Numero 9 del 2009
Dialoghi impossibili
Testi pagina 20
settembre 2009 noidonne20
Una sarta dalle forbici d’oro
Intervista a Emilia Vatrano
Tailleur blu gessato, in lanae seta, a tre bottoni. Una
giacca molto avvitata, impun-
turata con filo di seta bianco.
E una gonna longuette, con
una lunga spaccatura sulla si-
nistra. È questa la donna, in
tutta la sua eleganza e impo-
nenza, pensata e fatta su misu-
ra da Emilia Vatrano.
Nata quarantasette anni fa a Borgia,
un paesino a circa trenta chilometri dal
capoluogo calabro, ago e filo non le so-
no mai mancati: l'iniziazione risale al-
l'età di nove anni, con il ricamo appre-
so all'oratorio sotto il duro esercizio del-
le suore.
"Il mio paese, Borgia, in provincia di
Catanzaro, è storicamente un paese di
sarti. Quand'ero piccola - racconta Emi-
lia Vatrano, andata fino a Taipei in rap-
presentanza dell'Italia nel 32º Congres-
so mondiale dei maestri sartori - restavo
meravigliata dinanzi a uomini grandi
con i ditali. Il papà di una mia amica
era sarto e io, spiandolo un po', inizia-
vo a prendere appunti… Le forze econo-
miche non hanno fatto la loro parte, do-
vendomi così accontentare di
seguire corsi locali: avevo do-
dici anni quando mi accinge-
vo a realizzare il mio primo
vestitino, senza maniche (sa-
rebbe stata cosa troppo ar-
dua a farsi!), di cui mi ricor-
do la leggerezza e i volants;
un abito malvisto da mia ma-
dre, che però a me piaceva
tantissimo".
Corsi, studi minuziosi sulla storia de-
gli abiti, diplomi e poi il trasferimento
da Borgia a Cosenza. Per circa quindici
anni, la sarta arrivata al secondo posto
del concorso promosso dall'Accademia
Nazionale dei Sartori denominato "For-
bici d'oro", e presidente rappresentativo
della categoria sarto per il Confartigia-
nato di Catanzaro, ha forgiato passo
dopo passo il suo estro.
E la svolta?
Mentre la mia vita sentimentale va a
rotoli (mi separo da mio marito e torno
a Borgia con i miei figli), la mia passio-
ne inizia a prendere il volo. Era il 2004.
Incontro un signore di nome Nicola che
mi educa all'arte della sartoria maschi-
le (un tabù, quasi, per le sarte donne) e
grazie al quale conosco il maestro Do-
menico Mancuso, con il quale sarebbe
iniziata (e dura fino ad oggi) una fitta
collaborazione presso il suo stimato
Atelier.
Cosa significa essere una donna che
vive in Calabria e che fa la sarta-sti-
lista?
La sartoria maschile non vede di
buon grado la mano "rosa". Sono rima-
sta senza parole quando non mi è stato
riconosciuto il primo posto delle "Forbi-
ci d'oro", dovendomi accontentare di un
numero due, solo perché, si intende, so-
no una donna. Fare l'imprenditrice, esse-
re imprenditrice non è cosa facile. Per
me è doppiamente difficile dal momento
che sono sola, con due figli da tirare su.
La donna, la Calabrese forte e tenace, in
questa terra soprattutto, è come se spes-
so si sentisse "bloccata", come se ci fos-
se sempre qualcuno pronto a dirle "Fer-
ma, stai al tuo posto!". Nel nostro setto-
re, poi, manca una scuola di bottega,
dove si possa imparare la manualità ol-
tre la mera teoria. Avvalendomi dell'e-
sperienza dei tanti sarti che fortunata-
mente ho incontrato sul mio erto cam-
mino, oggi con soddisfazione punto a
un negozio tutto mio (presto lo aprirò in
via Italia, vicino al Teatro Politeama di
Catanzaro). È partito, finalmente, il
conto alla rovescia anche per me! Arri-
va un momento in cui ognuno di noi
vuole spiccare il volo".
A quale stilista si ispira per le sue
creazioni?
Chanel, senza dubbio. Ne ho sempre
apprezzato la capacità di rivoluzionare
il concetto di femminilità; una nuova
immagine di donna: libera, moderna,
all'avanguardia e indipendente dagli
uomini. Parlare di Chanel significa par-
lare di un cambiamento radicale per le
forme di quei tempi. Io, comunque, pun-
to sulla fodera "alla Mimmo Rotella".
Ispirata ai decollage del noto artista ca-
labrese, mi piace trasportare quella par-
ticolare tecnica utilizzando più pezzi di
stoffa. Mi muovo, per intenderci, tra il
decollage e il decoupage. E in mente ho
una collezione tutta al femminile in me-
moria del grande Rotella.
Rosa Cosco
grazie alla sua tenacia è riuscita ad accedere all'arte della
sartoria maschile, quasi un tabù per le donne
DONNE CHIRURGHE PER LE DONNE
Centinaia le visite colonproctologiche svolte dal gruppo P.E.L.V.I. (Prowomen-prevention
Epidemiology of Low intestinal tract disorder, Vaginal prolapse and Incontinence), i cui dati
sono stati presentati al Congresso mondiale della Società italiana unitaria colonproctologica
(SIUCP). Il gruppo, composto da 6 specialiste in colonproctologia di diverse città, si è dedica-
to a uno studio sulle patologie del pavimento pelvico. Obiettivo: dare la possibilità alle donne
di affrontare problemi urinari, ginecologici, proctologici e migliorarne la salute con trattamenti
personalizzati, spesso risolutivi. "Sono patologie spesso strettamente correlate che la donna
tende a sottovalutare e che purtroppo diventano frequenti e invalidanti con l'avanzare dell'età",
afferma la dottoressa Gabriella Todde, che lavora presso l'azienda ospedaliera San Giovanni di
Roma (struttura che ha ricevuto tre bollini rosa come ospedale 'a misura di donna'). "La rispo-
sta dell'utenza è decisamente positiva. Abbiamo registrato un aumento delle visite, anche con
indicazione dei medici curanti su diagnosi collegate a prolasso degli organi pelvici. Questo
significa che le pazienti sono maggiormente informate". Nelle donne tra i 50 e i 70 anni, l'inci-
denza risulta molto alta. Tra i sintomi prevalenti il prolasso genitale (77,1%), l'incontinenza
urinaria e fecale (76,8% e 84.2 %), stipsi (65,3%). I centri sono ancora attivi, ed entro alcuni
mesi sarà avviata un'ulteriore fase del progetto con nuove visite gratuite.
Mantova - Casa di cura San Clemente dott.sa Adriana Nardo 0376 207207
Ferrara - Arcispedale S. Anna dott.sa Simona Ascanelli 0532 236316 0532-236256
Roma - Ospedale San Giovanni Addolorata dott.sa Gabriella Todde 347 2921616
Ospedale Vannini - dott.sa Valeria Gianfreda 06 24291287
Cassino (FR) - Casa di Cura Sant'Anna dott.sa Annamaria Di Blasio 0776 311123
Bari - Azienda Ospedaliera Policlinico prof.sa Angela Pezzolla 080 5595102
BOLLINI ROSA
L'O.N.Da (Osservatorio nazionale sulla salute della donna) conferisce annualmente i 'Bollini rosa' a ospe-
dali italiani 'a misura di donna'. Nel 2009, le strutture che hanno meritato il riconoscimento sono state
93, soprattutto nel nord Italia. In totale sono 230 gli ospedali 'in rosa' sul territorio nazionale.
Elena Ribet