Numero 7 del 2008
Vacanze: turismo a 360°
Testi pagina 20
luglio-agosto 2008 noidonne20
“Il provvedimento relativo alla detas-sazione degli straordinari va a fa-
vore esclusivo di chi può effettuare la-
voro straordinario, pertanto oltre ad es-
serne esclusi i dipendenti pubblici (per
espressa previsione del Governo), l'at-
tenzione va rivolta da un lato a tutte
quelle aziende che per politiche azien-
dali non richiedono il lavoro straordi-
nario e dall'altro a tutti quei dipendenti
che di fatto in azienda non ne svolgono
( e/o non possono svolgerne): le donne
in primis". Questo il commento a caldo
della prof.ssa Fausta Guarriello, Consi-
gliera nazionale di Parità a proposito
della detassazione del lavoro straordi-
nario e del documento elaborato dal
gruppo di lavoro "Evoluzione del merca-
to del lavoro" delle consigliere di parità.
"Le statistiche ci dicono che le donne,
soprattutto quelle con figli piccoli, non
effettuano lavoro straordinario. Ma non
solo. Occorre menzionare, a tale propo-
sito, anche i lavoratori atipici, i lavora-
tori delle aree del Sud, dove c'è poco la-
voro, i lavoratori di alcuni settori mer-
ceologici (come quello tessile) e in gene-
rale tutti quei soggetti (ritenuti) meno
disponibili e meno 'forti' (anziani). Va,
inoltre, considerato che l'Italia ha un
tasso di occupazione femminile molto
basso mentre quello maschile è in linea
con la media europea. Siamo infatti, al
penultimo posto nell'Europa con un tas-
so di occupazione femminile al 46,9 per
cento. A marzo l'Eurostat e l'Oil (Orga-
nizzazione Internazionale del Lavoro)
hanno diffuso i dati sull'occupazione
femminile e l'Italia risulta spaccata in
due. Mentre infatti nel Nord Italia l'oc-
cupazione femminile raggiunge il 57%,
il Sud Italia si ferma al 31,2 % (in Fran-
cia arriva al 60,6 % e in Spagna al 55
%). Alla luce di quanto sopra, da una
prima analisi, così come correttamente
rilevato anche dal gruppo di lavoro
"Evoluzione del mercato del Lavoro", le
Straordinari... a chi?
Intervista a Fausta Guarriello
Cinzia Alitto
Le Consigliere Mirella Guicciardi, Ornella Veglio, Ga-
briella Sberviglieri e Serenella Molendini hanno esamina-
to da un punto di vista di genere il provvedimento gover-
nativo sulla detassazione degli straordinari e le previsioni
del suo impatto nelle condizioni di lavoro delle donne
non si preannunciano positive. Riportiamo la sintesi del-
le riflessioni e delle proposte che il gruppo "Evoluzione del
mercato del lavoro" ha elaborato ed indirizzato alla Con-
sigliera nazionale di parità ponendole all'attenzione dei
decisori politici e dei sindacati (la versione integrale del
documento è su www.noidonne.org).
le tante donne nel lavoro atipico non sono minima-
mente coinvolte dalla detassazione, anzi questa rende
ancora più conveniente il lavoro atipico ponendo ancora
di più queste lavoratrici in competizione con il resto del
mercato del lavoro;
detassare gli straordinari per renderli più appetibili si-
gnifica porre la forza lavoro in gara per svolgere ore extra
e dunque creare anche minor occupazione;
gli straordinari, in quanto tali sono abbastanza im-
prevedibili e saltuari, e dunque mal si inseriscono all'in-
terno degli orari di lavoro delle donne che sono da loro
stesse progettati per conciliare lavoro di cura e professio-
nale. I pochi asili nido non consentono un reale sostegno
al lavoro delle donne e pagare una baby- sitter di emer-
genza ha poco senso perchè il costo equivarrebbe al sala-
rio orario detassato della lavoratrice madre, tenendo pre-
sente sia i livelli al di sotto dei quali c'è la detassazione,
sia il fatto che i salari femminili sono in molti casi in fa-
sce modeste;
la detassazione può squilibrare i part-time, aumen-
tando le richieste di ore ulteriori che, sebbene vincolate
alla disponibilità personale, creano disagio se costante-
mente rifiutate;
effetti negativi sull'occupazione femminile anche a
tempo indeterminato e su quella delle lavoratrici del mez-
zogiorno, ovvero quei segmenti del mercato del lavoro
che fanno meno uso degli orari lunghi;
incidenza negativa sui contributi o meglio sul Tratta-
mento di fine rapporto per le lavoratrici, proprio perché il
compenso ha effetti indotti su istituti indiretti, perché il
compenso entra nel computo della base di calcolo della
pensione e quindi le donne subirebbero una penalizza-
zione.
Forse per eliminare tale discriminazione e promuovere
l'occupazione femminile sarebbe stato preferibile:
detassare la tredicesima in quanto salario di tutte e di
tutti;
aumentare i servizi per l'infanzia, magari privilegiando
con rette più basse quelle tante donne atipiche che non
possono neanche permettersi di pagare la retta e quindi
abbandonano il posto di lavoro in seguito a maternità;
garantire la copertura previdenziale sino a 40 ore, poi-
ché le donne non possono usufruire dello straordinario
sarebbe opportuno inserire un sistema di retribuzione
"virtuale" nei limiti delle 40 ore settimanali per i rapporti
di lavoro a tempo determinato e indeterminato, al fine di
riconoscere la funzione della donna lavoratrice in un con-
testo di una società che diventa sempre più anziana che
necessita di un contributo in famiglia per la gestione de-
gli anziani e dei figli (es. se la donna lavora meno di 40
ore sarà necessario riconoscere alla stessa la copertura
previdenziale sino al massimo di 40, per ottenere il bene-
ficio ai fini pensionistici).
Detassare gli straordinari: una discriminazione di genere?