Numero 3 del 2008
Otto marzo da 100 anni: 1908 - 2008
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A oltre metà corsa i giochi per Hil-
lary Clinton non sono definiti. Anzi più
si va avanti, Stato dopo Stato, verso la
convention finale, quanto più diventa
difficile e affannosa la gara nei confron-
ti del suo contendente di partito Barack
Obama. Comunque andrà, l'avventura
di Hillary verso la Presidenza degli Stati
Uniti rimarrà tra gli eventi più interes-
santi e potenzialmente innovativi di
questo periodo della vita americana: la
possibilità di una donna alla Casa
Bianca, non come moglie, ma come Pre-
sidente rappresenterebbe davvero una
rottura grande anche in un paese che è
stato spesso il simbolo delle lotte di
emancipazione femminile.
Una possibilità che era stata già da
lungo tempo assaporata e preparata ne-
gli ultimi anni dalla senatrice di New
York, ma che, in queste settimane in cui
si svolgono le primarie, sta facendo i
conti con tutti gli ingredienti, le fatiche,
le sfide, le insidie della politica e la
complessità del mondo USA.
Certo, forse Hillary non si aspettava
di trovarsi a competere così duramente
con il primo possibile presidente afro-
americano della storia USA, una novità
che certamente può apparire a molti più
grande nella simbologia e nella storia
della democrazia americana (ed è pro-
prio questo che sta avvenendo) di quel-
la di una prima donna presidente.
Un vero paradosso, se questo acca-
desse, e comunque una sconfitta cocen-
te per le donne, e non solo per quelle
americane. In realtà la stessa Hillary
non ha mai pensato di giocare la gran-
de parte delle sue carte sul fatto di esse-
re una donna. Questo elemento c'è ma
non è decisivo nei suoi discorsi e appel-
li, dove invece è davvero prevalente la
sottolineatura della sua discontinuità
con la presente amministrazione Bush.
E' difficile dire se questo risulterà un
elemento di debolezza nella sua even-
tuale sconfitta o di ragionevole calcolo
in un paese dove molti altri gruppi (ad
esempio le diverse componenti etniche,
o quelle delle comunità di origine reli-
giosa) sono determinanti nel catturare il
consenso necessario a vincere con i nu-
meri. Nelle primarie il voto delle donne
è risultato significativo sul piano nume-
rico ma non sufficiente, e comunque
simbolicamente non così forte come ap-
pare quello di quanti, neri e giovani, so-
stenengono Obama.
Anche l'avere dietro di sé un ex presi-
dente è stato fin dall'inizio insieme pro-
blema e opportunità ma certamente non
ha scalfito la sua immagine di donna
autonoma e forte.
Ma perché una donna dovrebbe allo-
ra sostenere e volere Hillary? In un pae-
se dove c'è una tradizione oramai con-
solidata e davvero trasversale di gioca-
re nella competizione politica sia la car-
ta delle emozioni che quella del prag-
matismo Hillary Clinton ha un grande
merito: accanto e insieme alla retorica
oratoria, oltre ai ripetuti appelli alla
"voglia di cambiare" del suo paese, nei
suoi discorsi ci sono alcuni punti pro-
grammatici molto chiari e importanti
che, se portati avanti, porterebbero be-
neficio ad un grandissimo numero di
donne e alla popolazione che sta viven-
do condizioni difficili, se non in molti
casi drammatiche, sul piano economi-
co, sociale e di reale accesso a opportu-
nità fondamentali nel campo della salu-
te, dell'istruzione, della casa.
Hillary Clinton è la prima candidata
Presidente che chiaramente e da tempo
promette di volere realizzare un sistema
sanitario per tutti e tutte.
Una rivoluzione se si pensa che in
USA oltre 47 milioni di americani (tra
cui 9 milioni sono bambini) non godono
di assicurazioni sanitarie.
Un altro punto importante della
piattaforma di Hillary (vedi www.hil-
laryclinton.com) riguarda un cambia-
mento nel sistema dell'istruzione con l'o-
biettivo di aprirlo e renderlo accessibile
a ogni americano, rilanciando una im-
portante battaglia che lega concreta-
mente istruzione e opportunità di citta-
dinanza degli americani.
Non manca poi un impegno esplicito
per riproporre il tema dei diritti delle
donne, come diritti umani, come si leg-
ge nelle numerose riprese sul tema con-
tenuto nel suo sito.
Contenuti precisi ma anche garanzia
di capacità e di esperienza per affronta-
re queste importanti questioni.
Un aspetto che sarebbe considerato
essenziale e primario in ogni paese, fi-
guriamoci per un candidata alla Casa
Bianca. Ma non succede così se si è
donna, anche se forte e navigata.
Basta osservare come molta stampa,
anche americana, la dipinge: inacidita,
non sincera, troppo potente e legata ad
apparati politici, malvista dai giovani,
ecc. Non a caso appare una personalità
troppo forte per conquistarsi un'ampia
fascia di elettorato maschile.
In sostanza quelli che sembrano veri
punti di forza di Hillary, fanno fatica a
trovare riconoscimento e consensi. Ma
non per i suoi fans, che nel suo blog in-
sistono sull'affidabilità come una quali-
tà su cui puntare. Concordiamo con
Susy Parker, una delle centinaia di don-
ne che parla di "visione, competenza e
leadership" come le tre principali risorse
che Hillary può mettere in campo in una
fase che ha bisogno di cambiamento.
marzo 2008 noidonne2
Hillary Clinton
Costanza Fanelli