Numero 10 del 2009
RU 486: la pillola ideologica
Testi pagina 20
ottobre 2009 noidonne20
Solo una bambola?
50° compleanno di Barbie
Nelle parole della sua creatrice RuthAndler "Barbie è sempre stata il
simbolo della donna che può scegliere".
Infatti Barbie è, fra l'altro, chirurga,
manager, giornalista, veterinaria, astro-
nauta, ambasciatrice Unicef, cantante,
candidata alle Presidenziali, arruolata
tra i pompieri, nella Marina e nell'Air
Force, ingegnera, paleontologa, denti-
sta, pilota di Formula Uno, zoologa,
produttrice, allenatrice di calcio, Miss
America, sportiva di varie discipline...
Nella campagna per i 50 anni di Barbie,
non si può non notare la distorsione di
due estremi: il possibile riscatto della li-
bertà femminile e un definitivo radica-
mento dei peggiori stereotipi. Inoltre, la
suadente voce del marketing ci sussurra:
glamour, fashion, enter-
tainment, style, girl po-
wer, sexy… rimandan-
do inevitabilmente al
concetto di entry point,
il momento in cui un
soggetto entra a pieno
titolo nella categoria di
"consumatore".
Loredana Lipperini nel libro "Ancora
dalla parte delle bambine" scrive: "Bar-
bie è, soprattutto, una signorina fashion
victim. È un ibrido, nasce da un incrocio
fra le bambole di carta con un guarda-
roba da ritagliare e un sex-toy". Promes-
sa d'ozio, rito ineludibile, contagio, mu-
sa ispiratrice di stilisti, cantanti, artisti
(per lo più maschi), è citata innumere-
voli volte in libri, canzoni, cd, video. Ol-
tre al fisico magrissimo questa bambola
qualcosa di buono ce lo dovrà pure ave-
re. Insomma, non può e non deve essere
considerata un pericolo di per sé.
Sta di fatto che con le bambole si for-
giano le bambine secondo i (dis)valori
di una cultura, spingendole all'adesione
a un modello che non libera. Pensiamo
alle teorie sulla even-
tualità che bambole
e cartoni inducano
ad anoressia e loliti-
smo, oppure alle
bambole credenti,
vendute con la bib-
bia in mano, alle ver-
sioni islam-correct
con il burka. Fulla,
alternativa islamica
a Barbie, ideata da
un'azienda siriana,
con il velo, che sotto
ai vestiti indossa un costume intero in-
collato al corpo. Razanne, musulmana
osservante in vendita in Occidente. Sal-
ma, creata dalla giovane Sukmawati
Suryaman.
E poi le rivali Sindy, My Scene, Tan-
ya… e le cattive Bratz, versione di stra-
da di Barbie, che "non vogliono ribalta-
re il mondo: è sufficiente che lo seduca-
no con la curva delle loro labbra im-
bronciate" (Lipperini).
Spietato il giudizio sul blog di Babsi
Jones in cui i destini di Barbie e di Ra-
zanne sono equiparati. La vocazione è
la stessa, il loro destino squallido e li-
mitato a una storia già scritta in cui cre-
scere a misura d'uomo, cioè amorevoli,
belle, buone, compiacenti e servizievoli.
Mattel prova a correggere il tiro, di-
cendo che Barbie incoraggia le bambine
a immaginarsi nei panni e a vivere le vi-
te di donne in carriera con molteplici
personalità svolgendo "nel migliore dei
modi le professioni più all'avanguardia
e stimolanti".
Recita il comunicato: "Da fata a fas-
hionista, da principessa a presidente,
Barbie ha ispirato tantissime generazio-
ni di bambine a sognare, scoprire ed
esplorare un mondo senza limiti, il tut-
to senza nemmeno dover uscire dalla
propria cameretta". Cosa ci sarà di così
terribile fuori dalla cameretta delle
bambine? Forse l'avventuroso mondo da
conquistare, mèta dei bambini loro co-
etanei e già territorio precluso? O chissà
quali pericoli e insidie come la creativi-
tà e l'assertività, che tanti genitori e in-
segnanti ammettono solo per i figli ma-
schi, incoraggiandone spesso anche ag-
gressività e violenza?
In conclusione, pensiamo che bambi-
ne e ragazze, di ieri e di oggi, abbiano
tutte le capacità di conquistarlo il mon-
do, e se Barbie ispirerà davvero, aspet-
tiamo con impazienza la prima donna
Presidente.
Elena Ribet
come sopravvivere 50 anni tra mito e stereotipi,
tra rivali "buone" e "cattive"
CURIOSITÀ
Barbie è nata a Willows,
Wisconsin, il 9 marzo 1959. Il suo
vero nome è Barbie Millicent
Roberts. La prima Barbie è stata
venduta per 33 dollari.
Non è mai stata sposata e non ha
figli. Ken e Barbie si lasciano il gior-
no di San Valentino nel 2004 dopo
oltre 43 anni di fidanzamento.
Le femministe della BLO (Barbie
Liberation Organization) modifi-
carono i meccanismi di alcune
Barbie "parlanti" per far dire loro
"la vendetta sarà mia!".
Nel 2009 Barbie supporta Save
the Children per una campagna
educativa dal nome "Riscriviamo il
Futuro".