Numero 10 del 2008
Futuro (passato) prossimo
Testi pagina 2
Teorica, leader dell'International Fo-rum on Globalization, Vandana Shi-
va dirige il Centro per la Scienza, Tec-
nologia e Politica delle Risorse Natura-
li, da lei fondato nel 1982 a Dehra Dun,
in India, dove è nata nel 1952 da una
famiglia progressista. Dopo avere stu-
diato in università inglesi e americane
ed essersi laureata in fisica nucleare,
Vandana, accortasi del disastro causa-
to dal "malsviluppo", e del sempre mag-
giore impoverimento, non solo materia-
le, della sua gente, decide di abbando-
nare la fisica e dedicarsi all'ecologia so-
ciale. Da allora è una delle leader del-
l'eco-femminismo e dell'esteso movimen-
to di donne che in Asia, Africa e Ameri-
ca Latina critica l'economia di mercato
e le politiche di aiuto allo sviluppo at-
tuate dagli organismi internazionali e
indica nuove vie alla crescita economi-
ca rispettose della cultura delle comuni-
tà locali.
Dei suoi libri tradotti in Italiano ri-
cordiamo: nel 1990 "Sopravvivere allo
sviluppo"; nel 1993 "Monoculture della
mente. Biodiversità, biotecnologia e
agricoltura scientifica", cinque saggi at-
traversati da un unico filo critico: "uni-
formità e diversità non sono solo modi
diversi di uso della terra, ma anche mo-
di di pensare e modi di vivere. La diver-
sità vivente della natura corrisponde al-
la diversità vitale delle colture e la di-
versità è fonte di ricchezza e di alterna-
tive"; nel 1999 "Biopirateria. Il saccheg-
gio della natura e dei saperi indigeni";
nel 2004 "Le guerre dell'acqua"; nel
2006 "Il bene comune della terra e nel
2008: "Dalla parte degli ultimi. Una via
per i diritti dei contadini".
In un recente intervento a Roma,
ospite Provincia di Roma, Vandana ha
esposto i temi a lei più cari denuncian-
do l'attuale modello di sviluppo non più
sostenibile in quanto causa dell'incre-
mento della povertà nel mondo e della
devastazione dell'ambiente. E ha criti-
cato ogni tipo di monopolio che, omolo-
gando i modi di vestirsi, mangiare, cu-
rarsi, etc., sta lentamente modificando i
sistemi di vita e distruggendo le diversi-
tà culturali. Parole dure anche sulla glo-
balizzazione e sul sistema economico e
politico che lei definisce "dell'esclusione"
in quanto si basa sull'incremento di ric-
chezza dei pochi e sulla sempre maggio-
re "schiavizzazione" dei molti, a cui non
vengono richieste più la capacità (skill)
di saper fare qualcosa ma la disponibi-
lità a sottomettersi ai mestieri più umili
e "unskilled".
Il fatto di non promuovere le capaci-
tà e le responsabilità personali, se da
una parte permette alle industrie di ab-
bassare i costi di produzione, dall'altra
è una grande fonte di insicurezza. Una
gran massa di popolazione insoddisfat-
ta, povera, disperata e senza più cultu-
ra né valori di riferimento incombe sul
mondo come una minaccia imprevedi-
bile di fronte a cui nessun sistema di si-
curezza militare può tenere testa. Per
migliorare la sicurezza non serve incre-
mentare le forze di polizia o le spese mi-
litari, ma migliorare le condizioni socia-
li e culturali di tutti. Per difendere la de-
mocrazia servono regole che più che a
proibire e punire puntino a proteggere la
popolazione e a garantire una vera giu-
stizia sociale. All'economia dell'esclu-
sione è necessario sostituire una econo-
mia dell'inclusione e del fare in cui ogni
singola persona e ogni singolo seme del-
la terra può "fare", in maniera creativa,
e non manipolata né geneticamente mo-
dificata, la propria parte nella costru-
zione di un mondo in cui lo "sviluppo"
da sostenere e da auspicare sia quello
della solidarietà e del rispetto reciproco.
Lei propone di collaborare con i go-
verni, ma come è possibile conciliare
queste idee con tutt'altre politiche
governative?
La cosa più importante è pronuncia-
re la possibilità di un cambiamento, de-
lineare delle proposte possibili, si tratti
di energia alternativa, sanità, istruzio-
ne, riduzione delle cause d'inquinamen-
to, etc. Il governo stesso è una struttura
plurale, fatta da persone diverse tra lo-
ro, con cui è possibile interloquire in
maniera differenziata. L'importante è
trovare spazio per esprimere la propria
proposta e dare fiducia alla gente che è
possibile cambiare.
Qualè la sua idea di educazione?
Io darei più spazio ai nonni e alle
nonne, anche all'interno delle istituzioni
scolastiche, perché possano trasmettere
alle nuove generazioni le differenti cul-
ture di origine che stanno scomparendo
e farei spazio a una vera e propria "ce-
lebrazione delle diversità", in cui ognu-
no possa valorizzare la propria differen-
za, qualsiasi essa sia, e nessuno/a possa
sentirsi inferiore a qualcun altro. E darei
spazio all'imparare a pensare in manie-
ra creativa e a trovare continue soluzio-
ni alternative.
Sono passati quindici anni da quan-
do è uscito il suo "Monoculture della
mente". E' cambiato qualcosa da al-
lora a livello culturale nel mondo?
Sì qualcosa sta cambiando. Ad esem-
pio sempre più uomini non accettano le
diseguaglianze causate dal sistema pa-
triarcale e si comportano in maniera
corretta nei confronti delle donne. Sem-
pre più uomini e donne stanno capendo
che l'energia non è una presa da attac-
care alla corrente elettrica ma quella
che corre tra esseri umani, e anche nel-
l'universo intero, e che consiste nella ca-
pacità di trasformare se stessi, di rinno-
varsi e rinnovare il modo di vivere in
una direzione più sostenibile per tutti.
ottobre 2008 noidonne2
Vandana Shiva
Giovanna Providenti