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Numero 4 del 2016

Europa (in)difesa. Barriere politiche e culturali


Foto: Europa (in)difesa. Barriere politiche e culturali
PAGINA 20

Testi pagina 20

18 Aprile-Maggio 2016
EUROPA (in)DiFESA | 4
di Paola Ortensi
L’itaLia è iL paese
deLL’accogLienza ma che non
riesce a dare Lavoro. aLcune
migranti raccontano L’europa
che sognano e sperano di
trovare
iL VECCHiO
COnTinEnTE
ViSTO COn
GLi OCCHi
DELLE
MiGRAnTi
Il luogo dove la chiacchierata nasce, quasi per caso, è uno spazio tranquillo, piacevole, nel cuore della Capita-le. Un gruppetto di donne sono ospiti di un’associazione
che a Roma si occupa di intercultura e che, fra le diver-
se iniziative, organizza laboratori dove si imparano attività
interessanti e utili. Un luogo in cui si trascorre anche del
tempo, conoscendosi e scambiando parole ed esperienze
che trovano radici comuni in culture anche molto diverse e
geograficamente lontane. Un luogo in cui si tessono rap-
porti che guardano oltre il quotidiano, quel quotidiano che
pur ci tiene insieme e tocca tutti e tutte.
Oggi si lavora all’uncinetto, mentre qualcuna ricama, rea-
lizzando piccoli manufatti utili: scialli e sciarpe, retine per
la spesa e porta oggetti, presine, borsette, centrini e tova-
gliette e tanto d’altro suggerito dalla fantasia.
Alimentato da quegli spunti che nascono improvvisi, ma-
gari dettati dalle ultime notizie ascoltate, l’argomento che
prende piede sembra troppo impegnativo, eppure è così
intrecciato alla vita di tutte le donne presenti da risultare,
non a caso, interessante. E pur nella stringatezza dell’e-
sposizione, anche perché l’italiano di molte non è fluente,
conferma tante delle idee e riflessioni che l’informazione
ci presenta ogni giorno. Le dieci donne presenti - prove-
nienti da Italia, Nigeria, Bangladesh, Libia, Etiopia, Alba-
nia - mettono insieme diversi luoghi di nascita e raccon-
tano tanti percorsi di vita. Si può comprendere perché le
idee che si intrecciano risultino più che interessanti. Sono
donne arrivate in Italia da non meno di quattro o cinque
anni - una di loro addirittura da venti anni - e hanno rag-
giunto il nostro paese per le ragioni più diverse, compresa
l’Università, la guerra o il ricongiungimento familiare. Sep-
pure, in alcune, con la confusione di chi lascia il proprio
paese spinto da necessità, si può dire che l’idea che l’I-
talia fosse anche Europa è confermata praticamente da
tutte, insieme al pensare di poter poi ripartire anche da
qui per raggiungere altri stati, sempre con l’obiettivo di
trovare lavoro. E qui si sottolinea il primo nodo, quello ri-
tenuto il più importante e che le accomuna tutte: il lavoro.
Il lavoro è il problema, riconosciuto come il traguardo per
vivere con dignità per chi ha scelto l’Italia dopo averci
studiato e poi per dare un senso alla fuga dal paese in
cui si viveva, lasciato sempre con dolore e spesso per
le violenze che lo attraversavano; paese lasciato anche
abbandonando attività avviate e di successo, come per
esempio un negozio o un ristorante. Qualcuna racconta
che, non trovando lavoro con tutta la famiglia, dall’Italia
ha tentato il passaggio in un altro paese nel Nord Europa,
fino in Finlandia. E poi la speranza di insediarsi in Ger-
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