Numero 11 del 2009
Sex love & ...
Testi pagina 2
Umm Kamel, una donna palestinesedi 57 anni, espropriata nel novem-
bre del 2008 dalla sua casa a Gerusa-
lemme Est, è diventata il simbolo della
determinazione dei residenti del quartie-
re di Sheikh Jarrah. Dal 9 novembre
2008 non ha più la sua casa, quella do-
ve ha cresciuto i suoi 5 figli e 16 nipoti.
Due settimane dopo, ha perso anche
suo marito, malato da diversi anni.
Da quel giorno, Fawzieh al-Kurd, 57
anni, da tutti conosciuta come Umm
Kamel, racconta con dignità la tragica
condizione della sua famiglia alle tante
delegazioni internazionali che si recano
a Gerusalemme Est a portarle solidarie-
tà. La famiglia Al- Kurd è solo una del-
le 28 famiglie di rifugiati palestinesi già
sfrattate dalle loro case a Sheikh Jarrah
(area a Est di Gerusalemme) o soggette
a futuri ordini di esproprio da parte del-
la Corte Israeliana.
L'intera area di Sheikh Jarrah è stata
costruita nel 1956 dal governo giorda-
no per ospitare temporaneamente 28 fa-
miglie di profughi palestinesi del '48: le
abitazioni sono state date loro attraver-
so il consenso dell'UNRWA, agenzia
delle Nazioni Unite per i rifugiati pale-
stinesi. Secondo l'accordo stipulato, le
famiglie - dopo aver versato un affitto
simbolico al governo giordano per tre
anni e senza chiedere ulteriori aiuti al-
l'UNRWA - sarebbero diventate le effet-
tive proprietarie delle abitazioni.
Nel 1967, in seguito all'occupazione
di Israele su Gerusalemme Est, diversi
coloni hanno rivendicato - attraverso il
Consiglio delle Comunità Sefardite -
una presunta proprieta' sulla terra dove
e' stato edificato il quartiere mostrando
documenti di acquisto da proprietari ot-
tomani. Tali documenti datati al 1887,
sono comunque stati dichiarati validi
dal catasto israeliano, nonostante l'av-
vocato di Umm Kamel non ne abbia
trovato traccia negli archivi di Ankara.
Dal 1972, tutte le famiglie di Sheikh Jar-
rah hanno iniziato un lungo iter legale
attraverso il sistema giuridico israelia-
no, per rivendicare il legittimo diritto ad
abitare nelle loro case. E così la notte
del 9 novembre 2008, alcuni ebrei ul-
traortodossi sono arrivati con un mini-
van e scortati dalla polizia israeliana
che recava l'odine esecutivo di esprorio,
hanno impacchettatto gli oggetti di
Umm Kamel, riconsacrando la casa con
canti e balli e piantandovi sopra una
bandiera israeliana. "La mia vita è sta-
ta interamente distrutta, ho perso la
mia casa, mio marito, i miei mobili - di-
ce Umm Kamel alle delegazioni che
vanno a trovarla - ma non me ne andrò,
rimarrò in questa terra a lottare fino a
che non riacquisteremo i nostri diritti".
Questa donna, dritta e pacata nel suo
vestito nero, ha trascorso molte delle
sue giornate nella tenda che è diventata
il simbolo della protesta dei residenti di
Sheikh Jarrah e di tutti i palestinesi di
Gerusalemme Est contro le politiche co-
loniali del governo Israeliano. Tenda
che i bulldozer hanno sradicato sette
volte, multando Umm Kamel e gli altri
attivisti ogni volta.
Ma dalla tenda è nato un movimen-
to, di pacifisti palestinesi, internaziona-
li e israeliani che continuano a sostene-
re la battaglia legale delle famiglie, a
dormire con loro nelle case sotto ordine
di esproprio, a scrivere comunicati
stampa, indire conferenze e lanciare pe-
tizioni.
All'alba dello scorso 2 agosto, anche
per le due famiglie palestinesi Hanoon e
Al Ghawi, oltre 50 persone di cui 20
bambini, è stato reso esecutivo l'ordine
di sfratto pendente e deciso dalla Corte
Israeliana. L'esercito israeliano ha co-
stretto con la forza le due famiglie a la-
sciare le loro case, arrestando anche al-
cuni attivisti palestinesi e internaziona-
li che da mesi - insieme alla Coalition
for Jerusalem, un'associazione palesti-
nese - erano e continuano a mobilitarsi
a difesa dei residenti di Sheikh Jarrah e
di altre aree di Gerusalemme Est.
Da quel giorno l'area è quasi sempre
presidiata dalla polizia isrealiana a di-
fesa dei coloni e la tenda è stata defini-
tivamente sradicata. Ora gli attivisti e
Umm Kamel organizzano conferenze
stampa sul ciglio della strada.
Altre famiglie sono intanto in attesa
di essere espropriate. La volontà del
Governo Israeliano è infatti di trasfor-
mare l'intera area in un altro insedia-
mento colonico, in violazione ancora
una volta del diritto internazionale,
delle risoluzioni ONU e della Quarta
Convenzione di Ginevra che obbliga le
autorità occupanti, in questo caso
Israele a mantenere le caratteristiche
geografiche e demografiche di Gerusa-
lemme Est occupata.
novembre 2009 noidonne2
Umm Kamel
Barbara Antonelli
Delegazione di internazionali in visita alla tenda di
protesta di Umm Kamel (foto di Lorenzo Bernini)
Tenda di protesta
Umm Kamel (foto di Lorenzo Bernini)