
si carica delle dovute responsabilità in
un momento in cui "la complessità ed
eterogeneità dei bisogni, (…) assegnano
alla persona, alla famiglia (…) nuove e
maggiori responsabilità a tutela dei più
deboli e bisognosi". Ed è anche una fa-
miglia che davanti al problema di rag-
giungere gli standard di Lisbona per i
servizi di cura per l'infanzia, (e qui, bi-
sogna dirlo, l'ottimismo si abbassa, pas-
seremo dal 9 al 14 % nel 2009 invece di
raggiungere la soglia minima del 33% di
bambini accolti) può dare un suo con-
tributo, se si "valorizzeranno maggior-
mente le libere scelte delle famiglie ita-
liane". Sarebbe utile farci spiegare dal
Ministro cosa intende, perché se pensa
allo sviluppo dei nidi privati e religiosi,
non mi sembra che le famiglie italiane li
abbiano ostacolati, i figli li portiamo
dappertutto, dove è possibile, se intende
che ce li teniamo prevalentemente a ca-
sa, che ce li guardano i nonni o le baby
sitter, credo che le statistiche lo dimo-
strino ampiamente che lo stiamo gia fa-
cendo. Altro problema è che a volte si
fanno pochi figli perché non abbiamo
un lavoro. Ma su questo anche il Mini-
stro non ha ancora idee chiare e chiede
(a pag .15) quali e quante risorse inve-
stire per incrementare nei prossimi anni,
i servizi per l'infanzia e la famiglia in
modo sostenibile? Come favorire mag-
giormente l'iniziativa delle famiglie in
questo settore ? Credo che dovremo ri-
spondergli.
Sarà “Buona vita” per le donne?
Futuro prossimo
Alida Castelli
Lo "Small Business Act" (Una corsia preferenziale per la piccola impresa) recentemente emanato
dalla Commissione UE rappresenta, pur non essendo vincolante per gli Stati membri, un ricono-
scimento di grande rilevanza in merito alla funzione della piccola impresa nell'ottica di una eco-
nomia competitiva e dinamica in cui avere più occupazione e più coesione sociale.
La comunicazione rileva come attualmente le PMI europee soffrano di una produttività inferio-
re e di uno sviluppo più lento rispetto a quanto avviene negli USA dove le aziende sono in grado
di aumentare il 60% di occupazione entro il settimo anno di vita in raffronto con il dato europeo che si attesta tra il 10 e il 20%.
Su questo dato gravano carenze del mercato in settori come il credito (soprattutto a livello di capitali di rischio), la ricerca, l'inno-
vazione, l'ambiente che insidiano fortemente la competitività di queste aziende ma su cui la Commissione punta fortemente.
Il termine "Act" dato alla iniziativa sottolinea infatti la volontà di riconoscere il ruolo centrale delle PMI nell'economia europea
e, per la prima volta, di attivare un quadro politico articolato a livello di UE e di singolo stato membro attraverso dieci principi su
cui innescare la formulazione e l'attuazione delle politiche.
Fra questi: operare per un contesto maggiormente favorevole allo spirito imprenditoriale, formulare regole funzionali a "pensare
anzitutto in piccolo", rendere la PA permeabile alle esigenze delle PMI, agevolare l'accesso al credito di queste imprese ed aiutarle
a beneficiare delle opportunità offerte dal mercato unico.
E' chiaro che il recepimento di questa volontà comunitaria è in capo agli Stati membri come è importante il ruolo di pressione che
saranno in grado di svolgere in tal senso le organizzazioni imprenditoriali per renderla operante. Ed in quest'ottica, al prossimo Mee-
ting formativo di Donne Impresa in programma il 4-5 ottobre 2008 a Gabicce, si parlerà di "Small Business Act".
Rita Casula
“Pensare in piccolo” per aumentare lo sviluppo
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