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Numero 9 del 2008

Stampa: libertà vigilata


Foto: Stampa: libertà vigilata
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Testi pagina 2

“Le donne possono fare la differenza,possono cambiare la situazione".
Ed è su questa opportunità che lavora-
no nella striscia di Gaza le donne del
Women's Affair Center. Nayla Ayesh è
la direttrice del centro, aperto durante
la prima Intifada anche con l'aiuto di
donne europee e con sedi a Nablus e a
Ramallah. E' coraggiosa, Nayla, e la
sua è l'espressione forte e serena di una
donna la cui vita non è mai stata faci-
le. "Le donne palestinesi hanno giocato
un grande ruolo nella prima Intifada e
da allora abbiamo cominciato a lavo-
rare affinché si aprissero spazi pubblici
nella politica e nella società, non solo a
livello nazionale. Siamo partite dalla
formazione e attraverso l'empowement
abbiamo dato forza alle donne, renden-
dole veramente leader e all'altezza di
condividere le responsabilità della vita
pubblica. Non volevamo che rimanesse-
ro in ombra, ricoprendo al massimo il
ruolo di segretarie". Non porta il velo
Nayla, neppure oggi che in quella fascia
di terra con Hamas soffia il vento del-
l'integralismo. "L'altra questione su cui
ci siamo concentrate è quella economi-
ca. Le società tradizionali si basano
sempre sul controllo dell'uomo sulla
donna e il modo più semplice per eserci-
tare questo controllo è mantenere la di-
pendenza economica. Invece per au-
mentare il loro potere dentro alla fami-
glia le donne devono essere economica-
mente indipendenti. Il nostro Centro cre-
de nella parità tre uomini e donne nella
società palestinese e con questa consa-
pevolezza abbiamo organizzato una
formazione mirata, sostenendo le donne
nell'avvio di attività lavorative in pro-
prio. Abbiamo puntato sulla valorizza-
zione delle loro qualità e potenzialità".
Sono neri gli occhi di Nayla, e sprigio-
nano tutta la determinazione che l'intel-
ligenza femminile riesce a mettere a dis-
posizione nelle situazioni ad alto ri-
schio. "Crediamo che le donne debbano
impegnarsi in politica in modo diretto e
le sosteniamo sia per essere candidate
sia per essere votate. Le sollecitiamo ad
interessarsi alla politica e ad essere pro-
tagoniste. E' vero che per le donne pale-
stinesi di politica è sempre stata intes-
suta ogni azione quotidiana ed è vero
che l'impegno civile non si esprime solo
nei partiti o nel parlamento, ma oggi la
nostra speranza è costruire una società
palestinese democratica e senza il coin-
volgimento delle donne nel condividere
queste responsabilità non è possibile la
democrazia". E' una sognatrice Nayla,
che vive in un luogo da cui non si esce e
in cui non si entra, prigioniera - come gli
altri palestinesi - nella sua terra.
"Le donne possono portare dei cam-
biamenti nell'economia e nella politica,
ma occorre essere preparati. Per questo
scopo abbiamo un progetto con cui fac-
ciamo continuare nello studio le giova-
ni, che possono essere parte del nostro
futuro. Le supportiamo e diamo loro la
possibilità di crescere culturalmente,
facciamo in modo che anche a Gaza sia
superata l'idea che è inutile spendere
soldi per far studiare le donne, destina-
te solo sposarsi e a fare figli". E' tenace
Nayla, che costruisce giorno per giorno
l'idea di una solidarietà al femminile.
"Anche le donne, le più anziane, non
credono sia utile far studiare le donne.
Come gli uomini pensano che per fare fi-
gli e governare la famiglia la scuola non
serva. Al Centro lavoriamo con le gio-
vani e con le anziane cercando i lin-
guaggi più adeguati per affrontare i pro-
blemi: un modo efficace è proiettare dei
documentari e poi commentare gli argo-
menti trattati. Lo abbiamo fatto sul te-
ma dei matrimoni fatti in giovane età
affrontando con gli esperti gli aspetti
psicologici e della salute fisica delle ma-
dri e dei figli nati da queste giovani". La
disoccupazione a Gaza supera il 60%,
l'assedio dell'esercito israeliano impedi-
sce lo scambio di qualsiasi tipo di mer-
ce, i generi di prima necessità scarseg-
giano. I palestinesi vivono in condizioni
drammatiche, ma Nayla - e tante altre
donne con lei - non rinuncia a nutrire le
menti. "Nella striscia di Gaza abbiamo
un giornale, AL GHAIDA, realizzato da
donne per le donne, con cui parliamo
dei problemi delle donne, spieghiamo il
nostro lavoro e i risultati che otteniamo.
E' importante valorizzare il fatto che i ri-
sultati sono frutto del lavoro delle don-
ne stesse. Non è stato facile, ma nel
giornale abbiamo parlato della violen-
za sessuale e sui minori che c'è nelle fa-
miglie". Guarda al futuro, Nayla, in mo-
do costruttivo. "Nei prossimi numeri af-
fronteremo il problema delle leggi per la
famiglia e del peggiorare delle condizio-
ni di vita, paragonando il ruolo delle
donne in Cisgiordania e a Gaza. Non
sono argomenti semplici da trattare e
abbiamo problemi anche con Hamas
che non ha una mentalità aperta e non
condivide le nostre idee, ma crediamo
che questo giornale debba continuare a
parlare alle donne". Sì, Nayla, lo credia-
mo anche noi.
settembre 2008 noidonne2
Nayla Ayesh
Tiziana Bartolini
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