Numero 3 del 2007
Mimosa e non solo
Testi pagina 2
Piccola e fragile in apparenza, inrealtà dotata di una solida tensione
morale e di una ferma coerenza di pen-
siero, la scrittrice Nadine Gordimer,
Premio Nobel 1991, è la voce più affa-
scinante e più imperiosa della lettera-
tura sudafricana in lingua inglese. A
Torino, ospite del Premio Grinzane Ca-
vour che le ha attribuito un prestigioso
riconoscimento, ha tenuto una confe-
renza dove ha narrato magistralmente
il "leone", simbolo della scrittura afri-
cana e il suo contributo alla letteratu-
ra mondiale.
Ottantatre anni, figlia di un gioiel-
liere lituano e di un'inglese, entrambi
ebrei, educata e vissuta in Sudafrica,
questa protagonista della letteratura
mondiale ha esordito nel 1949 con la
raccolta di racconti Faccia a faccia e
con il romanzo autobiografico I giorni
della menzogna, dove la società suda-
fricana regolata dalla segregazione
razziale è acutamente scrutata attra-
verso la progressiva consapevolezza
della protagonista. Scrittura e impegno
politico sono stati i due cardini di vita
in questa limpida e coraggiosa figura
di intellettuale, che ora che è abolita la
segregazione razziale, continua a bat-
tersi per la pace, la tutela dell'ambien-
te e la giustizia sociale. Rievocando la
brutta avventura di un'aggressione
subita in casa pochi mesi fa da parte di
quattro giovani per sottrarle solo un
po' di denaro, ha spiegato che è stata
invasa da un senso di impotenza e di
sconfitta. Se i suoi rapinatori fossero
stati impegnati in un progetto di studio
e di lavoro invece di essere dei disoccu-
pati sbandati, forse non avrebbero as-
salito un'anziana signora sola, che vi-
ve fra lettura e scrittura, isolata dal
mondo in compagnia della cagnolina
Cilla.
Nei suoi romanzi la Gordimer ha ri-
flesso l'impossibilità di una liberazione
dall'apartheid che opprimeva la socie-
tà sudafricana già provata dalla fatica
di vivere, ha descritto le illusioni e le
speranze infrante davanti ad ogni
aspetto della vita quotidiana oppressa
da una immane ingiustizia, la spirale
angosciosa di rivalità e costrizioni di-
spotiche che a lungo ha risucchiato il
suo Paese. La fine del regime fu sancita
nel 1992 da una pacifica rivoluzione
senza spargimento di sangue. Ma il
nuovo Sudafrica è ancora pieno di gra-
vi contraddizioni. Se quella legge ver-
gognosa sancita nel 1948 è stata abo-
lita, il percorso letterario della scrittri-
ce è illuminato ancora dalla continuità
tematica dell'impegno radicale. Il Su-
dafrica ha sepolto il sogno di Nelson
Mandela. Il partito che lo ha incorag-
giato, l'African National Congress, rag-
giunto il potere, ha seminato delusioni.
Anche lei ne risente, ma mettendo in
atto il suo ottimismo realista, reagisce
con appassionata lucidità. "Uno dei
problemi del malessere è la corruzione.
Il potere corrompe. Affigge il paese an-
che l'enorme gap fra ricchi e poveri, la
dominazione della globalizzazione che
non è estranea alla criminalità. Siamo
stati delusi dal comunismo, trasforma-
to in dittatura, dalla democrazia che
tranne in piccole realtà di piccoli paesi
non offre risultati esemplari".
Eliminata l'apartheid, perché il raz-
zismo serpeggia ancora? Perché gli
scrittori tacciono? le è stato chiesto.
"Non sono d'accordo, la comunità de-
gli scrittori fa sentire la sua voce. Ma
voi, che fate questa osservazione, il
razzismo non lo avete cancellato. E ora
si innesta anche la polemica religiosa.
Purtroppo è un male contagioso, il
mondo ne è ancora permeato e non tut-
te le identità trovano dignità e spazio.
Sono passati solo 16 anni dalla caduta
del regime sudafricano. È già un suc-
cesso l'avere conseguito una grande de-
mocrazia. Per fortuna abbiamo una
stampa libera che espone i problemi.
Eppure ci chiedono se la nostra de-
mocrazia è perfetta o se il processo non
sia ancora intriso di razzismo. Ma pro-
prio a noi che abbiamo avuto così po-
co tempo si viene a parlare di razzi-
smo?". L'autrice di Nessuno al mio fian-
co, il primo romanzo dopo la sconfitta
dell'apartheid, difende il Sudafrica e
non nega la speranza, malgrado la gra-
vità della situazione, segnata dal-
l'Aids, dalla criminalità, dalla povertà
immensa. "Il problema è il gap incol-
mabile fra ricchi e poveri.
Si è detto: "I poveri sono sempre con
noi"; ma anche i ricchi. La potenza fi-
nanziaria domina, dobbiamo fare tutto
il possibile per reagire e superare queste
disuguaglianze".
Nel suo ultimo libro Sveglia! (Einau-
di 2005) la scrittrice innesta sul tema
della nuova povertà del Sudafrica altri
problemi contemporanei, come la sal-
vezza dell'ambiente, il progresso econo-
mico, la lotta contro l'Aids e la com-
plessità delle relazioni umane. La scrit-
trice crede fermamente nell'universalità
di questa espressione, che quando è af-
francata dalla censura appartiene a
tutti. "Ho visto spesso i giovani della
mia terra leggere solo africano. Ora è
necessario che trovino qualche chiave
della loro vita interiore e segreta, che si
aprano a tutta la scrittura, mettendo
da parte il criterio della pertinenza.
Ogni letteratura può rispecchiare la
propria per rispondere: io sono presen-
te alla rinascita del mondo.
Noi possediamo solo la parola scrit-
ta e l'impegno di lanciare sfide alle no-
stre società per farle divenire società
umane".
marzo 2007 noidonne2
Nadine Gordimer
Mirella Caveggia