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Numero 3 del 2009

Una festa nella crisi: lotta marzo


Foto: Una festa nella crisi: lotta marzo
PAGINA 20

Testi pagina 20

marzo 2009 noidonne20
L’acqua più antica dell’Universo
Orizzonti infiniti
Violette Impellizzeri, siciliana, e Pao-la Castangia, sarda, sono due gio-
vani astronome e scienziate italiane cha
hanno scoperto l'acqua più antica del-
l'universo. Violette si trovava a Bonn e
mentre scriveva la sua tesi di dottorato
in fisica sull'emissione molecolare nei
nuclei galattici attivi, che si ipotizza
ospitino i buchi neri, ha deciso di cerca-
re l'emissione maser (Microwave Ampli-
fication by Stimulated Emission of Ra-
diation) dell'acqua in oggetti amplifica-
bili da lenti gravitazionali. Paola Ca-
stangia si trovava lì per un post dotto-
rato e, occupandosi proprio di maser
dell'acqua, è stata coinvolta in prima
persona.
Violette Impellizzeri, come è nata l'i-
dea di cercare l'emissione maser del-
l'acqua in oggetti amplificabili da
lenti gravitazionali?
L'idea è nata da un lavoro simile, in
cui si studiava l'emissione di CO (mo-
nossido di carbonio) in galassie ad alto
redshift (quindi molto
lontane da noi) grazie ap-
punto alla magnificazio-
ne dovuta alle lenti gravi-
tazionali. Questo perchè il
segnale emesso diventa
sempre più debole in rela-
zione alla distanza, men-
tre la lente riusciva a con-
trobilanciare questo feno-
meno. La cosa mi ha mol-
to affascinata e gli studi
pubblicati sul CO hanno
per molti versi incentivato
e ispirato la scoperta di
acqua in MG0414+0534.
Paola Castangia, in co-
sa consiste esattamente
la scoperta?
Abbiamo dimostrato
la presenza di acqua allo
stato gassoso in una ga-
lassia (quasar) molto
lontana. Non era mai
stata trovata così distan-
te, anche se vi erano teo-
rie che ne sostenevano la possibile esi-
stenza. Si tratta della prima osservazio-
ne empirica: abbiamo potuto decifrare
la presenza dell'acqua più antica e più
lontana mai osservata prima. Per capir-
ci, considerando la velocità della luce
(che è molto elevata, ma non infinita),
le onde elettromagnetiche che abbiamo
osservato in MG0414+0534 sono state
emesse dalle molecole d'acqua 11 mi-
liardi di anni fa.
Come è stata realizzata la ricerca?
Le prime osservazioni sono avvenute
con il radio telescopio di Effelsberg (Ger-
mania), con il quale abbiamo notato un
debole segnale, registrando la riga di
emissione maser prodotta dalla moleco-
la dell'acqua che, a seconda della den-
sità e della temperatura del gas, emette
onde elettromagnetiche a particolari fre-
quenze. Tra noi e il quasar osservato
esiste una lente gravitazionale, cioè un
"oggetto" di grande massa, come ad
esempio un'altra galassia, che agisce da
lente per effetto della forza di gravità,
una specie di telescopio naturale. La lu-
ce che passa vicino a questo oggetto vie-
ne distorta e magnificata, come se stes-
simo guardando il quasar attraverso
una lente, vedendolo ingrandito e più
brillante. Vista l'importanza della sco-
perta e per escludere eventuali errori
strumentali abbiamo utilizzato l'interfe-
rometro Very Large Arrey negli Stati Uni-
ti (New Mexico), un telescopio più sen-
sibile composto da 27 antenne. Lo spet-
tro prodotto ha confermato le prime os-
servazioni, mostrandosi sostanzialmen-
te identico e dimostrando la presenza
della molecola.
Qual è la vostra esperienza come
donne in ambito scientifico?
Paola Castangia: L'astronomia è un
mondo più "astratto", che ha pochi ri-
scontri nella vita di tutti giorni. Non ho
la percezione che ci siano discrimina-
zioni in senso stretto, anche se il nume-
ro di ricercatrici e professoresse univer-
sitarie è inferiore rispetto ai colleghi ma-
schi. Non solo in Italia. In Germania,
ad esempio, ho visto pochissime donne.
Forse è un retaggio del passato, ma le
cose stanno cambiando. In un recente
concorso di ricerca presso l'Osservatorio
Astronomico di Cagliari, su 11 parteci-
panti 8 erano donne; le prime tre in gra-
duatoria erano donne. Certo, l'ambito
della ricerca scientifica non si concilia
Elena Ribet
Violette Impellizze-
ri è nata in Sicilia e
cresciuta tra Alca-
mo (TP) e Karlsruhe
(Germania). Dopo
gli studi Universi-
tari in Fisica a Bri-
stol (Inghilterra) e
in Germania ha conseguito il dottorato di ri-
cerca al Max-Planck-Institut fuer Radioastro-
nomie di Bonn. Dal 2008 fa il post dottorato
negli Stati Uniti al NRAO, Virginia.
Paola Castangia, 33
anni, è laureata in Fi-
sica presso l'Universi-
tà di Cagliari, dove ha
anche svolto il Dotto-
rato di Ricerca. At-
tualmente ha un asse-
gno di ricerca all'Os-
servatorio di Cagliari.
Ha lavorato a Bonn al Max Planck come "postdoc", con una
borsa finanziata dalla Regione Sardegna nell'ambito del pro-
gramma "Master & Back".
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