Numero 8 del 2009
Ozio pigrizia tempo libero
Testi pagina 20
luglio/agosto 2009 noidonne20
Che la parità non sia omologazione
Intervista a Debora Serracchiani
“Mi piacerebbe che le donne nellapolitica mantenessero la loro di-
versità e che la parità di genere non si
trasformasse in omologazione. Le donne
sono più concrete e dirette, è una forza
che non devono perdere una volta elet-
te. Questo vorrei che fosse il senso della
mia attività: dare una visibilità diversa
delle donne". Debora Serracchiani, av-
vocata di 38 anni e miss 144.558 prefe-
renze, sprigiona entusiasmo e voglia di
fare. Ma non vuole che la sua sia una
corsa solitaria. "Bisogna rimandare in-
dietro l'ascensore e se a me è capitato di
aprire una porta in modo particolare o
fortunato, da questa porta devono poter
entrare in tanti e in tante, soprattutto
giovani perchè abbiamo bisogno di rin-
novare ed è possibile solo se c'è il ri-
cambio".
La sua notorietà in campo nazionale
è dovuta alla visibilità che le ha da-
to la rete internet con il famoso in-
tervento in cui ha criticato la condu-
zione del PD. Spiega così la quantità
straordinaria di preferenze che ha
avuto, superando non solo nomi no-
ti del suo partito, ma addirittura
Berlusconi ?
E' stato un risultato inaspettato, ma
credo che sia stato il fortunato equili-
brio tra la potenza della rete e della
campagna elettorale fatta nel territorio.
In meno di un mese ho partecipato a
150 iniziative toccando praticamente
tutte le province di una circoscrizione
molto ampia (Friuli Venezia Giulia,
Trentino alto Adige, Emilia Romagna e
Veneto). Internet è molto importante
perchè serve a fare sistema, ma non può
sostituire l'incontro diretto e l'ascolto
delle persone.
Cosa cambierebbe della politica in
Italia?
Le urgenze sono tante, ma in questo
momento l'etica e la morale devono es-
sere al primo posto perchè ho visto un
modo di fare politica che non condivi-
do. L'impegno di tutti è che ci deve esse-
re una svolta, un rifiuto dell'appiatti-
mento culturale, questo ci aiuterebbe
anche a migliorare il rapporto che han-
no i giovani con la politica spingendoli
ad essere protagonisti dei cambiamenti
invece che delegare ad altri. Punto di
partenza della rinascita morale è la
scuola, che nel medio-lungo periodo po-
trebbe contribuire a fare un salto di
qualità. Dobbiamo investire sui giovani
di domani; io spero che siano più forti
della mia generazione che non ha sapu-
to eccellere e fare la differenza.
Altre priorità?
Purtroppo non credo che si riesca a
tornare indietro rispetto al precariato e
quindi occorrono interventi strutturali
per accompagnare le persone nei perio-
di di passaggio da un lavoro all'altro.
L'Italia è sotto la media europea per il
numero di lavoro precario, ma non ha
creato ammortiz-
zatori adeguati e
le persone che re-
stano senza occu-
pazione sono ab-
bandonate a loro
stesse. L'Europa
potrebbe essere un
luogo dove soste-
nere questo obiet-
tivo, accanto alla
necessità di creare
un welfare degno
di un paese civile.
Non è pensabile
che nel 2009 le
donne siano an-
cora poste di fron-
te all'alternativa
se mettere su fa-
miglia o continuare la carriera lavorati-
va. Se questo vuole essere un paese di
diritto e civile deve creare un sistema in-
tegrato di assistenza dando la possibili-
tà a tutti di scegliere liberamente di ave-
re tutto dalla vita (o di non scegliere),
mentre l'assistenza sociale ancora si
fonda sul lavoro nero.
E al suo partito cosa chiede?
Il Partito Democratico è e rimane
plurale, ma dopo i confronti e le discus-
sioni deve far uscire una voce unica ed
esprimere una linea politica. Devono fi-
nire i protagonismi e dobbiamo darci
strumenti per crescere.
Nel 2003 è stata eletta in consiglio
circoscrizionale a Udine e oggi va al
Parlamento europeo. Non trova una
qualche analogia tra la sua rapida
ascesa e quella di alcune candidatu-
re di giovani donne nel PdL?
Il mio percorso politico, iniziato in
un comitato di quartiere, si è svolto nel-
l'ambito di un partito di cui sono diri-
gente e in tale veste ho fatto quel dis-
corso che mi ha fatta conoscere. In altri
casi mi pare di assistere a delle nomina-
tion. Non credo che la bellezza debba
essere una discriminazione, ma ritengo
che per fare politica occorrano delle ca-
ratteristiche che non sono acquisite con
le lauree, i master o con qualche parte-
cipazione in televisione. A quello che
dici, anche se sai dirlo bene, devi dare
forma e sostanza. Per fare politica oc-
corre passione, bi-
sogna avere la ca-
pacità di entrare
in contatto con le
persone. Essere
plurilaureata o
conoscere una lin-
gua non sono i re-
quisiti per essere
brava in politica,
invece sono indi-
spensabili ideali,
volontà e la vo-
glia che hai di ri-
solvere i problemi.
Se poi tutto questo
lo accompagni a
delle competenze
specifiche è certa-
mente meglio.
Tiziana Bartolini
idee e progetti di una donna che passa dal consiglio provinciale
a Strasburgo. La parola a Miss 144.558 preferenze