Numero 6 del 2009
Libere o sicure?
Testi pagina 2
“In questi dieci anni intensi credo diessere riuscita a non farmi `cam-
biare` dall`istituzione, di non essermi
fatta assorbire, di non aver cambiato il
mio linguaggio, di aver mantenuto un
costante rapporto con i movimenti atti-
vi sui temi che da sempre mi interessa-
no: diritti, disarmo, solidarietà, giusti-
zia, nonviolenza". Luisa Morgantini, al-
le soglie dei settanta anni, è alla fine
della sua seconda ed ultima legislatura
nel Parlamento Europeo dove, eletta co-
me indipendente dopo un passato nella
FLM (Federazione Lavoratori Metalmec-
canici) e nell`associazionismo pacifista
(è stata portavoce dell` Associazione
per la pace), si è distinta per la passio-
ne e la voglia di fare. "Mi ha molto sor-
preso e confesso mi ha fatto piacere il
fatto di essere segnalata tra i primi die-
ci Europarlamentari in uno studio sul li-
vello di attività. Io ho solo lavorato co-
me credo sia giusto fare, quando si è
eletti".
Lei ha anche ricoperto la carica di
Vice Presidente del Parlamento Euro-
peo. Come è riuscita ad essere nomi-
nata?
Sono i gruppi politici a designare i
Vice Presidenti ed il mio gruppo mi ha
scelta; è stata particolare la quantità di
voti trasversali che ho ricevuto e anche
l`aver avuto come incarico la strategia
Ue-Africa e i Diritti Umani. Non era
mai successo ad un Vice Presidente del
mio gruppo politico. Il leit-motiv è stato
"non la pensiamo come te, ma ricono-
sciamo il tuo valore". La Vicepresidenza
con incarico per l'Africa è stata una no-
mina importante, inaspettata. Ma ho
subito organizzato una settimana di
cultura africana, per rompere gli stereo-
tipi di un' Africa solo devastata e deva-
stante e mostrare invece la cultura vi-
brante della sua società civile.
Di fronte a questi prestigiosi risulta-
ti perchè rinunciare ad una nuova
candidatura?
Fin dall'inizio era stato deciso che io
facessi due legislature, e ritengo molto
importante che ci sia una rotazione tra
i parlamentari, quindi nessuna eccezio-
ne; è ovvio che un po' mi dispiace, ma
ho 69 anni, penso che sia bene lasciare
quando ti dicono di restare.
Se dovesse fare un bilancio di questi
dieci anni nell'Europarlamento, qua-
li passaggi valorizzerebbe ?
E' stato importante aver portato al-
l'attenzione del Parlamento Europeo, in
modo molto forte e organizzato, la que-
stione Palestina-Israele. Nella prima le-
gislatura ero presidente della delegazio-
ne per le relazioni con il Consiglio legis-
lativo palestinese e ho lavorato molto
affinché il Consiglio dell'UE se ne occu-
passe non solo formalmente attraverso
la Commissione esteri, ma ponendo tale
questione al centro delle priorità. Con
quello spirito ho organizzato continue
visite e scambi tra Bruxelles e i pacifisti
israeliani e palestinesi ed è stato signifi-
cativo nel 2002 che il Parlamento Euro-
peo abbia assegnato il Sakharov Price
alla Presidente dell'associazione Paren-
t's Circle, l'israeliana Nurit Peled, e allo
scrittore palestinese Izzat-al- Ghazzawi.
Mi sono impegnata affinché l'Unione
Europea ricoprisse un ruolo più politico,
sono state votate alcune importanti ri-
soluzioni in cui si richiede ad Israele di
adempiere ai suoi obblighi internazio-
nali, di smetterla con le punizioni col-
lettive e l`occupazione militare e allo
stesso tempo si chiede anche alle frange
estreme dei Palestinesi di fermare ogni
azione armata contro la popolazione ci-
vile israeliana. Altro passo importante è
stato fare in modo che nella Commis-
sione Sviluppo - di cui facevo parte - si
portasse avanti una politica commer-
ciale coerente con gli aiuti ai Paesi in
Via di Sviluppo e gli aiuti fossero slega-
ti da ogni spesa militare; inoltre, sempre
in ambito di cooperazione allo svilup-
po, le iniziative per ridurre malattie co-
me la malaria e tubercolosi e i progetti
per vincere l'AIDS.
Come Presidente della Commissione
Sviluppo ho intrapreso scelte significati-
ve nella politica congiunta di sviluppo
tra Parlamento, Commissione europea
Consiglio dei Ministri europei. Per la
prima volta ho riunito i Parlamenti na-
zionali europei per avere una visione co-
ordinata e stabilito riunioni periodiche
con tutte le ONG; ho ricordato la Gior-
nata della lotta contro la povertà cir-
condando tutto l'emiciclo del Parlamen-
to Europeo con la fascia bianca che ne è
simbolo. Nel mese di giugno - ogni anno
e spero che verrà portata avanti anche
quando non sarò più al Parlamento eu-
ropeo - viene dedicata una giornata al
diritto all'istruzione per la gioventù afri-
cana, in ricordo dei due giovani ragaz-
zi della Guinea trovati morti nella stiva
di un aereo arrivato a Bruxelles e parti-
to dall'Africa: in un messaggio avevano
scritto "Vogliamo studiare, vi chiediamo
di aiutarci".
Nonostante questo lavoro, così impe-
gnativo e rigoroso, l'Europa continua
ad essere lontana dal sentire della
gente. Perchè secondo lei?
Gli europarlamentari non fanno ab-
bastanza per far capire quanto le politi-
che europee incidano nella vita quoti-
diana dei cittadini, anche perchè l'Euro-
parlamento -in alcuni ambiti - ha pote-
ri legislativi sempre maggiori. Non privi
di responsabilità sono anche i media
che, invece di dare notizie sulle attività
svolte, disinformano facendo le classifi-
che dei 'buoni e cattivi' o parlando del-
le presenze e degli stipendi. A questo
proposito voglio precisare che certamen-
te è un privilegio fare l'europarlamenta-
re, ma che lo stipendio netto è di 6.972
euro. Gli altri compensi sono destinati a
pagare gli assistenti, che sono bravi stu-
diosi specialisti, indispensabili per svol-
gere le attività, e che è offensivo defini-
re 'portaborse'. Comunque va detto che
se è vero che il Parlamento Europeo sem-
giugno 2009 noidonne2
Luisa Morgantini
Tiziana Bartolini
segue a pag. 14