Numero 6 del 2008
1948-2008: 60 anni di Sana e robusto Costituzione. Perchè cambiarla?
Testi pagina 2
Aleida racconta che, quando nacque,suo padre non fosse completamente
soddisfatto. Desiderava un maschio. E
questo la dice lunga sul radicamento
del patriarcato anche in un uomo che
aveva coscienza piena dell'esistenza
della discriminazione sessuale. Il segui-
to della storia riferisce, ovviamente, che
Ernesto Guevara de La Serna, padre di
Aleida, la amò moltissimo. Sappiamo
tanto del Che, il suo pensiero, la sua
storia; conosciamo i suoi diari, le sue
lettere ma immaginiamo che effetto di-
rompente abbia sull'identità di una per-
sona essere la figlia di un mito? Così mi
interrogo, guardando una sua foto,
mentre preparo una conversazione che
dovrebbe toccare la realtà dell'isola di
Cuba e indagare la vita di una donna
che lì è nata, vive, lavora e che per noi
rappresenta, principalmente, la figlia
del Che. Nei ritratti c'è una bambina di
3 o 4 anni tra due uomini in uniforme,
il Che e Fidel; una giovane donna che
parla ad una conferenza con l'immagine
del padre sullo sfondo; e ancora una
bambina con i suoi fratelli e sua madre:
è vestita di bianco, lo sguardo fisso sul-
l'obiettivo, ma sembra che si sia girata
all'ultimo momento. Durante il collo-
quio viene fuori il vincolo forte con le
sue origini; ma lei si definisce un inci-
dente genetico e forse ha ragione perché
da come risponde alle domande sembra
soprattutto una cubana che crede nella
rivoluzione; ma qui il cerchio si chiude
dato che proprio questo è quello che
avrebbe voluto suo padre.
Cosa succede a Cuba in questi giorni?
In questi ultimi anni Cuba ha lavo-
rato tanto e adesso vediamo i primi
frutti. L'ALBA* sta dando dei risultati
concreti che derivano dal sacrificio e
dall'unità dei popoli latinoamericani.
Molti medici cubani stanno lavorando
in Venezuela, in Bolivia e questo ci dà
la possibilità di acquistare petrolio a
prezzo di mercato senza doverlo pagare
immediatamente. Oggi il popolo cubano
ha a disposizione prodotti che non si ve-
devano da tempo. Dal punto di vista
politico l'autorevolezza di Raul Castro
non deriva dalla parentela con Fidel ma
dal suo impegno e dalla sua lealtà con
il popolo cubano. Cuba non cambia;
potranno esserci degli aggiustamenti
ma tutto nella direzione della rivoluzio-
ne socialista.
Come vede il futuro del continente
latinoamericano? Pensa che lo spo-
stamento a sinistra dell'asse politico
possa far risvegliare gli Stati Uniti?
I cambiamenti non sono ancora suf-
ficientemente grandi da far tremare gli
USA. Molti governanti, anche se più di-
gnitosi che in passato, non agiscono an-
cora perché il popolo viva libero dalle
necessità: parlo, ad esempio, dell'educa-
zione e della salute gratuite. Solo in Ve-
nezuela c'è un movimento sociale forte.
Gli altri stanno facendo dei piccoli pas-
si, con molte pressioni esterne, da parte
degli USA e delle multinazionali euro-
pee che hanno enormi interessi in Ame-
rica dal Sud. E' uno scenario in continua
trasformazione; stiamo lavorando con
difficoltà all'unità latinoamericana. È
un momento speciale ma non possiamo
cantare vittoria.
Quali sono i sogni, le aspettative e il
ruolo delle donne cubane?
Io sono una donna cubana. Ci han-
no insegnato che un processo rivoluzio-
nario non è reale se non c'è la parteci-
pazione attiva delle donne che non di-
fendono solo la rivoluzione ma la vita,
il futuro, le nuove generazioni. Questo ci
dà una forza doppia per lottare per il
cambiamento del mondo. A Cuba il
60% dei professionisti sono donne e nel-
l'ultima Assemblea Nazionale rappre-
sentiamo il 40%, però ancora c'è molto
da fare nelle posizioni apicali e nella di-
rezione attiva del governo. Guardiamo
con molta attenzione al movimento bra-
siliano del Sem Terra in cui c'è la perfet-
ta parità tra i sessi negli organismi ese-
cutivi e di rappresentanza.
C'è il tema doloroso e controverso
della prostituzione ...
Su questo argomento viene fuori tut-
ta la cecità nei nostri confronti. Non si
può comparare il nostro paese con quel-
lo che accade nel resto del mondo. Ci
sono più prostitute nella sola città di
Francoforte di quante ce ne siano a Cu-
ba! Ma il punto non è neanche questo.
Devo dire con forza che in una società
socialista come la nostra una sola don-
na che venda il proprio corpo è una fe-
rita lacerante e un fallimento perché
vuol dire che non siamo stati capaci di
educare alla dignità questa persona.
C'è una critica che farebbe al Che?
Mia madre ha amato mio padre in
maniera incondizionata e così ci ha in-
segnato ad amarlo. Ancora oggi se uno
di noi figli, anche solo scherzando, vuo-
le fare una critica o dire qualche scioc-
chezza su nostro padre, non ce lo per-
mette. Per lei era un uomo perfetto. Ov-
viamente io penso che nessuno sia per-
fetto. Però c'è una cosa che diceva José
Martì: il sole ha sicuramente delle mac-
chie ma dà tanto calore ed energia che
le macchie non si vedono. A me con mio
padre succede la stessa cosa.
Il Che nell'ultima lettera a Fidel scri-
veva: «non lascio alcun bene materiale
a mia moglie e ai miei figli, e non lo rim-
piango; sono contento che sia così. Non
chiedo nulla per loro perché lo Stato da-
rà loro il necessario per vivere e cresce-
re». E' stato davvero così?
Sì.
* L'Alternativa Bolivariana per le Americhe è
un progetto di cooperazione politica, sociale
ed economica tra i paesi dell'America Latina ed
i paesi caraibici, promossa dal Venezuela e da
Cuba in alternativa all'Area di Libero Commer-
cio delle Americhe (ALCA) voluta dagli Stati
Uniti.
giugno 2008 noidonne2
Aleida Guevara
Nadia Angelucci