Numero 2 del 2008
Politiche scomode
Testi pagina 20
Aichétou Traore nasce in Mauritania,una terra poco popolata a causa
della vasta superficie desertica che oc-
cupa circa il 90% del territorio con alte
dune di sabbia bianca e rossa che si al-
ternano, insieme a paesaggi rocciosi e
desolati, ne costituiscono il panorama
tipico.
E' madre di due figli e la sua storia
potrebbe essere raccontata a puntate
ma, anche attraverso una sintesi, pos-
siamo percepire quanto sia affascinante
il suo percorso di vita ma anche e so-
prattutto il suo impegno per la Mauri-
tania in particolare per le connazionali.
Si è innamorata di un italiano, si è
sposata ed è partita senza
neanche sapere cosa l'a-
spettava.
Aveva imparato l'Eu-
ropa a scuola, una di-
mensione che non le en-
trava in testa e invece ci
si è trovata in mezzo e,
tuttora, ci vive da oltre
dieci anni senza staccare
il cordone ombelicale con
i suoi familiari e con la
sua terra. Aichétou, che è
una bellissima donna, so-
lare ed affettuosa, fa par-
te dell' Association pour
le Développement Intégré
et Diversifié che è una
ONG a scopo non lucrati-
vo, costituita nel 2000 da
membri di estrazione plu-
ridisciplinare immigrati
in Italia e Spagna che de-
siderano mettere la propria esperienza e
competenza al servizio della Maurita-
nia.
Possiamo dire che ti sei integrata?
Che brutta parola… e poi che signi-
fica in realtà? Integrata dove, quando,
come! Perché devo per forza tendere al-
l'integrazione. Ci sono già integrata,
con mio marito…e fin troppo a volte.
Non posso semplicemente accettare e
vivere in pace il mio dramma da sradi-
cata?
Ecco, "sradicata" questa è una bella
parola, che contiene dentro la sua du-
rezza le difficoltà, la rabbia di chi deve
ricostruire un mondo di affetti intorno a
sé in un mondo dove gli affetti sono ra-
ri come le bottiglie d'acqua minerale nel
deserto!
Eppure forse lo sei 'integrata', al pun-
to che la gente ti dice "neanche sem-
bra di parlare con un'extracomunita-
ria o con una del tuo colore"…
Altro parolone ! A volte penso di rin-
graziarli perché sono convinti di farmi
un complimento, ma non sanno che mi
sento un po' offesa. Allora mi verrebbe
voglia di difendermi perché così difen-
derei la "gente di colore", che poi detta
così li fa sembrare tutti incapaci di met-
tere insieme tre parole una dietro l'altra.
Invece decido di stare zitta e mando giù
un bel rospo. E' difficile tacere sempre e
a volte rispondo che tra la mia gente c'è
anche chi è molto meglio di me!
Vorrei che ci raccontassi di quella
volta in cui ti sei sentita davvero di-
versa e nello stesso tempo hai prova-
to emozioni contrastanti…
Era giugno e le mamme della mater-
na organizzavano una cena dove deci-
do di andare per socializzare e cercare
amicizia. Saluti e sorrisi un po' timidi e
poi l'atmosfera si scalda e parlando di
mariti e figli riusciamo ad entrare un po'
tutte in confidenza. Tutto quasi in un
attimo, come succede solo fra donne,
credo.
Ad un certo punto l'at-
tenzione di tutte si con-
centra su di me: è una
giostra di richiami, tutte
vogliono parlare con me,
mi sento perfino un poco
imbarazzata, e confondo
ancora i nomi, i visi e mi
gongolo lo stesso.
Virna no, lei non par-
la. Però mi cerca, vuole
incrociare il mio sguardo,
sorride con dolcezza ma
non mi parla.
La serata finisce con i
soliti scambi di numeri di
telefono e la promessa di
ritrovarci. Passa l'estate e
questa volta è proprio
Virna che organizza una
serata e mi si siede accan-
to. E' più sciolta, più dis-
febbraio 2008 noidonne20
Quando integrazione fa rima con amicizia
Intervista a Aichétou Traore
Donatella Orioli