Numero 5 del 2007
Happy new family
Testi pagina 2
Joan Tronto, esperta in studi di generee femminismo di fama internaziona-
le, insegna Scienze Politiche all'Hunter
College della City University di New
York, che le ha conferito un premio al
merito per l'insegnamento nel 1991.
Con abilità e simpatia riduce le distan-
ze dagli studenti e semplifica l'esposi-
zione con riferimenti alla quotidianità
della gente comune, ricordando spesso
di provenire dalla "working class". Cre-
sciuta durante la guerra in Vietnam, in
una società razzista e sessista, domi-
nata dalla borghesia medio-alta, la
giovane Joan si impegnò nel femmini-
smo, attratta dall'interesse di questo
movimento per la giustizia e le vite or-
dinarie di donne, bambini e lavoratori
di ogni razza, religione ed etnia.
Dopo aver tenuto corsi in università
americane ed europee, quest'anno è
ospite dell'Università di Bologna, per
un ciclo di seminari intitolato "Studi di
genere ed etiche della cura. Percorsi nel
pensiero politico occidentale". Le lezio-
ni, arricchite da applicazioni pratiche
a bioetica, politiche sociali per la fami-
glia e immigrazione, consentono di ap-
prezzare un lungo percorso di ricerca.
testimoniato da articoli e saggi, pub-
blicati in riviste e antologie internazio-
nali.
"Confini morali. Un argomento poli-
tico per l'etica della cura" è il primo li-
bro di Joan Tronto tradotto e pubblica-
to in Italia (Diabasis, 2006). Il titolo
allude a tre confini individuati dall'au-
trice, rispettivamente: tra morale e po-
litica; teoria morale e vita concreta;
pubblico e privato. Sono muri eretti da
un percorso storico e culturale che ha
negato piena cittadinanza civile e poli-
tica ai soggetti deboli, dalle donne alle
minoranze, instaurando un circolo vi-
zioso di esclusione e scarsa attenzione
politica, funzionale al capitalismo. L'o-
pera si inserisce nel dibattito femmini-
sta nord-americano aperto nel 1982
con la pubblicazione di "Con voce di
Donna" di Carol Gilligan, che ricono-
scendo le differenze di genere, rivaluta
le caratteristiche tradizionalmente as-
sociate al femminile, ritenute comune-
mente inferiori al modello dominante
di moralità maschile, razionale e indi-
vidualista.
Secondo Tronto, l'argomentazione
che la moralità femminile, portatrice di
valori come cura, amore materno, rela-
zioni umane e pace, favorisca un cam-
biamento politico, in contrapposizione
alla morale maschile della giustizia e
dei diritti è fallita: negli Stati Uniti la
maggioranza delle donne resta esclusa
o ai margini nelle istituzioni, alle quali
accedono solo le bianche più privile-
giate.
L'autrice si distingue quindi dal fem-
minismo culturale ed evidenzia che le
qualità morali associate alla cura non
sono essenzialmente femminili, ma co-
muni alle minoranze e alle classi infe-
riori che condividono con le donne una
posizione di marginalità. Di qui, Tron-
to conia un'ampia nozione di cura,
estesa a tutte le attività svolte per mi-
gliorare il mondo e la vita, ne svela le
potenzialità e ne rovescia la valenza
politica: da strumento di controllo del-
le donne a strumento di equità e parte-
cipazione democratica. Riconoscere la
cura e i suoi valori come elementi per-
vasivi e costitutivi dell'esistenza uma-
na, rende l'etica della cura universale e
complementare all'etica maschile, la fa
uscire dai margini della riflessione fem-
minista, la pone al centro nella discus-
sione pubblica come motore di un cam-
biamento strutturale.
Tronto osserva che nella società
contemporanea le attività di cura non
sono più soddisfatte solo nella sfera
domestica, come lavoro non pagato,
ma anche in quella pubblica, sia dal
mercato, coi servizi di colf, badanti e
immigrati, sia dallo Stato, che offre so-
stegno a famiglie e lavoratori. Tuttavia
la svalutazione economica e culturale
di queste attività e di chi le svolge per-
petua le disuguaglianze sociali: la
maggior parte del lavoro di cura è de-
legato a donne, minoranze e classi in-
feriori, consentendo ad altri, soprattut-
to maschi o donne di classi medio-alte,
di dedicarsi al lavoro professionale,
produttivo, meglio retribuito e più am-
bito. Resta un privilegio di pochi avere
il tempo da dedicare agli interessi per-
sonali, coltivando l'immagine e la cre-
scita di sé come persone autonome e in-
dipendenti. Il lavoro di cura corrispon-
de ad una cittadinanza parziale, men-
tre il lavoro pagato fonda una cittadi-
nanza piena e un'effettiva partecipa-
zione alla vita pubblica.
Le riflessioni di Joan Tronto matura-
no negli Stati Uniti, dove lo Stato sod-
disfa i bisogni di cura dei cittadini me-
no di quanto accada nei sistemi di wel-
fare dell'Europa occidentale. Tuttavia
sono stimolanti per superare la crisi
dello stato sociale in Europa e i rischi
di nuove emarginazioni ed inefficienze
dovuti alla scarsità di risorse. Ci invi-
tano a ripensare la società e la politica
mettendo in discussione le idee tradi-
zionali e gli ostacoli che impediscono a
voci differenti di ottenere considerazio-
ne politica. La sfida aperta è un pro-
getto democratico di inclusione e giu-
stizia sociale che, evitando gli errori di
maternalismo e paternalismo, ricono-
sca rispetto per l'autonomia, le scelte e
il diritto di partecipazione attiva ai
processi decisionali di chi versa in uno
status di dipendenza.
maggio 2007 noidonne2
Joan Tronto
Maria Elisa Di Pietro