Numero 7 del 2008
Vacanze: turismo a 360°
Testi pagina 2
Anni fa passeggiando per La Candela-ria, il centro storico di Bogotà, mi
imbattei in una mendicante che cantava
'Gracias a la vida' sul ciglio di una stra-
dina. Conoscevo la canzone ma in quel
momento percepii l'immensa forza rivo-
luzionaria di quei versi, scritti da Violeta
Parra. A Mercedes Sosa, contralto argen-
tina, si deve il successo mondiale di que-
sto brano. Conosciuta in tutto il conti-
nente sudamericano come 'la Negra' per
quella mania irriverente e affettuosa che
hanno i latinoamericani di dare un so-
prannome a chiunque - nel suo caso so-
no stati i lunghi capelli neri e il volto con
i tipici tratti da india a determinare l'ap-
pellativo - Mercedes Sosa è anche la 'vo-
ce dell'America'. L'interprete sudamerica-
no che meglio di chiunque altro ha sapu-
to esprimere gli umori e le tradizioni di
un intero continente spaziando dalla
musica popolare fino al rock. Una lunga
carriera di musica e generosità; la dispo-
nibilità a collaborare con una miriade di
altri cantanti. Per citarne solo alcuni:
Charly García, Milton Nascimento, Pa-
varotti, Sting, Joan Baez, Pablo Milanés,
Caetano Veloso, Gal Costa oltre che León
Gieco e Víctor Heredia compagni di tan-
ti concerti.
Le sue canzoni sono cariche di conte-
nuti sociali e politici e rivelano il suo co-
stante impegno con il popolo per un pae-
se più giusto. Ha vissuto le dittature mi-
litari e l'esilio, nel 1980 dopo essere sta-
ta arrestata durante un suo concerto a La
Plata insieme a tutto il pubblico, è come
una ferita indelebile nel suo cuore. Questi
anni, in cui le era permesso entrare ed
uscire dal paese ma le era vietato canta-
re, sono stati un castigo per lei e per gli
argentini. Poi la democrazia e un cre-
scendo di stima e popolarità in tutto il
pianeta. Negli ultimi anni due periodi di
grave malattia l'hanno tenuta lontana
dal pubblico e per questo la nostra prima
domanda, in occasione della sua presen-
za in Italia per un ciclo di concerti nel
mese di luglio, è:
come va la sua salute?
Sono stata molto male; ora va meglio.
Il fatto di essere tornata in tournée, le
prove, il poter registrare di nuovo i miei
dischi mi ha aiutato molto così come l'af-
fetto delle persone che incontro in ogni
paese. Pensavo di non poter tornare a
cantare in Europa e invece sono
qui…questo è possibile perché sto real-
mente molto meglio.
Come ha scoperto la sua voce? Da do-
ve è nata la sua voglia di cantare?
Nella mia famiglia non c'era nessuna
tradizione musicale. Ero solo io che ave-
vo questa voglia incontenibile. Ricordo
che durante la mia infanzia venivo rim-
proverata perché passavo il tempo can-
tando, in qualunque occasione, anche
durante le veglie funebri…Poi mi convin-
sero a fare un concorso radiofonico e lo
vinsi. Così cominciò tutto.
Ci può dire quale è l'Argentina che lei
ama?
È il paese dei miei cari, di quelli che
lottano ogni giorno per un futuro più giu-
sto. E poi, certo, l'Argentina musicale.
Lei è dovuta passare per l'esperienza
dell'esilio. Che cosa ha significato la
lontananza per un'artista che trae la
sua forza e la sua ispirazione dal suo
paese e dalle sue tradizioni? E' riusci-
ta a recuperare questo strappo o è un
danno permanente?
L'esilio è stato un'esperienza durissi-
ma. All'inizio non potevo rassegnarmi.
Anche se ho sempre avuto molto da la-
vorare, le notti non passavano mai. Ho
speso una quantità incredibile di denaro
per parlare al telefono con mio figlio, con
mia madre, con i miei fratelli. Ho cercato
di mantenere un contatto costante con
l'Argentina attraverso loro ma la solitu-
dine si paga. Non è un danno permanen-
te ma una sensazione indimenticabile
che ancora mi accompagna tutti i giorni.
Ha sostenuto le Madri della Plaza de
Mayo. Negli ultimi tempi, nel tema dei
diritti umani, nel suo paese stanno
cambiando molte cose. A suo parere si
sta finalmente facendo giustizia?
Si, senza dubbio stanno cambiando in
meglio molte cose. Certo se alcune hanno
avuto un miglioramento sensibile per al-
tre resta ancora tanto da fare. La salute,
il cibo, la famiglia sono i campi nei qua-
li dobbiamo andare avanti.
Cosa ne pensa del nuovo momento
politico che sta vivendo l'Argentina e
tutto il continente sudamericano?
Il nostro continente sta migliorando.
L'arrivo delle donne al governo mi fa pen-
sare che staremo sempre meglio, che ci sa-
rà progresso e giustizia sociale. Sia la Pre-
sidenta Cristina che la Bachelet sono
donne che hanno una buona formazione
e hanno lottato per arrivare nel luogo in
cui sono. Ho molta fiducia in loro così co-
me ne ho in Correa, in Evo Morales e in
Lula. E' certo che la povertà e la disugua-
glianza sono state così profonde che ci
vorrà molto tempo per stabilizzare la si-
tuazione.
Ha detto di sentirsi femminista. Cosa
significa per lei?
Non mi sono mai definita femminista,
però credo molto nella capacità delle
donne di difendere i valori basilari e i di-
ritti.
C'è un cantante italiano con il quale
le piacerebbe lavorare?
Mina, naturalmente…
Per che cosa si sente di dire Gracias a
la vida?
Per tutto quello che ho, per la mia fa-
miglia, per le persone che ho incontrato.
Ho avuto la fortuna di conoscere una
grande felicità.
Ha dei sogni che non si sono ancora
realizzati?
Non saprei… per me vivere vuol dire
cercare nuovi sogni tutti i giorni.
luglio-agosto 2008 noidonne2
Mercedes Sosa
Nadia Angelucci